Chi siamo
Le Gallerie degli Uffizi dal 2014 riuniscono tre straordinari complessi museali che nell’insieme raccolgono il nucleo delle collezioni d’arte e prezioso artigianato, di libri e di botanica delle famiglie Medici, Asburgo Lorena e Savoia: un’autentica raccolta di tesori dall’Antichità al XX secolo che hanno fatto grande, nel tempo, il nome degli Uffizi, di Palazzo Pitti e del Giardino di Boboli; tre siti museali riuniti e collegati tra loro, fin dal Rinascimento, attraverso la geniale costruzione del Corridoio Vasariano, e che insieme costituiscono un polo culturale tra i più importanti e visitati al mondo.
Storicamente all’integrazione di queste tre entità, che fin dal XVI secolo uniscono in ogni senso le due rive del fiume Arno, corrisponde una precisa visione della vita e della cultura, del potere e delle abitudini, delle famiglie regnanti che di questi luoghi hanno segnato la storia e il destino. “Di qua d’Arno” fu costruito, a metà del Cinquecento e per volontà di Cosimo I de’ Medici, il luogo dove riunire e concentrare l’esercizio del potere pubblico, la sede dell’amministrazione, gli “uffizi” di rappresentanza delle Magistrature, delle Arti e Corporazioni, dei Tribunali di Firenze.
Il grande architetto Giorgio Vasari ne curò la progettazione realizzando un meraviglioso edificio “in sul fiume e quasi in aria”, che nel giro di un paio di secoli fu destinato ad ospitare anche le collezioni d’arte dei Granduchi di Toscana, e che nel 1769 fu aperto al pubblico come un museo in senso moderno per volontà del Granduca Pietro Leopoldo.
Il quartiere di “Oltrarno” fu invece, fin dal Rinascimento, la sede della vita privata dei sovrani, il simbolo del fasto di corte: Palazzo Pitti con il suo splendido Giardino di Boboli furono la residenza eletta dei Granduchi della famiglia Medici (il cui dominio durò dal XVI secolo fino al 1743) e dei loro successori al governo della Toscana, gli Asburgo-Lorena (dal 1743 al 1859), fino ad arrivare ai Re d’Italia, la famiglia Savoia, che nel periodo di Firenze capitale d’Italia trasferì qui la sede del palazzo reale cedendone infine la proprietà allo Stato nel 1911. A collegare i due mondi, fisicamente costruiti su rive opposte del fiume, quello pubblico - più vicino al cuore pulsante della città - e quello privato - più defilato e appartato verso le campagne - la mirabile invenzione del Corridoio Vasariano, un percorso sopraelevato concepito ad uso dei Granduchi, ma che presto verrà aperto al grande pubblico. Un percorso che dagli Uffizi, passando sopra il fiume e i tetti della città, e rivelando panorami e scorci inaspettati, attraversa palazzi ed edifici civili e religiosi, fino ad arrivare nel Giardino di Boboli e infine a Palazzo Pitti.
Le collezioni d’arte che oggi i visitatori delle Gallerie degli Uffizi hanno l’opportunità di ammirare nelle tre sedi, rappresenta un unicum con pochi precedenti al mondo: la quasi totalità delle opere d’arte, infatti, è esclusivamente frutto del collezionismo delle famiglie regnanti che qui hanno abitato, conservando e tramandando fino ai giorni nostri un patrimonio senza eguali; un patrimonio destinato alla pubblica fruizione dall’illuminato atto di saggezza e generosità dell’ultima dei Medici, Anna Maria Luisa, che nel 1737 con il “Patto di Famiglia” volle lasciare le collezioni della sua illustre famiglia alla città di Firenze, con il divieto di “levare fuori della Capitale e dello Stato del Granducato, Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose, della successione del Serenissimo GranDuca, affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri”. Grazie a questo fondamentale legato, e alla saggezza illuminata dei sovrani che si sono succeduti nei secoli, la città di Firenze è riuscita a conservare fino ad oggi pressoché intatto il nucleo del collezionismo delle dinastie dei Medici, degli Asburgo-Lorena e dei Savoia (a cui si aggiungono i brevi interregni dei Borbone-Parma e di Elisa Baciocchi nel periodo napoleonico): un patrimonio composto da pitture e sculture, antiche e moderne, preziosi oggetti d’arredo, abiti e calzature, gioielli, oggetti d’uso quotidiano, tessuti di ogni tipo, arazzi e tappeti, libri, carrozze, fontane, ma anche straordinari esempi di architettura dal Cinquecento all’Ottocento (come le sedi museali che ospitano le collezioni, che sono esse stesse meravigliosi e affrescati scrigni d’arte tutti da ammirare), e persino delle fiabesche grotte artificiali interamente decorate fino ad arrivare alle rarissime collezioni di specie botaniche acquistate nei secoli dai sovrani e tuttora sapientemente coltivate nel Giardino di Boboli.
Agli Uffizi è conservata la quintessenza dell’arte occidentale, un distillato di meraviglie promesse e anticipate fin dall’esterno dell’edificio. Chi arriva davanti al museo infatti viene prima di tutto catturato dalla bellezza della Loggia dei Lanzi (che fa tutt’oggi parte degli Uffizi), un tempio dell’arte voluto dai Granduchi medicei per esemplificare agli occhi del popolo il significato di “assoluto” in ogni senso: bellezza e potere di una dinastia che così “parlava” attraverso la potenza espressiva delle opere d’arte che metteva in mostra. Avvicinandosi poi all’entrata del museo, si viene accolti da una suggestiva parata di toscani illustri dal Medioevo al Settecento: nelle nicchie del porticato del Piazzale infatti, cui si accede di fianco a Piazza Signoria e Palazzo Vecchio, le sculture ottocentesche che raffigurano celeberrimi artisti e letterati, scienziati ed esploratori, sovrani, giuristi, architetti, famosi in tutto il mondo, ricordano al visitatore che il museo nasce e continua a vivere nei secoli, cuore pulsante di Firenze, per celebrare, esporre e condividere il “genio”, il meglio dell’esperienza umana in tutti i campi del sapere e delle arti.
