Tracce 2018
Tracce 2018
Lasciarsi guidare dalla moda nel Museo della Moda e del Costume
- 2/45Introduzione
Tracce 2018 - Lasciarsi guidare dalla moda
La ‘selezione’ di capi ed accessori Tracce 2018 Lasciarsi guidare dalla moda presenta una formula analoga alla precedente: sono tracce quelle lasciate da dipinti e sculture moderni lungo un percorso dedicato alla moda, un rincorrersi di accostamenti, alcuni naturalmente logici ed altri forti o contrastanti, fra opere d’arte tessile del Museo della moda e del costume, sculture e pitture dalle collezioni della Galleria d’arte moderna. Alcuni sono semplicemente evocativi, altri alimentano suggestioni reciproche. Questa volta però fra i capi prevalgono i prêt-à-porter, realizzati con modalità talvolta seriale, non limitati esclusivamente a pezzi unici.
Le sezioni sono state indicate con brevi flash tratti da un più ampio dizionario di verbi di azione, sostantivi o semplici attributi.
Soltanto la prima sala mantiene dalla precedente selezione i suoi colori di natura - fiori, così come rimangono i dipinti alle pareti in questo spazio e nelle due sale antistanti l’ingresso.
Si percepisce un senso di continuità, quasi un secondo capitolo, che si esprime lungo il percorso delle sale talvolta in tono più pacato, apparentemente più dimesso.
In realtà il percorso nel suo insieme si presenta secondo una lettura fluida e lineare.In relazione all’ evento L’eleganza della velocità, fotografie dall’Archivio Locchi, in corso qui a Palazzo Pitti, si è suggerito un piccolo corollario all’interno della selezione dedicato alla passione per il viaggio, ai mezzi di trasporto e al galateo della moda che ci guida anche in quella circostanza così come dovrebbe accompagnarci sempre raccomandandoci di non rinunciare al nostro aspetto migliore nemmeno per la praticità e l’utilità di un abbigliamento adatto a questo scopo, senza pertanto dimenticare né il gusto né lo stile.
- 3/45Colori di natura - Fiori
La prima sala si apre con una creatrice milanese di moda, Jole Veneziani, una delle fondatrici dell’alta moda italiana, avendo partecipato alla prima sfilata di Giorgini del 1951. Fanno inoltre la comparsa i primi abiti di Ferré come il caban tempestato di applicazioni a motivi floreali ed una mantella che nel disegno del tessuto evoca suggestioni orientali.
In entrambi si riscontra la raffinatezza dei decori dello stilista, attento e rigoroso nei dettagli così come nella costruzione dei capi.
Connubio tra i decori floreali e Enrico Bettarini che con il suo quadro Composizione di fiori del 1967 evidenzia la sua predilezione per le composizioni decorative e i soggetti dal repertorio della natura, fiori, pesci e in qualche occasione oggetti quotidiani come i giocattoli. I suoi soggetti sono descritti analiticamente ma con un tocco sempre leggero, quasi come un pattern.
- 4/45Colori di natura - Fiori
Gianfranco Ferré Couture
Caban
Collezione Autunno-Inverno
1988-89
Raso di seta con broccature, ricami dorati ad applicazione di nastri in seta, cannucce, perle in vetro, pietre sintetiche, paillettes e canutiglie. Bordo in zibellino
TA 7517-18
Dono Gianfranco Ferré
- 5/45Liriche presenze
Qualora avessimo pensato ad una idea di sequenza, di continuità, di ordine, la sala 2 ci farebbe cambiare idea; caratterizzata da un’intensa teatralità, vi è esposto in primo piano un monumentale abito di Roberto Capucci di una vestale per la Norma di Vincenzo Bellini, un omaggio a Maria Callas del 1986. L’opera mette a fuoco due fasi creative della intensa attività di Capucci: il costume di scena e l’abito-scultura; al primo avrà modo di dedicarsi più saltuariamente, come si evince dalla intrigante mostra a Palazzo Pitti del gennaio u.s.
