Il museo al centro
Prove di educazione a distanza con la challenge “Crea la tua natura morta”
La chiusura dei musei imposta dall’evolversi della situazione epidemiologica da Covid-19 e la conseguente sospensione delle attività educative in presenza, non ha impedito alle Gallerie degli Uffizi di...rimanere al centro. O meglio, di andare al centro, nel senso che stavolta è stato il museo a recarsi, virtualmente, dai gioiosi ospiti di alcuni centri diurni fiorentini per riprendere le fila delle esperienze educative avviate nei mesi precedenti.
Marzo 2020 avrebbe dovuto coincidere con l’inaugurazione della mostra dedicata alla pittrice Giovanna Garzoni, della quale le Gallerie possiedono un importante nucleo di opere che, da un punto di vista educativo, si prestano ad essere esplorate da vari punti di vista: delicate miniature in cartapecora, splendide nature morte con fiori abbinati a frutta e combinati con oggetti esotici, come le porcellane cinesi, o con inserti divertenti come insetti o piccoli animali, tutti particolari che attivano la curiosità e il senso della meraviglia. Le opere della Garzoni mostrano una capacità di analisi impressionante degli elementi naturali, frutto sicuramente di lunghe e attente osservazioni. Forse anche noi, durante il necessario isolamento entro le mura domestiche, ci siamo talvolta soffermati ad osservare oggetti conosciuti sorprendendoci nello scoprire dettagli ai quali mai avevamo prestato attenzione, li abbiamo forse anche spostati dalla loro collocazione usuale, così per cambiare, li abbiamo magari anche accostati ad altri oggetti a creare un nuovo insieme...
La fruttiera di casa, per esempio, è un assembramento di oggetti assai curioso. Che sia un manufatto elaborato o un semplice vassoio, la sua continua metamorfosi è data dalla composizione e dalla posizione dei vari frutti che essa contiene: può indicare dei gusti personali, può testimoniare l’avvicendarsi delle stagioni, può raccontare di una passeggiata in campagna dalla quale si è tornati con una buona scorta di frutti selvatici. All’interno della fruttiera si può anche provare a dare un ordine a tutto questo, mettendo magari la frutta matura sopra quella più compatta per far sì che entrambe si conservino meglio, tuttavia ogni volta che si prende un frutto, questo delicato ordine originario finisce a poco a poco per dissolversi.
Non stupisce che i pittori, abituati alla pratica dell’osservazione, si siano lasciati affascinare da queste composizioni tanto da dare vita a un vero e proprio genere, quello della “natura morta”. È stato invece interessante apprendere come, nel Seicento, dipinti con questo soggetto venissero spesso appesi nelle stanze dei convalescenti per accelerarne la guarigione, dando all’ambiente un tocco di vitalità, per questo abbiamo pensato che anche le “nature morte” di Giovanna Garzoni avrebbero potuto diventare un utile stimolo creativo in grado di distogliere l’attenzione del nostro pubblico dalla situazione globale di incertezza conseguente al persistere della pandemia.
Con il progetto educativo a distanza Challenge - Crea la tua “natura morta”, infatti, abbiamo lavorato sul tema insieme a quattro centri diurni fiorentini (Il Totem, La Tenda, Villa Lorenzi, Fondazione Ciai) inizialmente approfondendo alcune opere della Garzoni, in seguito proponendo un’attività creativa strutturata come una challenge, una sfida: una parte del nostro pubblico è composto infatti da persone che, nella loro vita quotidiana, si trovano continuamente ad affrontare delle sfide; ma anche il museo, si trova in questo momento di fronte alla sfida di trovare nuovi modi per continuare ad essere di supporto alle persone.
Dopo aver esplorato insieme alcune opere della Garzoni con l’ausilio di semplici schede descrittive e aver scoperto insieme dipinti di pittori dell'Ottocento e del Novecento che hanno lavorato sullo stesso tema in modo più libero e creativo (Gioacchino Toma, Oscar Ghiglia), i centri partecipanti hanno ricevuto un tutorial con semplici indicazioni per invitare i loro ospiti a creare la propria “natura morta”, utilizzando gli oggetti preferiti o ritenuti più adatti e infine immortalare la composizione con scatti fotografici.
È con grande sorpresa che, a riprova del lavoro svolto, abbiamo ricevuto una grande varietà di scatti che testimoniano l’appassionato lavoro di reinterpretazione di ciascuno sul tema proposto: composizioni di frutta, di fiori, ma anche di oggetti personali e di affezione che rivelano sensibilità ed emozioni personali. C’è chi ha composto la propria “natura morta” da solo, c’è chi ha coinvolto i familiari nell’attività, c’è infine chi ha scelto di lavorare in gruppo per dare vita a un’unica “natura morta” collettiva. Un sostegno fondamentale durante tutto il lavoro è stato svolto dagli educatori dei centri diurni che hanno tenuto costantemente contatti con le educatrici dell’Area mediazione Culturale e Accessibilità del Dipartimento per l’Educazione per mettere a punto e portare avanti questa nuova esperienza che speriamo abbia portato una ventata di allegria e di spensieratezza.