Perseo libera Andromeda
Piero di Cosimo (Firenze 1462-1522)
Al centro della composizione, Perseo affronta il mostro marino che sta per avventarsi su Andromeda, figlia del re di Etiopia, offertagli in sacrificio per placarne la furia. Il mostro era stato scatenato da Poseidone, adirato contro la vanitosa Cassiopea, madre di Andromeda. Perseo è raffigurato altre due volte nel dipinto, quando avvista il drago e la giovane vittima sacrificale mentre solca il cielo grazie ai calzari alati, e dopo l’impresa, quando festeggia la liberazione di Andromeda, che diverrà sua sposa. Nella composizione il tripudio di gioia del padre di Andromeda e della folla ridente illustrato a destra si contrappone alla disperazione espressa dalla famiglia per il destino della giovane principessa nella scena a sinistra.
Il soggetto del dipinto, derivato dalle Metamorfosi di Ovidio, illustra la storia di una celebre coppia della mitologia greca ed appare consono alla destinazione della tavola, ideata per far parte dell’arredo di una camera nuziale, probabilmente quella di Filippo Strozzi il giovane e Clarice de’ Medici nel Palazzo Strozzi a Firenze, alla quale il legnaiolo Baccio d’Agnolo lavorava nel 1510-1511. Ne è autore Piero di Cosimo, pittore fiorentino fantasioso ed eccentrico, impegnato soprattutto a rendere chiara la narrazione e credibili gli improbabili strumenti musicali o i costumi orientaleggianti dei personaggi, piuttosto che a evocare la drammaticità del racconto, stemperata anche dal rasserenante scorcio di mare entro cui nuota l’enorme mostro, quasi a bagno in una pozza d’acqua.
La tavola, proveniente dal Palazzo Strozzi a Firenze, passò nella raccolta di Sforza Almeni, cameriere segreto del granduca Cosimo I de’ Medici, e poi nelle raccolte medicee. Si trovava agli Uffizi già nel 1598, nella Tribuna.
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