Boboli ecosistema creativo: individuato un nuovo ibrido di orchidea!
Censito un ibrido di Ophrys nativo del parco della reggia fiorentina
Ophrys xbobolensis
Dal 2017 è in essere una collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi e la Sezione fiorentina di G.I.R.O.S., “Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee” per il censimento, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio di orchidee spontanee del Giardino di Boboli.
La famiglia delle Orchidaceae comprende nel mondo circa 20.000 specie, riunite in circa 800 generi. Sono diffuse in tutti gli ambienti, con la sola esclusione delle zone desertiche e delle vette montane. In Europa, e nell’area circummediterranea in particolare, se ne contano circa 700 tra specie e ibridi, dei quali almeno un terzo presenti sulla penisola italiana, dal livello del mare ai 2.500 mt di quota.
I risultati del censimento effettuato nelle stagioni 2018 e 2019 sono stati pubblicati su GIROS OSE vol.63 (1); notizie sul censimento della stagione 2022 si trovano invece qui.
Nel 2021, all'interno della Sezione di Botanica Superiore, è stato trovato nuovo ibrido: “Ophrys ×bobolensis Romolini, Nieri & Petrucci nothosp. nov.” , la cui descrizione è stata pubblicata dagli AA su GIROS OSE vol.65 (2) 2022. Si tratta di un ibrido fra Ophrys classica e Ophrys maritima che sono presenti con alcuni esemplari nella stessa aiuola. Il periodo di fioritura è compreso fra la fine di marzo e la fine di aprile. Alla fine della stagione 2022 abbiamo constatato la presenza di 15 specie, 3 varietà e l’ibrido citato.
La formazione di ibridi è un fenomeno abbastanza frequente nelle orchidee spontanee, in virtù dell’utilizzo di insetti impollinatori per il trasferimento dei gameti da un fiore all’altro. In particolare, per la riproduzione delle orchidee del genere Ophrys, a cui appartiene l’ibrido descritto, l’aspetto del fiore è particolarmente importante. Esso imita la forma della femmina dell’insetto impollinatore, che viene attratto anche da stimoli odorosi specifici, spesso addirittura più intensi di quelli emessi dalla femmina stessa. Tutte le parti che compongono il fiore si combinano in modo caratteristico per ottimizzare l’asportazione del polline e il suo trasporto ad altri fiori da parte dell’insetto “ingannato” dall’orchidea. La formazione di ibridi è il frutto di “errori” dell'insetto maschio, che scambia i fiori di più di una specie per la propria femmina.
Rolando Romolini, Giampaolo Nieri, Fabrizia Petrucci
GIROS. Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee