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La virtualità scenica di un dipinto: "Perseo libera Andromeda" di Piero di Cosimo

  • La virtualità scenica di un dipinto: "Perseo libera Andromeda" di Piero di Cosimo

    Un capolavoro del Rinascimento fiorentino interpreta il mito narrato da Ovidio nel IV Libro delle "Metamorfosi"

    La virtualità scenica di un dipinto: "Perseo libera Andromeda" di Piero di Cosimo
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    Il mito di Perseo e Andromeda

    Piero di Cosimo raffigura in un unico dipinto più scene del racconto di Ovidio, che si svolge secondo un andamento circolare iniziando in alto a destra

    Perseo libera Andromeda
    Architettura | Gli Uffizi
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    Perseo lascia il monte Atlante

    Perseo, uccisa Medusa, chiese riparo al Titano Atlante che però si rifiutò di ospitarlo. Offeso, Perseo "trasse fuori l'orrido volto di Medusa. Grande quanto era, Atlante diventò un monte (...) e quello che prima era il capo è il più alto cocuzzolo della montagna" (vv. 657-663)  

    Perseo libera Andromeda
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    Il volo di Perseo verso l'Etiopia

    Perseo riprende il suo viaggio sorvolando le regioni del mondo. Ha con sè i sandali alati, l'elmo di Ade che rende invisibili, lo scudo di Atena lucido come specchio e il falcetto di diamante di Ermes e "or qua or là, come fosse una nuvola greve di pioggia" (vv. 621-626) in volo giunge in terra di Etiopia.

    Perseo libera Andromeda
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    Perseo scorge Andromeda offerta in sacrificio ad un mostro marino

    Qui scorge una fanciulla legata a un nudo albero: "se la brezza non le agitasse i capelli e gli occhi non fossero madidi di lacrime, la scambierebbe per una statua di marmo"(vv.673-675). È Andromeda, figlia del re etiope Cefeo, offerta a un mostro marino per punire l'arroganza della madre Cassiopea, che si era vantata di essere la più bella di tutte le Nereidi, le ninfe del mare.

    Perseo libera Andromeda
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    Le parole di Perseo ad Andromeda

    I due giovani abbracciati alludono alle parole che Perseo rivolge ad Andromeda: "O tu che non meriteresti catene di questo genere, ma solo quelle che avvincono tra loro gli amanti appassionati" (vv.678-679).

    Perseo libera Andromeda
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    L'apparizione del mostro marino

    "Le onde scrosciarono e apparve il mostro che, ergendosi sull'immenso mare, avanzava coprendo col petto gran tratto d'acque" (vv. 687-690).

    Perseo libera Andromeda
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    Cefeo, Fineo e Cassiopea assistono inermi al sacrificio

    Assistono impotenti alla scena il padre Cefeo con il turbante bianco, il pretendente Fineo, dall'esotico abito piumato rosso, e la madre Cassiopea ammantata di azzurro, che si dispera nascondendo il volto nel velo bianco.

    Perseo libera Andromeda
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    Perseo affronta il mostro

    Perseo, invaghitosi di Andromeda, si offre di liberarla, in cambio della sua mano. Plana sul mostro, lo ferisce e si appresta a sferrare il colpo mortale.  

     

    Perseo libera Andromeda
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    Perseo libera Andromeda e la conduce in sposa

    "Grida di gioia e applausi riempiono la spiaggia e le case degli dei in cielo. Cassiopea e Cefeo esultanti lo salutano come genero, soccorritore e salvatore della famiglia" (vv. 735-738). Perseo conduce a nozze Andromeda. Un gruppo festante agita rametti di alloro, simbolo della pace raggiunta.

    Perseo libera Andromeda
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    I festeggiamenti con splendidi strumenti musicali del Rinascimento

    "E ovunque risuonano lire e flauti e canti, segni felici di animi lieti" (vv. 760-763). Il moro suona un curioso strumento composto da un flauto a tre fori, il Galoubet, e uno strumento a corda, il Tambourine, tipici della Guascogna e del sud della Francia.