Il secondo tema, l’abito-scultura diverrà il suo cavallo di battaglia e dal 1990 non presenterà più le sue collezioni, ma sarà il protagonista di prestigiose esposizioni monografiche nel mondo, dove l’artista sfrutterà tutte le potenzialità del plissé, creerà intrecci e amplificherà i volumi.
In collegamento con l’abito la sacerdotessa diviene simbolo assoluto di classicità nel dipinto di Giulio Bargellini, nel quale si respira un clima “ellenista” nelle figure classiche i cui panneggi debordano idealmente dal quadro fin quasi a toccare i volumetrici ingombri del costume di scena; la tela dai toni morbidi e quasi evanescenti si unisce all’abito in una sorta di sinfonia in musica e pittura.
Per il canto quale corrispondenza migliore con la cantante Maria Callas cui deve aver pensato il maestro Capucci per la realizzazione di questo abito, scultura imponente pur nella sua leggerezza, velato dalla malinconia di suoni provenienti dal passato come un canto delle sirene.
- 6/45Liriche presenze
Giulio Bargellini
Eterno Idioma
olio su tela
Palazzo Pitti, Galleria d'Arte Moderna
Inv. GAM n. 5952
- 7/45Liriche presenze
Roberto Capucci
Abito teatrale della Vestale dalla “Norma” di Bellini
1986
Taffetas di seta , tessuto in lurex, corpino con applicazioni di paillettes e cordoncini argentati di diverse grandezze e tonalità
TA 3507-10
Dono Roberto Capucci
- 8/45Indossare il rilievo
Sovrapposizioni e applicazioni in metallo dorato o in tessuto, in tonalità di colore diverse dal tessuto di fondo, caratterizzano la sala 3 dedicata a Gianfranco Ferré; gli abiti esposti sono testimonianza della raffinata fantasia, profonda conoscenza delle tecniche, supportate da una consolidata esperienza che si incontra con il linguaggio incisivo del dipinto Nadir di Corrado Cagli, con cui si scopre in sintonia per la continua sperimentazione tecnica, l’utilizzo di materiali non tradizionali e per la nuova texture della superficie in carta velluto.
Il protagonista della sala, Ferré è un architetto che ha riversato il suo senso della geometria, la sua razionalità e la sua profonda cultura nel disegno, nel taglio e nella realizzazione di abiti. Le sue idee messe su carta sono disegni dai tratti essenziali ed incisivi, dove si percepisce l’impatto emotivo dell’artista così come è possibile prevedere dai bozzetti la varietà e la sontuosità delle decorazioni. Le singole creazioni sono state equiparate alle tessere di un mosaico, dal quale nel 2001 ha estratto un considerevole numero di esemplari raggruppati per temi, per farne dono alla allora Galleria del Costume e quindi alla città di Firenze.
- 9/45Indossare il rilievo
Gianfranco Ferré
Completo Prêt-à-porter
Autunno-Inverno 1987-88
Maglia di lana, con ricami in filato metallico dorato, applicazioni di medaglioni e pendenti in pietre dure. Gonna in raso impunturato
TA 7505-06
Gianfranco Ferré
Completo prêt-à-porter
Autunno-Inverno
1989-90
Maglia di lana con applicazioni di anelli, catene e cordoni dorati.
Pantalone georgette
TA 7513-14
Dono Gianfranco Ferré
- 10/45Indossare il rilievo
Corrado Cagli
(Ancona 1910 - Roma 1976)
Nadir
1966 ca.
