Tracce
Tracce
Dialoghi ad arte nel Museo della Moda e del Costume. Dicembre 2017- Maggio 2018
- 2/124Introduzione
Il progetto di allestimento del Museo della Moda e del Costume – qui presentato digitalmente – è partito dal desiderio di sperimentare una corrispondenza di percorsi evidenziando le intese critiche tra diversi linguaggi artistici.
Attraverso questa presentazione non cronologica si intende sollecitare una diversa visione delle opere stesse, un esperimento di lettura che richiede al pubblico un coinvolgimento sollecitato anche dalla presentazione on-line, una prima analisi estremamente sintetica che dovrebbe rinviare ad ulteriori spunti di lettura e approfondimenti successivi.
Il percorso e le corrispondenze sono state infatti disposte in modo da fare ri-conoscere ai visitatori queste intese di linguaggi diversi fatti di stile, bellezza ma anche di confronto con le precedenti esperienze culturali.
La scelta delle opere si è basata su una corrispondenza di forme e decori fra i capi vestimentari stessi e tra questi ultimi e i dipinti e le sculture, quasi un gioco, come se avessimo creato dei contenitori corrispondenti alle singole sezioni dove inserire immagini formalmente e talvolta anche concettualmente, affini.
Tutti i protagonisti dell’evento (abiti, accessori, dipinti e sculture) dialogano gli uni con gli altri, e con l’immagine di loro stessi riflessa negli specchi che caratterizzano, nella mostra ‘reale’ in corso presso il Museo della Moda e del Costume dal 19 dicembre 2017, l’allestimento, in un’atmosfera che cattura il visitatore, coinvolgendolo in questo gioco di forme e colori.
Questo percorso era stato già ‘abbozzato’ nelle selezioni precedenti, quando dalla Galleria d’arte moderna si attingevano quadri e sculture, presentate come silenziose presenze, tanto che solo uno sguardo particolarmente esperto ne percepiva la relazione con abiti e accessori, oltre alla mera funzione di arredo. Questa volta tutte le opere esposte sono elevate a medesimo ruolo di protagonista.
Del resto già la parola ‘tracce’ nelle sue molteplici sfumature possiede una matrice che già per etimo dovrebbe condurre verso parallele ricerche di elementi analogici, seppure diversi, che nascono e si sviluppano in una stessa temperie storica e culturale. Tracce queste che si possono individuare in differenti forme di linguaggio e stupire per le accostanti suggestioni e le analogie creative.
- 3/124Memorie d'artista
Il percorso si apre con gli imponenti nudi maschili dipinti da Emilio Ambron nel 1927, che presentano una scenografia di forte impatto, e col Ritratto di Andreana Peruzzi de’ Medici. La bellissima donna indossa un abito semplice che scivola con ampie pieghe, quasi lingue di colore, che nel loro insieme danno l’idea di un'ampia corolla variopinta; insieme il ritratto del marito, il Marchese Ridolfo, entrambi dipinti da Alberto Magnelli.
Dopo queste presenze solenni, ecco che sembra affacciarsi quasi timidamente il modello di Cesare Guidi dei primi anni ’60: un Abito da sera che, mentre si apre nel morbido scollo a ‘V’ e si amplia nella gonna al di sotto dei fianchi, si richiude in basso, quasi a formare un guscio che trattiene il corpo. Lo affianca un leggero abito di Lanvin di ispirazione giapponese sia nel modello a kimono che nei motivi floreali neri, fluttuanti su un fondo avorio, che introducono alla sezione successiva insieme ad un abito di sartoria degli anni ’50 e ad un completo con manto di Pino Lancetti interamente decorato a fiori stampati e intessuti.
- 4/124Memorie d'artista
Emilio Ambron
Roma 1905-1996
Studio di nudo maschile
1926-1927
Olio su tela
Donato da C. Ambron, 1999
- 5/124Memorie d'artista
Emilio Ambron
Roma 1905-1996
Studio di nudo maschile
1926-1927
Olio su tela
Donato da C. Ambron, 1999
- 6/124Memorie d'artista
Alberto Magnelli
Firenze 1888 – Meudon (Francia) 1971
Ritratto della Marchesa Andreana
1913
Olio su tela
Lascito testamentario di Zena Peruzzi de’ Medici, 2012
- 7/124Memorie d'artista
Alberto Magnelli
Firenze 1888 – Meudon (Francia) 1971
Ritratto del Marchese Ridolfo Peruzzi de’ Medici
1913
Olio su tela
Lascito testamentario di Zena Peruzzi de’ Medici, 2012
- 8/124Memorie d'artista
Cesare Guidi
Abito da sera
Collezione Sella 1959
Gros di seta
TA 5417
Dono Associazione Tornabuoni – Linea Più
- 9/124Memorie d'artista
Leonor Fini
Buenos Aires (Argentina) 1908 – Parigi (Francia) 1996
Nudo
1930
Olio su tela
Dono Ambron, 1956
- 10/124Memorie d'artista
Arrigo Minerbi
Ferrara 1881 – Padova 1960
Mattina di primavera
1919
Torso fuso in bronzo e gesso bianco
Lascito Chini, 1952
- 11/124Memorie d'artista
Jeanne Lanvin
Abito modello vestaglia
River 2004
Raso di seta con ricami in seta nera a punto a catenella e ciuffi di filo di seta a creare i pistilli
GGC 7235
Dono Cecilia Matteucci Lavarini
- 12/124Memorie d'artista
Sartoria Piera Filippini Milano
Abito da cocktail con sottogonna
1954 ca.
