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Approfondimenti | 19/07/2019

Il “Vaso di Fiori” di Jan van Huysum ritorna a Palazzo Pitti!

Il “Vaso di Fiori” di Jan van Huysum ritorna a Palazzo Pitti!

Il dipinto trafugato da soldati della Wehrmacht durante la Seconda Guerra Mondiale è stato restituito all’Italia il 19.07.2019

Dopo 75 anni di assenza dall’Italia, il 19 luglio 2019 il "Vaso di Fiori”  di Jan van Huysum, il più celebre pittore di nature morte attivo in Olanda nel primo Settecento, viene restituito dalla Repubblica Federale Tedesca alla Repubblica Italiana in una cerimonia solenne nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, in presenza del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, dei due Ministri degli Affari Esteri di Italia e Germania, del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, del Direttore delle Gallerie degli Uffizi e di molte autorità intervenute per celebrare questa storica occasione.

Nel 1940, all’inizio del Secondo conflitto mondiale, la reggia di Pitti fu evacuata e le opere d’arte, tra le quali il “Vaso di Fiori”, vennero messe dentro casse di legno e inizialmente portate nella villa medicea di Poggio a Caiano. Nel 1943 furono spostate nella villa Bossi-Pucci a Montagnana (Montespertoli), fino a quando militi dell’esercito tedesco in ritirata le prelevarono insieme ad altre opere e le trasferirono temporaneamente a Castel Giovo (San Leonardo in Passiria), in provincia di Bolzano, per prepararne la definitiva trasferta fuori del confine nazionale attraverso il Brennero. La cassa in cui si trovava il “Vaso di Fiori” di Palazzo Pitti venne aperta, e nel luglio 1944 un caporalmaggiore, che si era impossessato del quadro, spedì il dipinto come regalo alla moglie a Halle an der Saale, in Germania.

Da questo momento se ne persero le tracce fino al novembre 1989, poche settimane dopo la caduta del muro di Berlino, quando i detentori del dipinto si rivolsero alla Pinacoteca di Stato Bavarese cercando di ottenere informazioni sull’autenticità e sul valore del quadro. Successivamente lo fecero restaurare proprio a Monaco di Baviera. Dal 1991 – anno in cui il Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri aprì un fascicolo sul caso – la famiglia tedesca ripetutamente cercò di vendere il quadro allo Stato italiano attraverso vari intermediari, minacciando tra l’altro anche di cederlo a terzi o addirittura la sua distruzione se non si fosse pagato un riscatto. Quando nel 2016, dopo una pausa di cinque anni, un nuovo intermediario si è rivolto agli Uffizi, avanzando ancora una volta una richiesta di pagamento, la Procura della Repubblica di Firenze ha aperto un fascicolo per tentata estorsione. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha quindi riconvocato il Comitato Nazionale per le Restituzioni, coinvolgendo anche il Ministero per gli Affari Esteri e le Cooperazioni Internazionali e il Ministero della Giustizia, per avviare un’operazione congiunta di diplomazia culturale, che ha portato infine alla restituzione odierna. Il dipinto resterà esposto nella Sala della Musica della Galleria Palatina ( Palazzo Pitti ) per quattro mesi, per poi tornare nella sua originaria collocazione nella Sala dei Putti.

A gennaio 2019 il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt aveva lanciato un appello per la restituzione del dipinto: guarda il video.

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