Pastelli cerosi ad olio su carta papier velour applicata su tela
Acquistato alla XIX Mostra Nazionale del Fiorino Firenze nel 1969
- 11/45Indossare il rilievo
Gianfranco Ferré
Completo prêt-à-porter
Autunno-Inverno 1990-91
Top in pelle con applicazioni di medaglioni in pietra dura e volute in metallo dorato. Gonna di flanella di lana con bordo in pelliccia di volpe
TA 7515-16
Dono Gianfranco Ferrè
- 12/45Condividere il contrasto
Dedicata ad un Capucci non certo all’inizio della sua carriera, ma che interveniva con inconfondibili spunti di genialità su modelli di sapore classico come i ricami in lana nell’abito in chiffon rosso o nel taglio alla Madeleine Vionnet di quello nero, e infine nella metamorfosi in corso di quello bianco e rosso. Fino dal ’51 partecipa giovanissimo alle sfilate in Sala Bianca; stimato molto da Christian Dior, nel 1956 viene dichiarato il miglior creatore di moda italiano; due anni dopo con la linea ‘a scatola’, si aggiudica l’Oscar della moda al Filene’s di Boston. Dal 1962 al ’67 è a Parigi, mentre all’inizio degli anni Settanta va progressivamente staccandosi dal ruolo emergente dello stilista per affermarsi come uno dei più grandi artista scultore di abiti.
Capucci si confronta qui con il dipinto di Nativi Lacerazione, una delle opere più liriche del pittore fiorentino protagonista con altri del movimento definito astrattismo classico che qui evidenzia la possibilità di andare oltre la superficie dello spazio.
- 13/45Condividere il contrasto
Roberto Capucci
Abito da sera
1956
Gros di seta
TA 5418
Dono del Centro di Firenze per la Moda Italiana
- 14/45Volumi puri
In questa sala protagonista è l’insieme equilibrato e armonico dei volumi in cui si inserisce la scultura di Alimondo Ciampi. Un tailleur di Capucci dell’inizio degli anni Sessanta anticipa con le sue doppie pieghe sul davanti e la forma trapezoidale il linguaggio futuro dello stilista che crea abiti scultura tramite le sue famose pieghe. Si affianca a questi anche un abito dello stilista Azzedine Alaïa, parigino di origini tunisine che contrariamente a Capucci che aggiunge e sovrappone, si dedica a modellare il tessuto sul corpo della donna assecondandone le forme morbide, fasciandole e delimitando la superficie con tagli decisi come una sorta di seconda pelle.
- 15/45Volumi puri
Roberto Capucci
Completo: abito e giacchino
1960
Rasato di seta-lana con pelliccia di visone
TA 5429-30
Dono dell'Associazione Tornabuoni - Linea più
- 16/45Linee pure
Nel completo di Mila Schön, sono evidenti le caratteristiche essenziali del suo stile: linearità nel disegno, rigore e precisione nel taglio. Nel ’68 partecipò con una sua collezione alle sfilate in Sala Bianca e dagli anni Settanta si dedicò esclusivamente al prêt-à-porter e lanciò il double face, stoffa che ha impresso un motivo corrispondente in entrambe le facce.
Nella stessa sala l’abito da sera in georgette di Capucci, nelle cui bordure in corda di canapa si riflette tutta la creatività con cui l’artista interviene sulla materia lo affianca l’altro artista sculture dell’abito Azzedine Alaïa.
Anche Alaïa come Capucci, non segue la moda, le loro creazioni sono senza tempo; i suoi abiti lineari sono caratterizzati dalla stessa purezza esecutiva con cui è stato plasmato l’acerbo nudo femminile di Arrigo Minerbi.
- 17/45Linee pure
Mila Schön
Completo: abito e soprabito
1966-70
Panno di lana
TA 3914-15
Dono di Umberto Tirelli
Roberto Capucci
Abito
Autunno/Inverno 1971-72
Chiffon di seta con applicazioni in corda
TA 3057
Dono di Marisa Sorcinell
- 18/45Diversi
Fiorucci è rappresentato da un giacchino ed una gonna jeans.