Velluto broccato su fondo in teletta laminata con pailletes applicate; sottogonna in tulle e lycra,alta balza in taffetas
GCC 8832
Dono Milena Polacco
- 13/124Memorie d'artista
Pino Lancetti Roma
Completo: Corpino, gonna, mantello e fusciacca
Autunno/Inverno 1977-78
Raso operato, laminato, in filato dorato e stampato con motivi floreali policromi
TA 3254
Dono Umberto Tirelli
- 14/124Fiori. Colori di natura
E’ un omaggio floreale che si estende per un ampio arco di tempo, come nel decoro di influenza orientale del completo di Irene Galitzine, fino a giungere ai fiori stampati sul tessuto di un gilet e dell’interno di una marsina di Comme des Garçons. Entrambi, gilet e marsina, sia per il fatto di ispirarsi all’abbigliamento settecentesco, sia per la libertà con cui sono realizzati, contribuiscono alla distruzione di stereotipi nel mondo della moda, caratteristica questa che contraddistingue la griffe giapponese. Tutto ciò sotto lo sguardo distratto e introspettivo di due arcane figure femminili: Le Gorgoni di Domenico Trentacoste, un tempo antefisse per camino.
Il corpo femminile, nelle sue morbide rotondità, come si documenta nei nudi di Leanor Fini ed Arrigo Minerbi, trova un eccezionale alleato nel tessuto che lo riveste e negli ornamenti che lo decorano. Fra questi, il più delle volte il fiore, declinato in tutte le sue forme, è uno dei protagonisti più amati.
Come nel variopinto universo fiorito di Dior, quasi un paradiso perduto, il fiore, da mera immagine da vetrina, assume sia nel dipinto di Sergio Scatizzi che nel vaporoso abito di Christian Dior una forma cangiante che muta con il passare delle stagioni.
- 15/124Fiori. Colori di natura
Domenico Trentacoste
Palermo 1856 – Firenze 1933
Testa femminile
1903 ca.
Altorilievo formato in gesso
Donato da Fernanda Ojetti, 1933
- 16/124Fiori. Colori di Natura
Domenico Trentacoste
Palermo 1856 – Firenze 1933
Testa femminile
1903 ca.
Altorilievo formato in gesso
Donato da Fernanda Ojetti, 1933
- 17/124Fiori. Colori di natura
Irene Galitzine Roma
Completo in due pezzi: Abito e giacchino con cintura
1962
Seta stampata con perline applicate sul fondo
TA 3898/9
Dono Umberto Tirelli
- 18/124Fiori. Colori di natura
Gianfranco Ferré per Dior Couture
Abito da sera
Collezione “Au vent léger d’un été”; Primavera/ Estate 1992
Organza di seta e raso
GGC 8709
Dono Cecilia Matteucci Lavarini
- 19/124Fiori. Colori di natura
Comme des Garçons
Giacca a marsina
Primavera/Estate 2004
Twill di cotone, poliestere, lana
GGC 6878
Dono Cecilia Matteucci Lavarini
- 20/124Fiori. Colori di natura
Comme des Garçons
Gilet
Primavera/Estate 2004
Denim di cotone stampato, poliestere, lana
GGC 6879
- 21/124Fiori. Colori di natura
Sergio Scatizzi
Gragnano (Lucca) 1918 – Firenze 2009
Fiori
1959-1960
Olio su faesite
Donato dell’autore, 1998
- 22/124Intrecci
Uno degli stilisti che si presta a questo ‘gioco’ di forme, a questi intrecci di rafia, nastri e passamaneria, è Gianfranco Ferré, artista coltissimo, che ha molto osato, appropriandosi di stilemi che ha filtrato con la sua creatività, dando vita a dei veri e propri capolavori. Questa sala esprime al meglio la sua capacità di orientarsi intorno alle varianti su di un tema e di svilupparle, mettendosi in gioco da vero sperimentatore grazie al suo repertorio infinito di linguaggi diversi.
Nella stessa sala troviamo l’Animale marino dipinto da Romano Campagnoli, che rappresenta una forma vivente, sorta di relitto sopravvissuto al naufragio in una visione scenografica ed astrattiva, memore degli anni di studio trascorsi presso Felice Casorati.
- 23/124Intrecci
Gianfranco Ferré
Abito prêt-à-porter
Autunno/Inverno 1992-93
Crepe di seta e passamaneria dorata
TA 7456
Dono Gianfranco Ferré
- 24/124Intrecci
Gianfranco Ferré
Abito Couture
Primavera/Estate 1989
Cadì di seta e rafia
TA 7487
Dono Gianfranco Ferré
- 25/124Intrecci
Gianfranco Ferré
Body e gonna Couture
Primavera/Estate 1989
Body in tulle e perline; gonna in pizzo, tulle e organza
TA 7472/73
Dono Gianfranco Ferré
- 26/124Intrecci
Romano Campagnoli
Torino 1934 - Carpi (Modena) 2009
Animale marino
1967 ca.
