Madonna del latte
Defendente Ferrari (Chivasso, Torino 1480 circa - 1540 circa)
Maria siede davanti a un tendaggio rosso, di cui si intravedono pochi elementi decorativi in alto. Tiene fra le braccia Gesù bambino, che scosta il panno bianco su cui è adagiato per cercare il seno della madre da cui nutrirsi. È un gesto spontaneo, forse ispirato da un’invenzione del pittore tedesco Albrecht Dürer, che accentua il senso di intimità fra la Vergine e il Figlio. La fortuna di questa iconografia in Piemonte è attestata dal monumentale polittico della compagnia dei Calzolai nella cattedrale di Torino, opera la cui attribuzione è discussa fra Defendente Ferrari e Martino Spanzotti (1455 c. – ante 1528), come pure dalle numerose repliche dipinte dallo stesso Defendente, di cui il dipinto Contini Bonacossi è una delle prime e meglio riuscite versioni. L’originalità del dipinto ora agli Uffizi sta nella particolare attitudine del Bambino che, invece di girare lo sguardo verso lo spettatore, alza gli occhi verso la madre, accentuando il tono raccolto e privato di questa immagine sacra. Le pieghe scheggiate delle vesti e la meticolosa descrizione dei dettagli, come l’abile resa del gallone dorato e delle perle che orlano il manto di Maria, rivelano l’influenza della pittura fiamminga.
Il dipinto fa parte della collezione Contini Bonacossi almeno dal 1930.