Lo stilista percepisce i venti rivoluzionari del ’68 e gli sconvolgimenti sociali che ne derivano investendo anche il mondo della moda. Lo stilista guarda infatti all’arte di strada e all’arte pop; collabora con Andy Warhol e Keith Haring; dall’apertura nel 1967 del suo primo negozio a Milano fu un crescendo di successi. Fra le sue creazioni sono i fashion jeans in lycra e denim che, aderendo al corpo, consentono una vestibilità più sensuale. Da una sala un po’ casual non potevano mancare i jeans Levis e Cotton Belt, mentre le forme geometriche apparentemente abbandonate nella casacca del completo in paillettes di Oleg Cassini (naturalizzato americano che fu il sarto di Jackie Kennedy) ed il motivo a caleidoscopio del completo di Ken Scott (stilista e geniale decoratore su tessuto), sembrerebbero preludere con la loro vitalità ad una festa, mentre uno studiato capo di Emilio Pucci, con la sua strutturata composizione ispirata al Duomo di Monreale, sembra richiamare all’ordine.
Tutto questo collegato alla pittrice Anna Sanesi, allieva di Rosai, che nelle sue opere predilige il paesaggio acquatico o lacustre. Nella pittura condotta con estrema sintesi si riconosce quasi una mappatura verticale come un arazzo che descrive il territorio e la sua vegetazione.
- 19/45Diversi
Anna Sanesi
(Prato 1934 - 2009)
Primavera in palude
1965
Olio su tela
Acquistato alla XVI Mostra Nazionale Premio del Fiorino Firenze nel 1965
- 20/45Diversi
Ken Scott
Completo “Kaleidoscope”: abito e soprabito
1974
Soprabito in Crêpe di seta e filato metallico; abito in Jersey stampato
TA 13361
Dono di Susan Nevelson
Fiorucci
Giacchino
1970 ca.
Tessuto operato di lana, cotone e filato metallico
GGC 7324
Dono di Cecilia Matteucci Lavarini
Oleg Cassini
Completo: maglia e gonna
1984 Organza ricamata con applicazioni di Paillettes
TA 12250
Dono di Jean Toschi Marazani Visconti
- 21/45Sperimentare
“Sperimentare” è il termine più appropriato all’attività di Roberto Cavalli e due degli esemplari esposti costituiscono la dimostrazione di un procedimento di stampa sulla pelle che lo stilista ha brevettato negli anni Sessanta. Interessante anche la resa della tecnica di applicazione della pelle su pelle e splendidi gli effetti cromatici.
Il terzo abito, con un pappagallo realizzato ad applicazione, mostra invece la passione per il mondo animale. Sono tutti ascrivibili agli anni Settanta, ovvero ancora nella prima fase della sua attività.
Anche la pittrice Pasquarosa Marcelli, moglie del pittore Nino Bertoletti e modella dei molti protagonisti della scuola Romana, raffigura in questo piccolo olio un variopinto pappagallo realizzato à plat quasi simulando una tecnica ad intarsio.
- 22/45Sperimentare
Roberto Cavalli
Abito
1970-80
Pelle con applicazioni di filato metallico e tulle operato
TA 8901
Dono di Gabriella Alessi
- 23/45Sperimentare
Roberto Cavalli
Abito Pappagallo
1970-80
Maglia di cotone, pelle in camoscio con applicazioni in pelle
TA 8904
Dono di Gabriella Alessi
- 24/45Unico nella serialità
Nell’opera Dialoghi di Capogrossi il segno caratteristico, la E rovesciata viene iterato in stampa serigrafica che utilizza la seta come medium.
É il punto di arrivo di una complessa ricerca per ottenere attraverso la ripetizione segnica un linguaggio universale che rinuncia al corrispettivo mimetico del vero.
La stessa lingua sembra parlata dai tre abiti di Azzedine Alaïa, i quali, anche con i dettagli dei modelli, si conformano all’opera di Capogrossi, quasi divenendo tre sagome scure che sembrano ritagliate per trasformassi esse stesse in un carattere segnico equivalente.
- 25/45Unico nella serialità
Giuseppe Capogrossi
(Roma 1900 - 1972)
Senza Titolo
1970
Serigrafia
Dono dell'autore
Azzedine Alaïa
Abito
1988 ca.
Maglia di Cotone elasticizzato
GGC 7315
Dono di Cecilia Matteucci Lavarini
- 26/45E...il maschile
La sala si presenta come uno scrigno prezioso ricco di opere che, in un crescendo di stile, dialogano e si esaltano nelle loro qualità.