Olio su tela
Acquistato alla XVIII Mostra Internazionale d’Arte del Fiorino Firenze, 1967
- 27/124Intrecci
Gianfranco Ferré
Abito Couture
Primavera/Estate 1989
Shantung di seta, rete, organza, rafia, paillettes
TA 7485
Dono Gianfranco Ferré
- 28/124Intrecci
Philip Treacy Londra
Cappello
Primavera/Estate 1993
Paglia, poliestere, rete metallica
GGC6835
Dono Cecilia Matteucci Lavarini
- 29/124Incisioni
L’esponente più lirico dell’astrattismo classico Gualtiero Nativi presenta questa immagine come dolorosa riflessione sulla percezione di una possibile incomunicabilità tra le varie correnti culturali contemporanee che provoca una sorta di estraneità vicina alle atmosfere dipinte da Casorati.
Mentre rimane su di un piano puramente formale l’intervento di sottili sovrapposizioni di materiali colorati in oro e argento che percorrono trasversalmente l’abito tracciando linee ondulate, fluttuanti, che in Marras si avvitano per poi esplodere in infiorescenze in silicone argentato, fedeli al suo modo di trattare la materia e le tecniche, non tenendo conto del loro utilizzo classico. Mila Schön, con i suoi decori, conferma invece il suo limpido ed elegante distacco dal disordine eccedente della moda degli anni Settanta.
Il Diaframma di Bruno Benelli, elemento fuso in ferro, attesta come nelle creazioni di moda, negli abiti come negli accessori, borse, scarpe, cinture, l’utilizzo di diversi metalli dal decennio 1960-70 avevano in parallelo conquistato anche linguaggi delle creazioni scultoree.
- 30/124Incisioni
Mirko Basaldella
Udine 1910 – Cambridge (Stati Uniti)1969
Giuditta
Statuetta fusa in bronzo
Premio Carmine alla XVII Mostra Internazionale d’Arte del Fiorino Firenze, 1966
- 31/124Incisioni
Gualtiero Nativi
Pistoia 1921 – Greve in Chianti (Firenze) 1996
Lacerazione
1959
Olio su tela
Acquistato alla XI Mostra Internazionale d’Arte del Fiorino Firenze, 1960
- 32/124Incisioni
Mila Schön
Abito da sera
Autunno/Inverno 1967-68
Tulle ricamato con cannucce di vetro e strass
TA 3916
Dono Umberto Tirelli
- 33/124Incisioni
Mila Schön
Abito da sera
1966/67
Cady di seta ricamato con perline dorate e grigio antracite
GGC 8667
Dono Chiara Boni
Provenienza Maria Teresa Masetti Fedi
- 34/124Incisioni
Antonio Marras
Abito
Collezione Adelasia di Torres (Il sale), Autunno Inverno 1998/99
Garza di Lurex, con applicazioni in materiale plastico (?), vernice argentata ed unito da fili di cotone bianco fluttuanti
TA 13363
Dono Gianfranco Grimaldi
- 35/124Incisioni
Bruno Benelli
Sesto Fiorentino (Firenze) 1943
Diaframma
1971 circa
Elemento fuso in ferro patinato
Acquistato alla XX Biennale Internazionale d’arte Premio del Fiorino, 1971
- 36/124Archetipi formali
L’opera tarda di Mirko Basaldella è l’immagine atavica di una Giuditta, quasi un totem primitivo fatto di elementi taglienti che mostrano la loro corrosione, una sorta di scontro formale tra bisettrici arcaiche e linguaggi moderni.
L'espressione straniata della Signora in pelliccia di Oreste Zuccoli, intimidita nella posa, ribadisce che la pelliccia non è parte di lei ma puro ornamento, al contrario del ritratto femminile di Ruggero Alfredo Michahelles noto come RAM, sottolinea l'espressione quasi di sfida della donna che viene accentuata dalla forma del cappello e dalla naturalezza con cui indossa la pelliccia.
Rimanda ad archetipi formali il completo in pelle di struzzo di Paco Rabanne, dalla foggia certamente più ‘classica’ rispetto alle sue tipiche creazioni, che stravolgono il concetto di moda. Affermatosi negli anni ’60, sostiene che:
“La creazione deve essere un gioco, poiché la moda è inutile. Ma visto che la società ci costringe a cambiarlo in continuazione, cambiamolo rapidamente, inventando incessantemente le più folli stramberie! In fondo voglio essere un acceleratore della scomposizione”.
Nella stessa sezione una giacca in pelle di Ferré ricorda un’armatura, mentre il cappotto di Fendi in pelle di montone e crine di cavallo si presenta con un aspetto arcaico e primitivo.
Il paesaggio fluviale dell’architetto Savioli con le sue diluizioni di colore si avvicina ai toni dell’abito di Balmain, per l’intensità dell’arancio che si stempera nell’orlo con un’ampia frangia di piume.
