Icona Il santo Spiridione, vescovo di Trimitonte
Russia centrale
Spiridione, uno dei santi vescovi più venerati dalla chiesa ortodossa, vissuto tra III e IV secolo, indossa una veste scura sormontata da un prezioso felonio, paramento liturgico a forma di mantello tipico della tradizione bizantina. Sono insegne vescovili l’omoforio, una lunga stola qui ornata da grandi croci bianche, e la mitra, posta sulla testa. San Spiridione, identificato dall’iscrizione che sta ai lati del suo nimbo («С(ВЯТИТЕЛЬ) СПИРИДОНЪ», ossia il vescovo Spiridione), è raffigurato in atto di benedire, mentre nella mano sinistra tiene il libro delle Sacre Scritture, preziosamente ornato.
Secondo vari testi agiografici, Spiridione, originario di Cipro, nacque da una famiglia povera e in gioventù, prima di diventare vescovo di Trimitonte, era stato pastore, motivo per il quale spesso lo si trova raffigurato con un cappello da pastore sul capo. Tradizione vuole che egli avesse preso parte al Concilio di Nicea nel 325, quando, per spiegare il dogma della Trinità, compì un miracolo: tenendo un mattone in mano, egli lo scompose nei tre elementi, fuoco, acqua e terra, dimostrando così l’autenticità della natura una e trina della Santissima Trinità.
L’opera denota uno stile molto semplificato -ben visibile ad esempio dal modo in cui sono dipinte le dita della mano sinistra del santo, con solo pochi tratti di bianco- che la accomuna ad altre icone russe della collezione degli Uffizi databili agli anni 1730-1740, quali la “Crocifissione” (inv. 1890 n. 9308), “la Madre di Dio del latte” (inv. 1890 n. 9329), la Resurrezione di Lazzaro (inv. 1890 n. 9314).