Autoritratto
Carla Accardi (Trapani 1924 – Roma 2014)
Carla Accardi è una delle figure più rappresentative dell’astrattismo in ambito non solo italiano ma internazionale. A Roma dal 1946 con il marito Antonio Sanfilippo frequenta il circolo dell’Art Club ed è nel 1947 fra i firmatari del manifesto del gruppo Forma 1. Nel corso degli anni Cinquanta, il suo originalissimo linguaggio astratto, incentrato sulla ripetizione seriale di un segno-colore bianco e nero, la colloca nell’ambito del movimento Informale; partecipa a numerose mostre curate dal critico Michel Tapié in Italia e all’estero. Nel corso degli anni Sessanta, va sperimentando l’uso di nuovi materiali, recuperando il colore, ora applicato con vernici fluorescenti e con effetti di rifrazione luminosa, quasi optical, e introducendo quale supporto per la pittura il sicofoil, un materiale plastico trasparente d’uso finora solo industriale.
Dopo gli anni Settanta, avendo sperimentato pure la dimensione ambientale, Accardi torna a lavorare sul formato circoscritto del quadro e usando nuovamente la tela come supporto. Le composizioni, come questo Autoritratto, si strutturano ora su campiture monocromatiche ampie e uniformi; il colore è steso con una gestualità molto accurata e controllata, la cui omogeneità è enfatizzata dalla scelta del vinilico, capace di dare grande compattezza alla superficie, mantenendo al contempo un effetto naturale e non lucido. In questa composizione, linee curve ampie e sinuose si armonizzano con angoli spigolosi e rette; la fredda tonalità cerulea si bilancia col rosso porpora; il tutto si accorda ritmicamente con la tela grezza di fondo, lasciata volutamente ben visibile. Una serena e equilibrata immagine che rispecchia molto bene la piena maturità e consapevolezza raggiunta dall’Artista dopo una lunga e fortunata carriera.
L’opera è stata donata dall’Artista alla Galleria degli Uffizi nel 2010.