Gli abiti di Roberto Cavalli rappresentano i suoi esordi nella lavorazione della pelle, ed il suo affermarsi con la produzione animalier che si riscontra nell’osservazione della natura con le piume stampate sulla stoffa viste come attraverso uno zoom. Sono entrambi archetipi delle collezioni dello stilista, mentre le piume e l’organza arancio plissé conservano l’eleganza e la leggerezza del primo Balmain classico, che invece si avvicinava verso il declino della sua vita professionale.
Di Pierre Balmain è anche uno dei tre cappelli a cloche, modello tipico degli anni '60, esposto insieme ad un esemplare di manifattura fiorentina e di un altro di Cristobal Balenciaga.
La leggerezza della piuma trova il suo naturale impiego nel copricapo.
- 37/124Formal Archetypes
Gianfranco Ferré
Prêt-à-porter jacket
Spring/Summer 1993
Leather with metal buckles
GGC 6847
Donated by Cecilia Matteucci Lavarini
- 38/124Formal Archetypes
- 39/124Archetipi formali
Paco Rabanne
Completo: giacca, gonna
Autunno-Inverno 1991-1992
Pelle di struzzo
GGC 7263
Dono Cecilia Matteucci Lavarini
- 40/124Archetipi formali
Fendi Roma
Soprabito
1995 ca.
Pelle montone rovesciato e crine di cavallo
TA 8927
Dono e Provenienza Gabriella Alessi
- 41/124Archetipi formali
Oreste Zuccoli
Firenze 1889 - 1980
Ritratto di signora in pelliccia
1939
Olio su tela
Acquistato alla XXII esposizione Internazionale d’arte della città di Venezia, 1940
- 42/124Archetipi formali
Ruggero Alfredo Michahelles
Firenze 1898-1976
Cappello di Velluto
Olio su tela
1927
Acquistato da Amalia Michahelles, 1998
- 43/124Archetipi formali
Leonardo Savioli
Firenze 1917 - 1982
Paesaggio fluviale
1939
Olio su cartone
Donato da Flora Wiechmann Savioli, 1997
- 44/124Archetipi formali
Pierre Balmain
Abito da sera Haute Couture
1970 ca.
Seta e piume di struzzo
GGC 6837
Dono Cecilia Matteucci Lavarini
- 45/124Archetipi formali
Roberto Cavalli
Completo: blusa e gonna
Primavera-Estate 2001
Crêpe di seta stampata
TA 8907
Dono Gabriella Alessi
- 46/124Archetipi formali
Roberto Cavalli
Abito da sera
1975 ca.
Seta stampata, pelle stampata
TA 8903
Dono Gabriella Alessi
- 47/124Formal Archetypes
Roberto Cavalli
Outfit: tunic and trousers
1975 ca.
Leather, rhinestones
TA 8916
Donated by Gabriella Alessi
- 48/124Formal Archetypes
Pierre Balmain
Cappello
Piume
1960 ca.
Provenienza Gertie Schwarzenbach
Dono Laura Barbi
- 49/124Archetipi formali
Cristobal Balenciaga
Cappello
1960 ca.
piume di germano e velluto
TA 6967
Dono Laura Barbi
Provenienza Gertie Schwarzenbach
TA 6967
- 50/124Archetipi formali
Modisteria Biancalani
Cappello Parrucca
1966 ca.
piume marabù e taffetas
TA 6842
Dono Carlo Olivieri
- 51/124Grafismi
Il segno grafico scivola, si intreccia, si interrompe, riprende, come la penna stilografica nell’abito attribuito al talento fuori dal comune di Elsa Schiaparelli, che si fa interprete di un tratto esuberante e fantasioso, o il motivo dell’onda, reiterato nell’abito della collezione “Palio” di Emilio Pucci. E mentre il segno grafico della stilista fiorentina Chiara Boni ci conduce in piena Pop-Art, appare interessante soffermarsi sulle affinità tra un completo decorato con motivi di tessere complementari di Valentino ed uno dove si ripetono grafismi alla “Mondrian” di Emilio Schubert, entrambi ispirati da un repertorio astratto, bianco su nero e nero su bianco.
Un motivo argenteo decora il corpino di un abito da cocktail dello stilista e fotografo di moda Karl Lagerfeld. In calmo contrasto si pone l’abito da sera di Forquet, dove una fascia decorativa scura si ritaglia e si avvita, formando linee parallele per tutta la lunghezza.
