Alla fontana
Egisto Ferroni (Firenze 1835 - 1912)
La grande tela Alla fontana fu presentata all’Esposizione Nazionale di Torino nel 1880 e l’anno seguente alla Promotrice di Firenze. Il dipinto, disprezzato dalla critica ufficiale, venne al contrario elogiato dagli artisti toscani. In particolare il critico del movimento macchiaiolo, nonché pittore e scultore, Adriano Cecioni, la definì una «grande opera toscana».
La composizione, apparentemente molto semplice, ruota attorno alla fontana presso la quale i contadini si riuniscono per l’approvvigionamento quotidiano d’acqua, rivelando personalità e attitudini differenti tra loro. Ferroni, infatti, dimostra una particolare sensibilità nei confronti dell’introspezione psicologica degli umili protagonisti della cosiddetta pittura dei campi. Il punto di riferimento per questa corrente che si sviluppa tra anni Settanta e Ottanta è la pittura francese, quella di Millet in particolare, che arricchisce la presa diretta della vita dei contadini e del lavoro nei campi, di un’intonazione patetica o popolare che non troviamo nella rigorosa indagine formale macchiaiola che pure per i pittori toscani del secondo Ottocento è presupposto imprescindibile.