Un nuovo dipinto di Giuseppe Bezzuoli alle Gallerie degli Uffizi
Al nucleo di opere di Bezzuoli conservate presso la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, si aggiunge l’importante acquisto dell’Eva tentata dal serpente.
Presentata un'importante acquisizione per lo scrigno dell'Ottocento in Palazzo Pitti, la Galleria d'arte moderna. Eva tentata dal serpente di Giuseppe Bezzuoli (1784-1855) fu presentato all’Esposizione Universale di Parigi del 1855, ma dopo la morte del pittore se ne persero le tracce; appartiene alla sua produzione tarda e rappresenta un punto di arrivo nella sua complessa vicenda artistica. L’opera raffigura Eva giacente sopra un letto di fiori nel giardino terrestre, mentre compie il gesto di cogliere il frutto proibito consigliata da un serpente alato che le suggerisce, sussurandole all’orecchio, l’atto peccaminoso. L’episodio biblico si riduce qui ad un puro pretesto, poiché più che di una Eva, la donna ha l’atteggiamento lascivo e lo sguardo ammiccante di una seducente bagnante o di una Venere, accostabile, per la verità delle carni e l’opulenza delle forme, ma soprattutto per il punto di vista quasi voyeuristico assunto dal pittore, alle moderne e più libere Baigneuses di Gustave Courbet, presentate nello stesso anno al Salon parigino.
L’atteggiamento seducente e la sensuale carnalità di Eva divise i critici del suo tempo che espressero giudizi contrastanti sull’opera: dall’ammirazione per il magistrale uso del colore, all’apprezzamento “dell’inebriata voluttà ispirata da un sogno d’amore”, sino alle accuse di volgarità e superficialità. Del resto il tema del nudo nell’ambito della cultura realista del secondo Ottocento, susciterà spesso reazioni scandalizzate, come sottolineato magistralmente da Paul Valery, quando affermava, non senza una punta di velata ironia, che per i suoi contemporanei “il nudo era cosa sacra, ossia impura. Era permesso alle statue, talvolta con riserva… il nudo non aveva insomma che due significati nelle menti: talvolta il simbolo del bello, talvolta dell’osceno”.
Giuseppe Bezzuoli è forse da considerare il più grande pittore toscano dell’età della Restaurazione e tra i protagonisti assoluti della pittura romantica italiana, in grado di praticare ad altissimo livello molteplici generi pittorici, distinguendosi sia nei soggetti storici e letterari, sia nelle grandi tele che nelle grandi decorazioni pubbliche e private. Egli fu attivo inizialmente per la corte napoleonica di Elisa Baciocchi, successivamente per i granduchi lorenesi e per un’illustre committenza privata italiana e straniera. Inoltre, di particolare interesse sono i paesaggi e i ritratti, due aspetti non secondari della sua produzione artistica, attraverso i quali egli esercitò un’influenza determinante sulla generazione successiva, in particolare sui macchiaioli, i quali si dedicarono in modo quasi esclusivo a questi soggetti.
Le Gallerie degli Uffizi, annuncia il Direttore Eike Schmidt, dedicheranno all'importante figura di Bezzuoli una mostra monografica nel corso dell'anno prossimo e le collezioni si arricchiranno ulteriormente di opere del maestro di Giovanni Fattori.