- 52/124Grafismi
- 53/124Grafismi
Emilio Pucci
Abito Collezione Palio - Contrada dell’Onda
Primavera-Estate 1957
Cotone stampato
TA 6143
Dono Emilio Pucci
- 54/124Graphism
Chiara Boni
Jacket, You Tarzan/me Jane collection
1974
Polyester, polyamide and nylon
GGC 8702
Donated by Chiara Boni
- 55/124Grafismi
Chiara Boni
Giacca Collezione You Tarzan/Me Jane
1974
Poliestere, poliammide e nylon
GGC 8702
Dono Chiara Boni
- 56/124Grafismi
Karl Lagerfeld
Abito da cocktail
1975
Viscosa con applicazioni di laminette sintetiche
TA 8024
Dono Associazione Amici della Galleria del Costume
- 57/124Grafismi
- 58/124Grafismi
Emilio Schubert
Completo: giacchino e abito
1960-62
Giacca in lana e abito con tessuto di seta
TA 3904/5
Dono Umberto Tirelli
- 59/124Grafismi
Federico Forquet
Abito e soprabito
1968
Seta con applicazioni di cannucce
TA 6519
Provenienza Anna Bozza
Dono Paolo Bozza
- 60/124Grafismi
Roberta di Camerino Venezia
Abito modello Gallo Frecciato
1975-76
Jersey di poliestere
TA 6861
Dono Giuliana Coen di Camerino
- 61/124Grafismi
- 62/124Grafismi
- 63/124Astrazione grafica
Nella sala degli intrecci di Roberta di Camerino, la couturier del trompe l’oeil, bene si inserisce il vivace e denso astrattismo definito da cornici piatte, sorta di un nastro nero in rilievo che definisce il segno del quadro di Mario Nuti, in una espressione colta ed essenziale da lui individuata già nel 1950, anno dei primi esperimenti dell’astrattismo fiorentino.
- 64/124Astrazione grafica
- 65/124Astrazione grafica
Roberta di Camerino
Abito modello Treccia
1975-76
Poliestere stampato
TA 6854
Dono Giuliana Coen di Camerino
- 66/124Astrazione grafica
Roberta di Camerino
Ombrello modello Treccia
1975-76
Fusto in legno, stecche in metallo e tessuto in poliestere
TA 6856
Dono Giuliana Coen di Camerino
- 67/124Astrazione grafica
Roberta di Camerino
Foulard modello Treccia
1975-76
Seta
TA 6855
Dono Giuliana Coen di Camerino
- 68/124Pois
Forme perfette, circolari, come il cappello di paglia della Fanciulla al sole di Chiappelli. Non fanno moda, perché sussistono sempre. Sono forme classiche e astratte ad un tempo. I cerchi, i pois, sono elementi decorativi che non tramontano, sicuri nella loro perfetta ripetitività. Invadono e si espandono, conquistano i tessuti dei capi boutique di Valentino, ma anche Ferré ricorre ai pois. Nel mini-abito di Fourquet sembra di assistere alla metamorfosi di un immenso pois in una virgola, stilizzazione del motivo cashemere. Nell’abito di Capucci un tessuto di seta à pois pone in evidenza la foggia articolata del centro davanti di esso.
Nella stessa stanza il giovane artista svizzero Walter Linck partecipa alla Mostra dell’Unione fiorentina (più nota come Fiorino, che solo dal 1959 si apre alla scultura) presentando questa piccola composizione geometrica dal titolo Composizione - Liriche e segno, 1952-1963, dove gioca con le materie e la perfezione dei piccoli elementi rotondi che definiscono linee e volumi.
- 69/124Pois
Valentino
Abito da sera
1990 ca.
Seta con applicazioni di paillettes
GGC 7297
Dono Cecilia Matteucci Lavarini
- 70/124Pois
Valentino
Soprabito
1988 ca.
Raso di seta con applicazioni di paillettes
GGC 7310
Dono Cecilia Matteucci Lavarini
- 71/124Pois
Walter Linck
Berna (Svizzera) 1903 – Zollikofen (Svizzera) 1975
Composizione - Liriche e segno
1952 -63
Composizione fusa in ferro e acciaio
Acquistato alla XVI Mostra Internazionale Premio del Fiorino Firenze, 1965
- 72/124Pois
Roberto Capucci
Roma
Abito modello Serpentine
Primavera-Estate 1982
Gros de tours e seta stampata
TA 1951
Dono del Centro di Firenze per la Moda Italiana
- 73/124Pois
Gianfranco Ferré
Completo: giacca, t-shirt e gonna
Primavera-Estate 1988
Cotone operato con applicazioni e ricami
TA 7507/09
Dono Gianfranco Ferré
- 75/124Pois
Francesco Chiappelli
Pistoia 1890 – Firenze 1947
Fanciulla al sole
1932
Olio su tela
Acquistato dall’autore, 1937
- 76/124Pois
- 77/124Geometrie complementari
Gli esponenti dell’Astrattismo classico, pur con le loro diversità, sono tuttavia una buona riserva di talenti per la ricerca di nuovi linguaggi. Di queste ricerche condivise troviamo testimonianza nel lungo sodalizio (1952-1959) tra lo stilista Emilio Pucci, Alvaro Monnini e sua moglie Micol De Palma che disegnò per lo stilista, portando nel suo atelier l’impronta della sua ricerca artistica che era in fondo la vocazione dell’intero gruppo.
In sintonia con stilisti come Yves Saint Laurent, che nella collezione autunno inverno 1964-65 si ispirava al Costruttivismo di Mondrian, le fantasie geometriche divengono repertorio della grafica di molti couturier e stilisti, con linguaggi personalizzati come le diverse modalità di espressione di Emilio Pucci e Roberta di Camerino. Entrambi illustri esponenti del Made in Italy, il geometrismo di Roberta di Camerino si risolve in un modello tridimensionale riportato su disegno bidimensionale, con un particolare effetto di trompe l’oeil.
