Un nuovo capolavoro del Cinquecento entra nelle collezioni degli Uffizi: "Elia nel deserto"
Le Gallerie degli Uffizi acquistano un raro dipinto di Daniele da Volterra, collaboratore e amico di Michelangelo
II dipinto Elia nel deserto (olio su tela, 81 x 115 cm) fu realizzato da Daniele Ricciarelli - meglio noto come Daniele da Volterra - tra il 1543 e il 1547 sotto il papato di Paolo III Farnese (1534-1549) e fu menzionato da Benedetto Falconcini nell’Elogio del pittore in casa dei Ricciarelli, suoi discendenti, a Volterra, ancora nel 1772, da dove passò per via ereditaria nella collezione senese dei conti Pannocchieschi d’Elci, da cui le Gallerie degli Uffizi hanno acquistato il dipinto.
Capolavoro assoluto della pittura italiana del Cinquecento, Elia nel deserto mostra l’importanza delle forme michelangiolesche sulla pittura di Daniele da Volterra, ed è chiaramente ispirato dalle invenzioni del Buonarroti – di cui il pittore era collaboratore e strettissimo amico – dispiegate sulle volte della Cappella Sistina e nel Giudizio Universale. L’iconografia rarissima del profeta in meditazione sul pane portatogli dal corvo e sulla brocca di vino – prefigurazioni eucaristiche – qualifica inoltre l’opera come pionieristica per la pittura della Controriforma.
“Con la nuova sala di Michelangelo da poco inaugurata - sottolinea il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt - il tempismo dell’acquisto del capolavoro di Daniele da Volterra non potrebbe essere migliore. Nei nuovi spazi dedicati alla pittura del Cinquecento in fase di allestimento, l’Elia nel deserto avrà un posto d’onore accanto alla Strage degli Innocenti (1557) già ab antiquo nelle collezioni medicee, una rarità tra i dipinti su tavola o tela pervenutici – meno di dieci – della mano del maestro, amico carissimo di Michelangelo, la cui gravitas scultorea egli interpreta in maniera esemplare”.