San Francesco in meditazione
Jusepe de Ribera (1591-1652)
Jusepe de Ribera español 1643 (sul lato destro, a metà altezza)
La tela si contraddistingue per il forte naturalismo, esempio del vigoroso “tenebrismo” tipico della produzione giovanile del pittore spagnolo Jusepe de Ribera, qui attenuato da una maggiore sensibilità al colore e alla luce, frutto di influenze di ascendenza neo-veneta e vandyckiana, che il pennello di Ribera assorbì fin dagli anni Trenta del Seicento. Il fondo unito e scuro evidenzia la figura del Santo, pervasa da una luminosità intensa dal grande valore atmosferico, che degrada dalle tonalità più chiare attorno alla testa a quelle più ombrose ed unite del fondo. Il timbro naturalistico è evidente anche in particolari come l'aspetto della ferita sanguinante del costato e delle mani stimmatizzate, resi con un’aderenza assoluta alle testimonianze tramandate dalle fonti francescane, e la rappresentazione della qualità quasi tattile del panno e delle toppe del saio, cucite con filo chiaro. Il teschio in primissimo piano, dipinto anch’esso con una materia pittorica di straordinaria fluidità, rammenta le parole del biografo napoletano Bernardo De Dominici, che sottolineava la bellezza di quelle “teste di morte, anche diverse, e così vere, che hanno del meraviglioso” (De Dominici 1742-1745).
L’opera costituisce evidentemente un forte memento mori, diretto a istillare una profonda riflessione sulla caducità del destino umano, invitando alla meditazione escatologica sul compimento del tempo nella vita futura. E’ noto, infatti, come le principali fonti francescane, nel narrare il transito di San Francesco, insistono sul concetto di morte come ‘porta della vita’.
La critica è concorde nel ritenere che sia una delle versioni più riuscite nell’ambito della vastissima produzione di figure di santi, martiri e anacoreti raffigurati a mezzo busto – e di carattere dunque più devozionale – del pittore spagnolo. La tela risalta in tutta la sua sostenuta bellezza pittorica e, nella sintesi efficacissima di resa fedele del dato naturale e di preziosità di stesure cromatiche, perviene in ultima analisi a straordinari esiti d’intensità comunicativa.