- 78/124Geometrie complementari
Alvaro Monnini
Firenze 1922 – Milano 1987
Composizione
1948
Olio su tela
Donato da Micol di Palma Monnini, 1996
- 79/124Geometrie complementari
Emilio Pucci Firenze
Abito da sera e due foulard in seta
Primavera Estate 1981
Organza di seta stampata
TA 6177
Dono Emilio Pucci
- 80/124Geometrie complementari
- 81/124Geometrie complementari
Roberta di Camerino
Abito modello sciarpone spinato
1976-77
Jersey di poliestere
TA 6852
Dono Giuliana Coen di Camerino
- 82/124Geometrie complentari
Missoni
Tuta modello barbaros
Primavera Estate 1973
Ban lon tessuto seta artificiale
TA 6620
Dono Anna Bozza
- 83/124Nuove architetture
Ogni abito, quando è indossato, acquista tridimensionalità e asseconda la struttura del corpo che diventa quasi elemento architettonico. Questo è particolarmente evidente laddove sono presenti taluni interventi come l’impeccabile abito divisa di manifattura tortonese degli anni Quaranta che nella sua serietà riesce tuttavia ad evidenziare le connotazioni femminili, come fianchi, vita e petto con le spalle adeguatamente supportate. Compatto nella forma ma storicamente agli antipodi è la guêpière di Jean Paul Gaultier. Pier Cardin costruisce una struttura che allude al corpo ma lo imprigiona senza troppo assecondarlo; analoghi caratteri si possono riscontrare nel soprabito del primo Capucci, mentre Moschino “dipinge” con le paillettes i monumenti del centro di Firenze sul dietro del suo giacchino. Del resto anche nel bozzetto della nuova Autostrada del Sole di Antonio Antony De Witt le forme aperte e chiuse, il chiaro e lo scuro si inseriscono nello stesso pensiero formale di Pierre Cardin.
Rosaiano della prima ora, Nino Tirinnanzi, raffigura la chiesa del Cestello in un’atmosfera plumbea con tutte le sfumature del grigio come nell’abito a strati di velo sovrapposti di Jean Paul Gaultier.
- 84/124Nuove architetture
Sirio Midollini
Firenze 1925- 2008
L’ultimo verde
1965
Olio su tela
Acquistato alla XVI Mostra Internazionale Premio del Fiorino Firenze, 1965
- 85/124Nuove architetture
Pierre Cardin
Abito con sottabito
1960
Seta, plastica e strass
TA 13400
Dono Banca di Credito Cooperativo di Cambiano
- 86/124Nuove architetture
Antonio Paolo Antony De Witt
Livorno 1876 - 1967
Autostrada del Sole, bozzetto
1961
Olio su cartone telato
Donato da Sigfrid Ferrè De Witt (Legato), 1981
- 87/124Nuove architetture
- 88/124Nuove architetture
Gucci
Borsa modello Bamboo
1965
Pelle, bamboo e metallo
TA 5448
Dono Associazione Tornabuoni - Linea Più
- 89/124Nuove architetture
Roberta di Camerino
Bauletto modello Bagonghi
1960 ca.
Velluto di seta, pelle e metallo
TA 6871
Dono Giuliana Coen di Camerino
- 90/124Nuove architetture
Gherardini
Borsa
1968-69
Pelle camoscio e manico in metallo
GGC 2812
Dono Susanna Gherardini
- 91/124Nuove architetture
Jean Paul Gaultier per Gibò Firenze
Abito
Primavera Estate 1987
Elastomero e poliammide
TA 7870
Dono Centro di Firenze per la Moda Italiana
Provenienza mercato antiquario
- 92/124Nuove architetture
Nino Tirinnanzi
Greve in Chianti (Firenze) 1923 – Firenze 2002
La chiesa del Cestello
1954
Olio su tela
Acquistato alla V Mostra Internazionale Premio del Fiorino Firenze, 1954
- 93/124Nuove architetture
Manifattura Tortonese
Tailleur
1940 ca.
Shantung di cotone
TA 7417
Dono Enrico Quinto e Paolo Tinarelli
- 94/124Nuove architetture
Franco Moschino
Giacchino collezione Cruise me baby
Primavera Estate 1993
Paliettes, perline e seta
TA 8763
Dono Cecilia Torricelli
- 95/124Nuove architetture
Sandra Brunetti
Roma 1925 – Firenze 2017
Autoritratto
1979
Olio su tavola
Donato dall’autrice, 1979
- 96/124Volumi e pieghe
La solida figura in terracotta della possente ragazza di Seano di Quinto Martini è modellata grazie a forme nitide e severe, una definizione sintetica dei piani simile al tono minimalista e razionale del segno nei fittissimi plissé del giapponese Issey Miyake e dei volumi contrapposti di Yohji Yamamoto.
