Abito da giorno
Manifattura italiana
Quest’abito ha la tipica linea dritta dei primi anni Dieci del XX secolo quando la moda femminile, grazie principalmente alle creazioni di Paul Poiret, abbandona ogni volume fittizio per privilegiare abiti che si adagino sulle forme naturali del corpo. La comodità nel vestire che questa linea sembrerebbe suggerire è però solo apparente, dato che sotto alle vesti era ancora presente il busto steccato che in questi anni si allunga addirittura fino alle cosce, e le gonne erano spesso così strette alle caviglie da limitare i movimenti. Con la silhouette degli abiti resa più semplice, la preziosità e sontuosità delle vesti era affidata ai materiali e al loro contrasto. Nello stesso abito si abbinavano e sovrapponevano tessuti differenti, lucidi e opachi, leggeri e pesanti, a loro volta ornati da ricami che mescolavano tecniche e filati, creando un gioco di intrecci, trasparenze e volumi. In quest’abito, al velluto blu si sovrappone il taffetas viola incrociato come uno scialle sul seno e attorno alla vita. Corpino e gonna sono poi parzialmente doppiati in tulle blu che fa da base ad un elaborato ricamo dove si mischiano punti in filo di seta, elementi in filato metallico applicati, e piccoli pendenti in seta. Lo scollo è colmato da una guimpe, ossia un davantino in tulle argentato che termina, come voleva la moda dei primi 13-14 anni circa del XX secolo, in un alto colletto trasparente che fascia il collo fino al mento. Questi colletti, che la moda richiedeva alti e in materiali leggerissimi come tulle, organza o merletto, erano mantenuti eretti da piccole stecche dette reggicollo che potevano essere in filo metallico o, come in questo caso, nei primi materiali sintetici come la celluloide. La complessa allacciatura nel centro dietro composta da una lunga doppia fila di gancetti metallici e bottoncini automatici che chiudono prima la fodera interna e poi l’abito vero e proprio, rendeva necessario l’aiuto di una domestica per potersi vestire.
Dono di Riccardo Vivarelli Colonna, Firenze.
Appartenuto a Virginia Bartolini Baldelli, sposata Vivarelli Colonna nel 1907.
Cappello non originale.