Viene valorizzato anche l’uomo, finora il grande escluso, con la presenza di due giacche maschili, una di Yves Saint Laurent, sinonimo di eleganza classica, l’altra, di Jean Paul Gaultier, che, con intento provocatorio nasconde uno scheletro stampato nella fodera.
Un completo di Ozwald Boateng rappresenta invece la sartoria londinese su misura, caratterizzata dalla cura nei dettagli che si possono scoprire esaminando il capo in ogni sua componente, nella giacca, nei pantaloni, così come nel gilet. Anche nei dipintiche scandiscono lo spazio espositivo ritroviamo figure maschili.
I capi femminili non sono meno prestigiosi: un tailleur di Jean Lanvin della metà degli anni Quaranta, un abito di Gucci dell’inizio degli anni ’90, un originale e trasgressivo cappotto di John Galliano e infine un abito da sera in raso degradé di Avelardo Bessi.
Il dipinto presente a parete nella sala è di Guido Peyron Gli amici dell’ atèlier rappresenta personaggi raffigurati con vestiti in completo scuro, quasi una divisa come i toni dell‘intero dipinto in uguale gamma di neri e bruni riscontrabili anche negli abiti affiancati.
Rappresentato da Peyron è un gruppo di intellettuali, poeti, artisti, musicisti di ambiente bohemien dove sembra che ognuno sia rinchiuso in sè stesso per trovare la sua creatività e rifuggire dalla superficialità.
- 27/45E... il maschile
Massimiliano Corcos
(Firenze 1894 - 19169
Pietro Milani
1914
Olio su tela
Dono degli eredi dell'autore nel 1916
Ozwald Boateng
Abito, gilet e camicia
1997 ca.Tela di lana, rosa e cotone
GGC 8907
Dono di Fausto Calderai
- 28/45E... il maschile
Guido Peyron
(Firenze 1898 - 1960)
Gli amici nell'atelier
1928
Olio su tavola
I personaggi raffigurati sono: Vieri Freccia, pittore allievo di Felice Carena (in alto a sinistra);
Gianni Vagnetti (in alto a destra);
Walfredo della Gherardesca (al centro a destra);
Odoardo Zappulli, pittore e violoncellista (al centro a sinistra);
Luigi dalla Piccola, musicista (in basso al centro)
Arturo Loria, scrittore (in basso a destra).
Depositato dall'autore
- 29/45E... il maschile
John Galliano
Soprabito
1998 ca.Panno di Lana e dettagli in raso
GGC 5872
Dono di Cecilia Matteucci Lavarini
Averardo Bessi
Abito da sera
1965-70
Raso di seta degradé
GGC 8829
Dono di Elisabetta Pesctori
- 30/45Prototipo
Il primo tailleur fu realizzato nel 1885 da un sarto inglese da uomo (tailleur), John Redfern, per la principessa del Galles; ma è Coco Chanel che, nel 1917 lo adatta al corpo femminile alleggerendone la struttura e il tessuto, fino a farne un indumento simbolo della donna emancipata, che si è uniformata all’abbigliamento maschile, ricalcandone il senso di praticità ma non rinunciando tuttavia all’eleganza.
Il tailleur di Chanel, può quindi esser definito un prototipo; una icona di moda, è anche la giacca di Christian Dior; rappresentante del New Look degli anni Cinquanta. Esposta da sola, veniva indossata con gonne ampie e voluminose.
Rigore ed eleganza anche nella scultura di Martini con una figura femminile in terracotta robusta ed essenziale come una colonna.
- 31/45Prototipo
Dior
Giacca
1954
Diagonale di lana
GGC 7167
Dono di Cecilia Matteucci Lavarini
Chanel Boutique
Completo
1988-90
Tela di diversi filati (acrilico, poliammide, filato metallico), inserti in gros
GGC 7187
Dono Cecilia Matteucci Lavarini
- 32/45La forma diventa stile
Dedicata alla sartoria di Alma Maria Lami; attiva a Firenze fra gli anni Cinquanta e Settanta, i suoi abiti rappresentano bene le caratteristiche delle manifatture della città in quegli anni. La Lami, infatti, guardava a Parigi per i modelli, e se ne distaccava per le tipologie e i design dei decori e per la loro grande raffinatezza esecutiva.