Il dipinto di Mauro Reggiani appartiene alla fase matura della sua carriera pittorica; la composizione in giallo del 1955 presenta nei tagli le stesse profondità volumetriche che si riscontrano nelle pieghe profonde dell’abito da sera di Alma Maria Lami, con cui dialoga bene anche nel progressivo accentuarsi dei toni del rosso fino al granato.
L’Ofelia di Alimondo Ciampi esprime in un bronzo condotto con piani mossi e chiaroscurati l’immagine di una giovane donna abbandonata con le membra completamente immobili.
La sezione è dedicata agli abiti che si estendono oltre il corpo di chi li indossa, resi pressoché naturali dalle pieghe che si aprono nello spazio circostante. Si contrappongono i completi di Miyake che avvolgono il corpo in ogni sua parte. Attivano il loro espandersi le pieghe di Maurizio Galante e la Sartoria Bernardelli nell’abito sul modello di Christian Dior e il cappotto di Junko Shimada nel quale le pieghe sembrano lievitare al punto di deformare il corpo.
- 97/124Volumi e pieghe
Mauro Reggiani
Nonantola (Modena) 1897 – Milano 1980
Composizione in giallo
1955
Olio su tela
Acquistato alla VI Mostra Internazionale Premio del Fiorino Firenze, 1955
- 98/124Volumi e pieghe
Roberto Capucci Roma
Abito da sera modello Involucri
Primavera Estate 1982
Sete di armature differenti (luisina e tela)
TA 1952
Dono Centro di Firenze per la Moda Italiana
- 99/124Volumi e pieghe
Sartoria Teresa Bernardelli su modello Dior
Abito
1984
Luisina di seta e garza di nylon
GGC 6838
Dono Cecilia Matteucci Lavarini
- 100/124Volumi e pieghe
Alimondo Ciampi
San Mauro a Signa (Firenze) 1876 - 1939
Ofelia
1920
Altorilievo fuso in bronzo
Donato da Giotto Ciampi Butini, 1963
- 101/124Volumi e pieghe
Yohji Yamamoto
Completo: giacca e gonna
Autunno Inverno 2003-2004
Pied-de-poule di lana e chiffon di seta
TA 8559-8560
Dono Fondazione Pitti Discovery
- 102/124Volumi e pieghe
Maison Jean Patou
Abito da cocktail con cintura
1965
Oraganza di seta e cintura in pelle
TA 7876
Dono Centro di Firenze per la Moda Italiana
Provenienza mercato antiquario
- 103/124Volumi e pieghe
Alma Maria Lami
Firenze
Abito da ballo modello Dannazione
1956
Raso di seta e ricami in paillettes, perline, cannucce e ciniglia
TA 6693
Dono Francesco Lami
- 104/124Volumi e pieghe
Libero Andreotti
Pescia (Pistoia) 1875 – Firenze 1933
Giovinetta con sandali
1915
Statua fusa in bronzo
- 105/124Volumi e pieghe
Issey Miyake
Completo: maglia e gonna Collezione Pleats Please
1995
Poliestere plissettato
TA 13435
Dono Luciana Chiostri Corsi
- 106/124Volumi e pieghe
Issey Miyake
Completo: Giacca, casacca, pantalone Collezione Pleats Please
1995
Poliestere plissettato
TA 13430
Dono Luciana Chiostri Corsi
- 107/124Volumi e pieghe
Quinto Martini
Seano (Firenze) 1908 – Firenze 1990
Ritratto di donna (la Seanese)
1934
Scultura modellata in terracotta
Dono di Luciano Martini, 1999
- 108/124Volumi e pieghe
Maurizio Galante
Abito
Primavera Estate 1993
Organza di seta
TA 8495
Dono Maurizio Galante
- 109/124Volumi e pieghe
Junko Shimada /Giappone
Cappotto
2000 ca.
Lana cotta e poliammide
GGC 6873
Dono Cecilia Matteucci Lavarini
- 110/124Volumi e pieghe
Alberto Savinio
Atene (Grecia) 1891 – Roma 1952
Orfeo ed Euridice
1951
Tecnica mista su masonite
Acquistato alla XXVII esposizione Internazionale d’arte della città di Venezia, 1954
- 111/124Volumi e pieghe
Alimondo Ciampi
San Mauro a Signa (Firenze) 1876 - 1939
Abbandonata
1931
Statua scolpita in marmo
Donato da Giotto Ciampi Butini, 1965
- 112/124Volumi e pieghe
Maurizio Galante
Abito
Primavera Estate 1994
Gros de tour di seta
TA 8497
Dono Maurizio Galante
- 113/124Coriandoli di luce
La provenienza dall’area di confine veneto-triestino condurrà Guido Marussig, colto ed ispirato disegnatore, a molte contaminazioni con gli esempi più importanti di tutta la grafica europea. Qui la sua visione festosa dei fuochi di artificio permette di ricordare i passaggi di luce e colore nelle piccole tessere in paillettes che decorano gli abiti.
