Scaloni d’ingresso alla Galleria
Per raggiungere la Galleria che si trova all’ultimo piano del palazzo si sale (oltre che con gli ascensori vetusti ma funzionanti) su per una scala monumentale divisa in due parti, fra loro molto diverse per stile architettonico. La prima parte che raggiunge e si ferma al piano nobile fu disegnata da Vasari nelle forme del Rinascimento fiorentino con molto uso della pietra serena per le varie incorniciature sull’intonaco a calce bianco. Questo primo tratto di scala serviva, secondo il piano di Vasari, ad arrivare al grande salone delle adunanze delle Magistrature che risiedevano sotto i porticati degli Uffizi; in seguito il granduca Francesco I figlio di Cosimo I, trasformò, con il suo architetto Bernardo Buontalenti, l’aula in Teatro mediceo di cui oggi restano solo i portali di marmo e di pietra che si aprono sul pianerottolo della scala. Il secondo pezzo di scala conduce fino al piano della Galleria dove si entra attraversando un vestibolo ellittico. Fu il granduca lorenese Pietro Leopoldo a far costruire all’inizio del penultimo decennio del Settecento a Zanobi del Rosso (allievo di F.Fuga e L. Vanvitelli) sia la scala che il vestibolo. Questo collegamento e accesso, in eleganti forme neoclassiche con colori verde pastello (verde lorena) richiama i luminosi interni coevi di capitali europee come Vienna o San Pietroburgo, è la memoria della felice stagione dell’illuminismo quando per volontà del giovane granduca, la Galleria da privata e accessibile ai soli dignitari diventa pubblica.