Un corpus evanescente di autoritratti di Annibale Carracci agli Uffizi
Il presente studio s’incentra su una serie di autoritratti problematici di Annibale Carracci che, esposti agli Uffizi, ci regalano un’immagine dell’artista indubbiamente più sfumata. La più celebre raffigurazione di Carracci è immortalata in due tele pressoché identiche – l’Autoritratto sul cavalletto degli Uffizi e quello dell’Hermitage – qui sottoposte a scrupoloso scrutinio. Riconoscendo un dipinto autografo nella versione dell’Hermitage, l’autrice affronta il tema della sua non coincidenza con l’opera meta-pittorica per antonomasia: il famoso autoritratto perduto realizzato sulla tavolozza del pittore. Lo studio scorge nel quadro dell’Hermitage una riflessione sull’immortalità, nella quale l’artista rivolge allo spettatore uno sguardo che sfida i secoli con un gesto autorappresentativo di rara modestia. Combinando tutte le variazioni sul tema, il corpus celebra l’incanto che avvolge la figura di Annibale e l’indefessa ricerca di un bersaglio sfuggente: un autoritratto autentico degno della collezione degli Uffizi.