Due importanti disegni di Luigi Ademollo entrano nelle collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe
Acquistati due disegni preparatori per le decorazioni della Cappella Palatina di Palazzo Pitti
L’entrata di Cristo in Gerusalemme e La Crocifissione, due disegni di grande formato opera di Luigi Ademollo (11764-1849), vanno ad arricchire le collezioni del Gabinetto Disegni e Stampe che già ospitavano un cospicuo numero di opere del pittore ottocentesco. Eseguiti a penna, inchiostro bruno e tempera bianca su carta vergellata e quindi applicata su tela, si presentano in buono stato di conservazione e sono da considerarsi preparatori per le grandi pitture murali con gli stessi soggetti realizzate da Ademollo nella Cappella Palatina di Palazzo Pitti a Firenze.
L’acquisto è stato motivato oltre che dall’alta qualità esecutiva dei due disegni, dalla continuità con il patrimonio di pertinenza delle Gallerie degli Uffizi e dalla rarità dei pezzi: queste due opere costituiscono infatti l’unica testimonianza ad oggi conosciuta della fase progettuale delle scene cristologiche dipinte dall’Ademollo nella cappella. Potrebbe trattarsi proprio di due dei quattro modelli presentati dall’Ademollo al granduca Ferdinando III nel 1791 - espressamente citati in un documento conservato nel fondo delle Fabbriche Lorenesi dell’Archivio di Stato di Firenze - e approvati per la decorazione della nuova Cappella Palatina, progettata negli stessi anni dall’architetto Bernardo Fallani, negli antichi ambienti già abitati in epoca medicea da Cosimo III e Marguerite d’Orleans. L’ambiente, originariamente abitato dai Medici, e da essi adibito a salotto di rappresentanza, fu trasformato in Cappella Palatina con funzioni religiose dal Granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena e decorato completamente da Luigi Ademollo, tra affreschi e finti bassorilievi in grisaille.
La commissione risale al 1791 e il complesso partito decorativo richiese un lungo lavoro di redazione perché l’ultimo documento relativo ad un pagamento al pittore è del 1822. Luigi Ademollo lavorava di norma in speditezza e si presume che la decorazione sia stata eseguita in almeno due tempi. Il pittore, lombardo di nascita ma toscano d’adozione, eseguì decorazioni in teatri, palazzi e chiese a Firenze, Arezzo, Livorno, Siena, così come a Roma. Con grande facilità compositiva e narrativa, articolò complessi apparati decorativi tratti spesso dall’Antico e dal Nuovo Testamento, come nel caso della Sala dell’Arca della Galleria Palatina.