Vaso ovale
Manifattura di Sèvres
“XX.MARS.MDCCCXI”; “Coupin End. fecit”
Come indicato dall’iscrizione sotto il decoro centrale, questo vaso di “terza grandezza” a forma ovale e privo di anse appartiene ai doni di Napoleone a Ferdinando III Asburgo Lorena, per il suo ruolo di padrino al battesimo del figlio dell’imperatore avvenuto nel 1811 nella Cattedrale di Notre-Dame de Paris. In questa occasione ricevette da Napoleone anche altre porcellane realizzate nella Manifattura di Sèvres, che nel 1814 furono da lui portate a Palazzo Pitti quando vi fece ritorno dall’esilio (inv. A.c.e. 1911, nn. 492-493, 212; inv. A.G. 1890, n. 8749; inv. O.d.A. 1911, nn. 158, 486).
Ciò che accomuna questi omaggi è il tema di fondo volto a celebrare la magnificenza di Napoleone, presente su ciascun esemplare. Nel nostro caso sono identificabili nella ricchezza del decoro in oro con il simbolo imperiale dell’aquila con le ali spiegate e con i trofei militari inscritti in un medaglione sul retro del vaso. Inserita in una cornice circolare attorniata da girali e cornucopie dalle quali fuoriescono ciocche di lauro, sul lato frontale è invece raffigurata in policroma l’Allegoria di Imene, così descritta negli inventari della Manifattura di Sèvres, anche se in relazione al citato battesimo è stata interpretata come la rappresentazione di Napoleone e della consorte Maria Luisa Asburgo Lorena. Vestiti all’antica, come un imperatore romano con la moglie sono stati effigiati mentre mostrano il proprio figlio al dio Marte raffigurato con una statua posta su una colonna preceduta da un altare votivo, dove arde il fuoco sacro. L’autore della decorazione è Marie-Philippe Coupin de La Couperie, come rivelato dalla firma apposta sul vaso. Questi fu allievo di Anne-Louis Girodet de Roussy, detto Girodet-Trison e si specializzò nella pittura a grisaille a imitazione dei cammei antichi. Dal 1804 al 1812 fu attivo presso la fabbrica come collaboratore esterno e nel 1809 elaborò il disegno per la scena principale del nostro esemplare, il cui progetto originario doveva essere provvisto di una decorazione in bronzo dorato eseguita da Pierre Philippe Thomire, ma forse mai montata.