Fa eccezione l’abito da sera in raso avorio, dove, ci si ispira alla couture parigina, e più precisamente a Elsa Schiaparelli, sia per il modello, dal drappeggio asimmetrico, sia per il decoro in filato metallico di argento dorato raffigurante cavallini che si snodano lungo un racemo.
Di fronte ancora il dipinto Lo straniero di Felice Casorati uno degli emblemi del realismo magico con le sue figure girate di spalle e la sua atmosfera incomunicabile.
- 33/45La forma diventa stile
Alma Maria Lami
Abito da sera
1953
Raso di seta ricamato con filato metallico argentato, dorato e con applicazioni di paillettes e borchiette dorate
TA 6689
Dono di Francesco Lami
- 34/45Colori in movimento
Gianfranco Ferré, che abbiamo incontrato più volte lungo il percorso della mostra, chiude trasmettendo una vibrazione di colore in movimento, quell’animazione che lo stesso Ferré avrebbe volentieri trasmesso a tutte le sue creazioni.
Marcolino Gandini da giovanissimo frequenta lo studio di Casorati disegnatore e incisore aveva partecipato a diverse mostre torinesi negli anni Settanta-Ottanta fino ad indirizzarsi verso un percorso geometrico astratto con aggetti oltre lo spazio verticale.
- 35/45Colori in movimento
Gianfranco Ferré
Completo: Cardigan e Abito
Primavera-Estate 1997
Abito in pizzo dorato con applicazioni in paillettes doppiato da chiffon; cardigan in pizzo dorato doppiato da tulle
TA 7464-65
Dono di Gianfranco Ferrè
- 36/45Colori in movimento
Gandini Marcolino
(Torino 1937)
Pittura astratta geometrica
1966
Olio acrilico su tela
Gianfranco Ferré
Completo: Redingote, camicia e gonna
Primavera-Estate 1988
Redingote in taffetas di seta; camicia in organza e gonna in Crêpe di lana
TA 7558-61
- 37/45Percorsi alla moda
La sezione dedicata al viaggio presenta abiti e accessori tratti dalle collezioni del Museo della Moda e del Costume, adatti ad essere indossati o riposti in valigia per il viaggio, ma non necessariamente nati appositamente per questo. Si tratta di cappelli, foulard, occhiali, guanti, oppure oggetti più singolari, come un porta grucce o un astuccio porta ombrello, ma soprattutto borse e valigie che ci consentono di portare tutto quello che può esserci utile e che vanno dal beauty case al porta biancheria di James Collard Vickery, o alla valigia dei sogni con le etichette che ci ricordano i luoghi visitati.
Gli abiti, a parte lo spolverino nato per la guida, sono fondamentalmente capi comodi, tailleur o giubbotti, ma anche capaci di evocare situazioni particolari come il completo di Emilio Pucci, camicetta e gonna a palloncino, che fa pensare alle corse in automobile con il foulard svolazzante al collo come nei film di Hollywood degli anni Cinquanta.
Le opere esposte si confrontano quindi con la nostra suggestione alimentata dalla presenza in mostra di giocattoli d’epoca, ovvero tre modellini in latta , due automobili e un autobus riproduzioni fedeli dei mezzi di trasporto originali. I tre balocchi, uniche opere gentilmente concesse in prestito,richiamano a loro volta la macchinina che ha in mano Robert il nipotino di Elisabeth Chaplin nel ritratto presente in mostra. Di forte impatto visivo anche l’autoritratto dello scultore Vito Pardo che sceglie di raffigurarsi come un Audax cioè il capo dei velocisti che portarono avanti l’impresa da record di arrivare da Firenze a Napoli in un solo giorno ( 12 giugno del 1897). - 38/45Percorsi alla moda
Emilio Pucci
Foulard “Vivara”
1966
Twill di seta
TA 6186
Dono di Emilio Pucci
Givency
Turbante
1969-70
Twill di seta
GCC 6825
Dono di Cecilia Matteucci Lavarini
- 39/45Percorsi alla moda
Vito Pardo
(Venezia 1872-1933)
Autoritratto
1923
Busto fuso in bronzo
Donato dall'artista nel 1943
IRA Jaccob’s London
Berretto a casco con occhiali
1935-37ca.
