Icona Santa Caterina d’Alessandria martire
Laboratori del Palazzo dell’Armeria del Cremlino a Mosca
М(У)Ч(Е)Н(И)ЦА ХР(И)СТОВА ЕКАТЕРИН (Caterina martire per Cristo)
La santa principessa martire Caterina d’Alessandria siede su un trono privo di spalliera regalmente vestita: sopra la tunica riccamente ornata indossa il loron, una stola in tessuto pregiato tempestata di pietre preziose che nell’impero bizantino denotava l’appartenenza a un elevato rango sociale. Completa il vestiario un sontuoso mantello foderato d’ermellino e decorato con lo stemma imperiale bizantino, l’aquila bicipite. La santa reca un ramo di palma e una croce che la connotano come martire cristiana, mentre la ruota dentata su cui poggi la mano sinistra ricorda il supplizio a cui fu sottoposta. Numerosi libri circondano la santa, oltre a un compasso, sul basso tavolino a sinistra, e un astrolabio, a destra, che alludono alla sua sapienza, impiegata per discettare e convertire i pagani.
L’icona riproduce un modello iconografico formatosi forse in ambito cretese all’inizio del XVII secolo, in cui elementi di origine bizantina sono accostati ad altri caratteristici della tradizione dell’occidente cristiano. Uno dei più importanti e antichi esemplari di questa tipologia è costituito dall’icona dipinta nel 1612 da Geremia Palladas per l’iconostasi del monastero di Santa Caterina sul monte Sinai, in Egitto. Per il tramite di icone di piccole dimensioni e di stampe, questo modello trovò una certa fortuna in Russia nell’ambiente aristocratico moscovita, da cui sembra provenire anche l’icona delle Gallerie degli Uffizi. Si tratta di uno degli esemplari di fattura più raffinata della collezione fiorentina, eseguita da un maestro dei laboratori del palazzo dell’Armeria del Cremlino.
L’immagine sacra reca lungo i bordi un rivestimento in argento dorato (oklad) ornato da un motivo a girali floreali, nel cui bordo è impresso un punzone con iscritto CB (202), ovvero la data 7202. Il calendario bizantino, in uso in Russia fino al 1700, iniziava dalla creazione del mondo, fissata 5509 anni prima della nascita di Cristo. La data 7202 corrisponde dunque nel calendario corrente all’anno 1693/1694 (l’anno bizantino iniziava il 1 settembre e finiva il 31 agosto), datazione che costituisce un importante riferimento anche per la pittura dell’icona.
L’icona è pervenuta a Firenze anteriormente al 1771.