E gli Uffizi in effetti si propongono, nel senso di museo, come una parata di ingegni, una galleria di meraviglie, un compendio di capolavori assoluti della pittura occidentale, disposti in ordine cronologico, dal Duecento al Settecento, a cui si aggiunge la collezione archeologica di sculture antiche, greche e romane. Le opere sono esposte nelle sale e nei corridoi dello storico secondo piano dell’edificio affrescato a grottesche, e ormai da diversi anni occupano anche il primo piano, musealizzato secondo criteri moderni e con esempi di architettura contemporanea. Fanno parte dello stesso complesso anche il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, collocato al primo piano dell’edificio, che raccoglie le opere su supporto cartaceo dei più grandi artisti dal Rinascimento ai giorni nostri; la Biblioteca, fornita di ricchissime e pregiatissime collezioni di libri antichi e moderni fra cui la prima edizione a stampa delle Vite del Vasari; e dal 2016 anche il nuovissimo ampio spazio dedicato alle mostre temporanee, l’Aula Magliabechiana, situata al piano terra.
Lasciati gli Uffizi e attraversato il Ponte Vecchio, si raggiunge la reggia di Palazzo Pitti che sovrasta maestosamente dall’alto l’omonima piazza antistante; un monumento del fasto di corte dal Rinascimento all’età moderna, che dalla seconda metà del Novecento ad oggi si è via via connotato sempre di più non solo come complesso museale di prim’ordine ma anche come un vivace polo di attrazione per la cultura contemporanea, un luogo dove si sono esibiti e si esibiscono i più grandi nomi della moda, della musica, del teatro, dell’opera lirica dei nostri tempi.
Una volta accolto dal monumentale Cortile cinquecentesco dell’Ammannati, il visitatore, al suo ingresso a Palazzo, ha di fronte a sé l’opportunità di accedere a quattro diverse aree cui corrispondono altrettanti nuclei collezionistici. Al piano nobile si trovano la Galleria Palatina e gli Appartamenti Reali, che espongono capolavori inestimabili delle collezioni private dei Granduchi e dei Re (come gli undici dipinti di Raffaello o i capolavori di Andrea del Sarto, Tiziano, Caravaggio, Rubens, insieme a tanti altri tesori). La collezione è situata all’interno di una splendida dimora, decorata e affrescata in parte secondo uno spettacolare gusto barocco, in parte secondo un elegante stile neoclassico, specie negli appartamenti privati – riccamente arredati – le cui stanze venivano occupate quotidianamente dai sovrani, dalla corte e dagli ospiti illustri; uomini e donne che qui hanno lasciato un segno tangibile, a volte persino emotivamente toccante, del loro passaggio, della loro “normalità”, della loro vita di tutti i giorni.
Al secondo piano del Palazzo la Galleria d’arte moderna contiene una delle più importanti collezioni italiane di dipinti e sculture dell’Otto e Novecento, dal Neoclassicismo agli anni Trenta del secolo scorso. Sullo stesso piano, il Museo della Moda e del Costume, situato nell’elegante Palazzina della Meridiana, ricorda invece al visitatore che Palazzo Pitti lega da più di mezzo secolo il proprio nome anche a quello della moda mondiale, per le celebri sfilate in Sala Bianca realizzate a partire dal secondo dopoguerra dai più grandi stilisti della storia contemporanea: una straordinaria raccolta di abiti, calzature e accessori di ogni genere e stile, dal Cinquecento fino ai giorni nostri, cui si aggiungono costumi di scena indossati da celebri attori e cantanti, ideati dai più grandi costumisti e realizzati dalle più pregiate sartorie.
Al piano terra, nella suggestiva cornice del Tesoro dei Granduchi, è in mostra la grandiosa collezione di gioielli e manufatti d’arte – doni diplomatici, ma anche oggetti di arredo e di uso quotidiano – appartenuti ai Medici e agli Asburgo-Lorena, insieme ad un nutrito insieme di oggetti preziosi più recenti e contemporanei. Allo stesso livello si trova il Teatro del Rondò di Bacco, che presto verrà restituito alla sua funzione originaria, e che fu ricavato negli anni Cinquanta del secolo scorso nell’ala settentrionale dell’edificio. Al di sotto del teatro, prospiciente lo sbocco di via Guicciardini sulla piazza, nascerà presto il nuovo Museo delle Carrozze.
Chiude la cornice di Palazzo Pitti il Giardino di Boboli, che si estende sulla collina retrostante. Spettacolare modello di giardino all’italiana rinascimentale, Boboli rappresenta un esempio unico di connubio fra arte e natura, dove rarissime collezioni botaniche, specie floreali, piante, alberi da ornamento e da frutto secolari, insieme alla fauna autoctona che qui vive abitualmente, si confondono sapientemente con le creazioni dell’uomo, di grandi artisti antichi e contemporanei: sculture, fontane, grotte, architetture, giardini, scorci e panorami, opere di ingegneria e di idraulica in una fusione di incanto e illusione pensata per stupire l’occhio del visitatore, per sorprenderlo, per ispirarlo. Al confine meridionale del Giardino di Boboli, nel fabbricato delle Pagliere, avrà sede il Museo degli Arazzi.