On Being Present
La presenza dell’identità nera nelle collezioni degli Uffizi
On Being Present
Le Gallerie degli Uffizi hanno accolto con entusiasmo, per il secondo anno consecutivo, l’invito a partecipare all’edizione fiorentina di Black History Month!
Mentre per l’edizione 2019 il focus era incentrato su singolo artista, con la mostra monografica “Oltre” di Tesfaye Urgessa, l’idea progettuale dell’attuale edizione si basa sul recupero della presenza africana nella cultura occidentale in epoca rinascimentale e post rinascimentale, ispirandosi a una ormai abbastanza nutrita serie di pubblicazioni accademiche e di mostre realizzate in ambito internazionale, ma che fino ad oggi hanno avuto scarso seguito in ambito italiano.
Muovendo da questi studi, si è deciso di proporre un primo itinerario di riflessione sulla presenza e sul significato dell’identità nera nel cuore di una delle più straordinarie collezioni d’arte al mondo. Grazie alle potenzialità della comunicazione digitale, il percorso ha preso la forma di IperVisione: On being present è una galleria virtuale di presenze africane in capolavori celeberrimi esposti sia nella Galleria delle Statue e delle Pitture agli Uffizi che in Galleria Palatina a Palazzo Pitti; è una proposta di viaggio per sondare i diversi possibili significati della presenza nera in dipinti che spaziano dalla fine del XV secolo all’inizio del XVIII.
Il percorso si apre, cronologicamente, con le presenze marcatamente non “occidentali” - nei costumi come nei tratti fisiognomici - del dignitario o militare fra gli Alabardieri di Vittore Carpaccio e del Magio nell’Adorazione di Dürer, per proseguire con i ritratti dalla serie gioviana dei re d’Etiopia, con i servi che furono presenza fissa nella corte medicea e che restano immortalati nei ritratti burleschi di Justus Suttermans come di Anton Domenico Gabbiani, per aprirsi poi a personaggi meno scontati come il duca Alessandro de’ Medici e concludersi con il forse meno noto, ma non meno intrigante, albino Benedetto Silva.
Sono tutte opere molto conosciute e ampiamente studiate in ambito prettamente storico-artistico, ma che adesso il percorso virtuale analizza da un punto di vista più inedito, con aperture a considerazioni storiche e socio-antropologiche, proposte da autori internazionali che intendono offrire, per queste presenze ‘nere’, nuove possibili chiavi interpretative.
L’auspicio naturalmente è che questa prima, necessariamente ristretta ma significativa galleria apra spunti di riflessione per nuove, feconde ricerche sul campo. Al tempo stesso, l’intento che questo itinerario virtuale si propone è d’essere una base di partenza per chi voglia visitare, non solo virtualmente ma anche fisicamente, le collezioni degli Uffizi seguendo un filo certamente diverso dai percorsi di visita canonici: un percorso di visita guidato, ci auguriamo, da un decisivo cambio di prospettiva.