    Perseo libera Andromeda
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    Perseo innalza are agli dei

    Perseo innalza tre are votive agli dèi Mercurio, Minerva e Giove, sacrificando loro un vitello, una vacca e un toro.

     

    Perseo libera Andromeda
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    Le alghe si trasformano in corallo

    Perseo poggia su un letto di alghe la testa di Medusa: queste, al contatto col sangue della Gorgone, si pietrificano, trasformandosi in corallo.

    Perseo libera Andromeda
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    Il dipinto nelle collezioni medicee

    Il dipinto faceva parte dell'arredo nuziale della camera di Filippo Strozzi il Giovane. Passò poi nelle collezioni medicee e fu esposto nella Tribuna degli Uffizi nel 1589. Nella simbologia dell'opera si riconoscono vari riferimenti ai Medici.

    Perseo libera Andromeda
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    Le allusioni alla famiglia Medici

    Si distingue l'emblema mediceo del Broncone, ovvero il tronco di alloro capace di rigenerarsi come la Fenice, allusione al rientro dei Medici in città nel 1512, dopo l'esilio nel 1512, rientro caldeggiato da Filippo Strozzi che nel 1508 aveva sposato una Medici.

    Perseo libera Andromeda
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    Perseo e la simbologia medicea

    Al centro dell'arbusto si intravede lo scudo di Perseo dalla caratteristica specchiatura a punta di diamante, altro emblema dei Medici al tempo del Magnifico, quando era accompagnato dal motto SEMPER.

    Perseo libera Andromeda
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    Il giudizio di Vasari

    "Non fecie mai Piero la più vaga pittura nè la meglio finita di questa" (Giorgio Vasari, "Vita di Piero di Cosimo")

    Perseo libera Andromeda
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La virtualità scenica di un dipinto: "Perseo libera Andromeda" di Piero di Cosimo

Un capolavoro del Rinascimento fiorentino interpreta il mito narrato da Ovidio nel IV Libro delle "Metamorfosi"

Questo splendido dipinto di Piero di Cosimo (Firenze, 1462 - 1522) fu realizzato tra il 1510 e il 1515 circa. Pur nelle sue ridotte dimensioni (1230x700 mm) dimostra una sorprendente attenzione lenticolare alla resa del dettaglio che vale la pena indagare da vicino con i moderni ausili della tecnologia digitale: una visione privilegiata che sicuramente meraviglierà l'osservatore per l'accuratezza dei raffinatissimi particolari, quasi impercettibili ad occhio nudo.

Il dipinto si contraddistingue anche per l'affascinante virtualità scenica dell'episodio narrato: il riferimento è al mito di Perseo e Andromeda raccontato dal poeta latino Ovidio, un modello stilistico per tutti i grandi scrittori, drammaturghi e artisti del Rinascimento italiano ed europeo in generale. In quel monumento letterario che sono le Metamorfosi, Ovidio ci ha lasciato un capolavoro di scrittura che nella metrica, nel fraseggio, nella struttura e nell'andamento ricalca quasi "mimeticamente" il senso letterale della "metamorfosi", della trasformazione, del tempo che trasmuta ogni forma in un'altra all'infinito, in un incessante moto: qui, nel dipinto di Piero di Cosimo, la stessa "virtualità scenica" della narrazione ovidiana che gioca a rappresentare il reale, è esemplificata in una raffigurazione sincronica e circolare dell'episodio, in cui i diversi momenti, che nel testo sono disposti in un ordine temporale, vengono dinamicamente iconizzati tutti in un'unica sequenza visiva che rende perfettamente quel senso di trasmutazione continua dell'essere che è alla base del poema ovidiano. 

Simbologie, riferimenti e sottili allusioni alla storia dei Medici e la cultura contemporanea a Piero di Cosimo completano il quadro, secondo quella tipica modalità di reinterpretazione e attualizzazione delle fonti classiche che è alla base dell'episteme umanistica e rinascimentale.

 

Realizzazione a cura del Dipartimento di Informatica, Strategie Digitali e Promozione Culturale

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