Abito da giorno
Manifattura italiana (?)
Tra il quarto e il quinto decennio dell’Ottocento, sottogonne e strutture a crinoline consentirono di incrementare notevolmente l’ampiezza degli abiti. L’impiego di grandi quantità di tessuto, volants e gonne sovrapposte conferiva alla silhouette femminile di questo periodo l’apparenza di un grande fiore rovesciato di cui la vita, strizzata dentro al busto, restituiva l’immagine di uno stelo sottile.
L’abito in esame, in tessuto leggero, presenta delicate increspature nella zona del busto, che ne movimentano la superficie in prossimità dello scollo, sulle spalle e attorno alla vita. Le maniche, ad andamento svasato, sono attraversate in lunghezza da più vistose arricciature, mentre una doppia balza à volants ne percorre gli orli.
Il taffetà rosso scuro della cintura crea un deciso stacco tra l’avvitamento del busto e il rigonfiamento della sottostante gonna, arricchita da tre ordini di balze arricciate che richiamano quelle sulle maniche. Leziosi bouquet di fiori, impressi su sfondo scozzese, punteggiano il tessuto vivacizzandone la superficie.
La fortuna commerciale di tessuti quali cotone e lino insieme alla diffusione delle tecniche industriali di stampaggio su stoffa favorirono l’introduzione di vestiti più leggeri e freschi per la stagione estiva, oltre ad aver fornito alternative più economiche a preziose materie tessili come la seta. Tessuti leggeri e colori chiari erano generalmente considerati più adatti alle giovani. Abiti relativamente semplici e leggeri come questo potevano costituire una parte del guardaroba femminile richiesto per occasioni specifiche della giornata e dell’anno, come passeggiate a piedi e viaggi verso le mete predilette dalla borghesia ottocentesca, come case di villeggiatura in campagna, in montagna e presso località termali e marittime.
La Galleria del Costume/4 , Centro di, Firenze, 1990, pp. 16-17; S. Ricci, Le ore della moda: il codice borghese delle buone maniere , in La Galleria del Costume/5 , Centro di, Firenze, 1993, pp. 17, 20.