Il Museo Effimero della Moda
In mostra quasi 200 tra abiti e accessori, distribuiti in 18 sale: gli abiti selezionati vanno dalla metà dell'Ottocento fino ai giorni nostri e vengono mostrati per la prima volta.
La mostra Il Museo Effimero della Moda, prodotta da Fondazione Pitti Immagine Discovery in collaborazione con Gallerie degli Uffizi e Palais Galliera, è il secondo episodio del programma triennale promosso da Centro di Firenze per la Moda Italiana e dalle stesse Gallerie degli Uffizi.
“Siamo felici di annunciare questo nuovo progetto di cultura della moda – dice Andrea Cavicchi, presidente di Fondazione Pitti Immagine Discovery e del Centro di Firenze per la Moda Italiana (CFMI) – frutto della collaborazione tra la Fondazione e due tra le più importanti istituzioni museali del mondo. Un evento importante non solo per Firenze, che rafforza così la sua posizione di crocevia della moda internazionale, ma per tutto il sistema moda del nostro Paese, tanto che esso è stato reso possibile grazie all’impegno straordinario del Ministero dello Sviluppo Economico e di Agenzia Ice, oltre ovviamente alla disponibilità del Ministero della Cultura, che ha condiviso il progetto sin dal principio”.
“Ancora una volta Palazzo Pitti - dice Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi – accoglie una mostra che indaga i meccanismi della moda e riflette sul suo senso profondo. Ed è un evento doppiamente importante: Il Museo Effimero infatti costituisce l’occasione di aprire gli archivi e offrire ai visitatori un nuovo punto di vista sulle collezioni e sugli spazi della Galleria del Costume e della Moda, che in questo modo porta a compimento il processo di evoluzione verso lo status di Museo della Moda di Palazzo Pitti. Per questo ringrazio la Fondazione Pitti Immagine Discovery e il Centro di Firenze per la Moda Italiana”.
La peculiarità de Il Museo Effimero risiede in un’inedita concezione sia dell’allestimento sia dei contenuti tematici. Saranno in mostra quasi 200 tra abiti e accessori, distribuiti in 18 sale: i pezzi selezionati vanno da metà Ottocento fino ai giorni nostri, abiti che vengono mostrati per la prima volta - mai usciti dalle scatole per la conservazione - e altri esposti per l'ultima volta, prima di tornare negli archivi perché troppo fragili e delicati. Gli abiti che punteggiano il tema di ogni sala – tornati alla luce grazie allo straordinario lavoro di recupero delle restauratrici della Galleria del Costume e del Palais Galliera - sono stati creati da tutte le sartorie più importanti e dagli atelier di moda più prestigiosi, tra Firenze, Roma, Milano, Parigi, New York come: Sartoria Worth, Mariano Fortuny Venezia, Sartoria Rosa Genoni, Sartoria Emilio Federico Schubert, Roberto Capucci, Sartoria Madeleine Vionnet, Irene Galitzine Roma, Elsa Schiaparelli, Jole Veneziani, Biki, Maison romana d'alta moda Carosa, Nina Ricci, Gianfranco Ferré, Christian Lacroix.
Anche il contemporaneo è abbondantemente citato, dalle recenti acquisizioni del Palais Galliera presentate per la prima volta a Firenze, e da alcuni capi della collezione di Palazzo Pitti. Con un‘incursione nell’oggi, presentata da una selezione di capi delle ultime collezioni di Gucci, Margiela, Bless, Fendi, Armani, Valentino, Prada, Dolce & Gabbana, John Galliano e Lanvin.
Le immagini che raccontano gli abiti nel catalogo della mostra sono scattate dall’artista Katerina Jebb.
"Il Museo Effimero della Moda – dice l’ideatore e chief curator della mostra Olivier Saillard, direttore del Palais Galliera, autore di performance e progetti artistici, curatore anche della mostra “Balenciaga, l’oeuvre au noir” da poco inaugurata al Musée Bourdelle di Parigi - è una possibilità, un’opportunità di reinventare la Galleria del Costume e della Moda di Palazzo Pitti. Su manichini di legno e cera, ma anche abbandonati su poltrone e sedie, sospesi in morbide sculture, distesi come belle addormentate, gli abiti sono i naufraghi di un museo misterioso, fragile e caduco. Nel giro di qualche mese esso scomparirà, vittima e testimone del tempo che passa. Speriamo possa rinascere in seguito in un altro luogo, tra le mura infedeli di un museo, negli spazi dimenticati di un edificio. Ponendo sempre interrogativi sul carattere fugace della moda ma anche sulla sua forza poetica, sposando, nomade, fondamenti sublimi e frontiere mobili, possa questo museo, incessantemente in via di definizione, diventare il più bello e il più giusto fra i musei della moda esistenti al mondo”.
La mostra è curata da Olivier Saillard e occupa le sale del Museo della Moda e del Costume, all'interno della Palazzina della Meridiana a Palazzo Pitti.