Pelle, panno di lana e occhiali in celluloide
TA 8298-99
Dono di Centro della moda italiana
- 40/45Percorsi alla moda
Soprabito
1930 ca.
Tela di seta impermeabilizzata
TA 1863
Dono di Giacomo Cocola
Valentino Boutique
Overcoat
1980 ca.
Piede de poule di lana con dettagli in velluto
GCC 6870
Dono di Cecilia Matteucci Lavarini
- 41/45Percorsi alla moda
Valigia
1900-15
Cuoio
TA 8897
Dono di Luigi Domacavalli
- 42/45Percorsi alla moda
John Collard Vickery
Porta Biancheria da viaggio
1905-10
Pelle di vitello e fodera in moiré di seta
TA 1905
Dono diAntonio Altoviti Avila
- 43/45Percorsi alla moda
Borsa portabiancheria
1900-1910
Juta ricamata in cotone
TA 13279
Dono di Giuliana Ghisellini
- 44/45Percorsi alla moda
Limousine Tipp &Co.
1928 ca.
Proprietà di Agostino Barlacchi
Pullman Tipp & Co.
1930 ca.
Auto Cadillac
1950 ca.
- 45/45Percorsi alla moda
Elisabeth Chaplin
(Fointenbleau 1892 - Fiesole 1982)
Robert con cane e automobilina
1930-31 ca.
Dono di Elisabeth Chaplin nel 1974
Tracce 2018
Questo percorso virtuale è stato realizzato dal Dipartimento Informatica, Strategie Digitali e Promozione Culturale delle Gallerie degli Uffizi in concomitanza con la mostra Tracce. Lasciarsi guidare dalla moda, in corso presso il Museo della Moda e del Costume dal 17 luglio 2018.
CREDITS
Ideazione e cura della mostra
Caterina Chiarelli, coordinatore Museo della Moda e del Costume
Simonella Condemi, coordinatore Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti
Tommaso Lagattolla, costumista scenografo
Assistente tecnico alla mostra
Katia Sanchioni
Assistenti ai curatori
Alice Simoncini
con la collaborazione di
Ilaria Banchetti
Serafina Martina Bizzarri
Redazione dei testi esplicativi
(introduzione alla Mostra e alle Sezioni, approfondimenti sulle opere)
Caterina Chiarelli
Simonella Condemi
con la collaborazione di
Alice Simoncini
Ricerche tecnico iconografiche
Arianna Borga
Francesco Douglas Ferri
Irene Grifoni
Alice Simonicini
Crediti fotografici
Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi, Francesco Del Vecchio
Archivio Sillabe, Antonio Quattrone, Marcello Bertoni, Paolo Bacherini
Inserimento testi e elaborazione grafica dell'IperVisione
Arianna Ingrassia, Omar Nappini
Ringraziamenti
I donatori del Museo della Moda e del Costume e della Galleria d'Arte Moderna, Agostino Barlacchi per il prestito gentilmente concesso, al personale del Museo della Moda e del Costume, e inoltre:
Annalisa Alecci
Antonella Alletto
Leonardo Baldi
Mariella Becherini
Andrea Biotti
Patrizia Capasso
Dylan Colussi
Edoardo Drera
Aurora Fiorentini
Simona Fulceri
Francesca Leoni
Mauro Linari
Claudia Luciano
Laura Mori
Cinzia Nenci
Susi Piovanelli
Francesca Schena
Vitina Telesca
Stephen Tobin
Alice Ventura
Nota: ogni immagine del percorso virtuale può essere ingrandita per una visione più dettagliata