L’irraggiamento di luce si propaga dal cielo al di sopra delle gondole nel quadro di Marussig, per trasmettersi all’abito in paillettes rosa di tonalità degradante della fine degli anni ‘20, e raccogliersi sull’abito haute-couture di Giorgio Armani. Lo stile dell’artista-stilista, i cui capi sembrano nati per essere indossati, è classico e nello stesso tempo lievemente destrutturato, conferendo un sottile senso di trascuratezza alla sua inconfondibile eleganza.
Chiudono il percorso due paia di scarpe del creatore di calzature Christian Louboutin, anch’esse vibranti di luce.
- 114/124Coriandoli di luce
Enrico Coveri
Abito da sera modello Torta
Primavera Estate 2013
Maglia e paillettes
TA 13380
Dono Enrico Coveri Maison srl
- 115/124Coriandoli di luce
Enrico Coveri
Abito da sera modello Frutta
Primavera Estate 1996
Maglia e paillettes
TA 13371
Dono Enrico Coveri Maison srl
- 116/124Coriandoli di luce
Enrico Coveri
Abito da sera modello Intarsio
Autunno-Inverno 1993-94
Maglia paillettes
TA13376
Dono Enrico Coveri Maison srl
- 117/124Coriandoli di luce
Enrico Coveri
Abito modello Maxi Paillettes multicolore
Autunno-Inverno 1990-91
Maglia e paillettes
TA 13373
Dono Enrico Coveri Maison srl
- 118/124Coriandoli di luce
Felice Casorati
Novara 1886 – Torino 1963
Lo straniero
1930 ca.
Olio su tela
Acquistato alla XVI Esposizione Internazionale d’arte della città di Venezia, 1930
- 119/124Coriandoli di luce
Christian Louboutin
Parigi
Scarpe modello Body Strass Rete
Autunno 2013
Pelle e rete plastica con strass
GGC 8330
Dono Christian Louboutin
- 120/124Coriandoli di luce
Christian Louboutin Paris
Scarpe modello Bridget’s Back spiker booties
Autunno-Inverno 2011
Pelle dorata con applicazioni di strass e punte di metallo
GGC 8331
Dono Christian Louboutin
- 121/124Coriandoli di luce
Manifattura italiana
Abito da sera
1930 ca.
Organza di seta e paillettes
TA 2964
Dono Marchesa Giulia Afan De Rivera Costaguti
Provenienza Donna Franca Florio
- 122/124Coriandoli di luce
Giorgio Armani
Abito da sera
Autunno-Inverno 2011
Seta e paillettes
GGC 8902
Donazione Giorgio Armani
- 123/124Coriandoli di luce
Guido Marussig
Trieste 1885 – Gorizia 1972
L’Albero magico (gondole e fuochi)
1914 ca.
Olio su tela
Acquistato alla IX esposizione Internazionale d’arte della città di Venezia, 1914
- 124/124Credits
Ideazione e cura della mostra
Caterina Chiarelli, Coordinatore Museo della Moda e del Costume
Simonella Condemi, Coordinatore Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti
Tommaso Lagattolla
Redazione dei testi esplicativi
(introduzione alla Mostra e alle Sezioni, approfondimenti sulle opere)
Caterina Chiarelli
Simonella Condemi
Con la collaborazione di: Paolo Mambelli, Alice Simoncini
Ricerche tecnico iconografiche
Antonella Alletto
Ilaria Banchetti
Serafina Martina Bizzarri
Anna Castelli
Conny Catalano
Alice Filipponi
Cinzia Nenci
Paolo Mambelli
Laura Mori
Susi Piovanelli
Katia Sanchioni
Alice Simonicini
Susanna Sordi
Crediti fotografici
Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi, Francesco Del Vecchio
Archivio Sillabe, Antonio Quattrone, Marcello Bertoni, Paolo Bacherini
Tracce
CREDITS
Questo percorso virtuale è stato realizzato dal Dipartimento di Informatica, Strategie Digitali e Promozione Culturale delle Gallerie degli Uffizi in concomitanza con la mostra Tracce. Dialoghi ad Arte nel Museo della Moda e del Costume, in corso presso il Museo della Moda e del Costume dal 18 dicembre 2017. Montaggio del percorso virtuale a cura di Andrea Biotti.
Ideazione e cura della mostra
Caterina Chiarelli, Coordinatore Museo della Moda e del Costume
Simonella Condemi, Coordinatore Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti
Tommaso Lagattolla
Redazione dei testi esplicativi
(introduzione alla Mostra e alle Sezioni, approfondimenti sulle opere)
Caterina Chiarelli
Simonella Condemi
Con la collaborazione di: Paolo Mambelli, Alice Simoncini
Ricerche tecnico iconografiche
Antonella Alletto
Ilaria Banchetti
Serafina Martina Bizzarri
Anna Castelli
Conny Catalano
Alice Filipponi
Cinzia Nenci
Paolo Mambelli
Laura Mori
Susi Piovanelli
Katia Sanchioni
Alice Simonicini
Susanna Sordi
Crediti fotografici
Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi, Francesco Del Vecchio
Archivio Sillabe, Antonio Quattrone, Marcello Bertoni, Paolo Bacherini
Nota: ogni immagine del percorso virtuale può essere ingrandita per una visione più dettagliata