"[...] Ridurre a maggior perfezione e somiglianza?"
Le modalità di ricezione degli autoritratti d’artista degli Uffizi nel “Museo Florentinum” e la definizione del termine “somiglianza” nel Settecento
Le riproduzioni degli autoritratti contenuti nei quattro tomi della Serie di ritratti (1752–1762) di Francesco Moücke, compresa nei volumi 7–10 del Museo Fiorentino e pubblicato a partire dal 1731 dal monaco e antiquario fiorentino Francesco Antonio Gori, mostrano considerevoli differenze rispetto agli originali. Ciò solleva la questione di quali fossero i parametri mediali e materiali relativi alla riproduzione che interessavano i lettori settecenteschi. Si scopre che nel Settecento il termine “somiglianza” non si rifaceva ad una riproduzione del modello più veritiera possibile, ma ad una raffigurazione più somigliante della fisionomia, che talvolta veniva accentuata da espressioni esagerate e attributi aggiunti o variati – soprattutto se quelli non erano chiaramente visibili nell’originale.