Inginocchiatoio dell’Elettrice Palatina
Giovanni Battista Foggini (Firenze 1652-1725) e Galleria dei Lavori
Sotto gli ultimi Medici la Galleria dei Lavori produsse capolavori di eccellente fattura realizzati su disegno dell’architetto e scultore Giovanni Battista Foggini. In un raffinato contrasto di cromie e materiali, le applicazioni in bronzo dorato e il trionfo di decorazioni in pietre dure spiccano sull’ebano nero della struttura lignea, che alterna alla più schematica geometria dei lineari piani di appoggio lo slancio plastico delle due morbide volute di raccordo. Vi contribuirono maestranze specializzate: Adamo Suster ebanista, Pietro Motti bronzista e doratore, Giuseppe Antonio Torricelli, autore delle tre teste di cherubini finemente dettagliate nonostante la materia – il calcedonio – fosse di ardua lavorazione, e anonimi ‘fruttisti’, termine registrato dai documenti dell’epoca, intervenuti nella fattura dei festoni multicolori composti da una sessantina di elementi scelti con sofisticata attenzione per le varietà lapidee, analogamente intagliati a tutto tondo.
Insieme allo stipo detto dell’Elettore Palatino (Inv. OdA 1911, n. 909) e all’acquasantiera con l’Annunciazione (Inv. OdA 1911, n. 837), l’inginocchiatoio faceva parte di un nucleo di capolavori realizzati in pietre dure e inviati a Düsseldorf nel 1707 come dono di Cosimo III alla figlia Anna Maria Luisa, andata in sposa all’Elettore Palatino. Anche questo mobile, come le altre opere ricordate, giunse a Palazzo Pitti al suo seguito nel 1717, quando l’Elettrice Palatina, rimasta vedova, fece ritorno a Firenze.