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Abito da sposa in due pezzi, corpino e gonna

Manifattura napoletana

Data
1876-78 c.
Tecnica
Taffetas liserè a righe ocra, azzurro polvere e marrone; taffetas azzurro polvere; merletto meccanico
Inventario
Tessuti Antichi 5810 e 5811

Quest’abito da sposa fu indossato da Gaetana D’Ambrosio, di Modugno, Bari, in occasione del suo matrimonio con Michele Bruno, ingegnere di Potenza. Il fatto che siano state scelte tinte pastello per un abito da sposa, invece del bianco, non è inconsueto. La moda di andare all’altare vestite di bianco comincia a diffondersi solo all’inizio del XIX secolo, e benché diventi progressivamente sempre più comune nei decenni seguenti - in particolare a partire degli anni Cinquanta del secolo – non diviene subito la norma, e optare per tinte pastello o addirittura in alcuni casi colori vivaci o scuri era una scelta ancora relativamente diffusa. L’utilizzo di un abito bianco, così come del velo, era addirittura ritenuto inappropriato per spose oltre i 25 anni.

Il corpino, in tessuto di seta a righe ocra, azzurro polvere e marrone, con piccoli motivi liseré - ossia formati da slegature dei fili di trama - scende fasciante fino a fianchi, e posteriormente si allunga in uno strascico drappeggiato, raccolto in basso da un grande fiocco, e rifinito da merletto meccanico. La gonna è in taffetas di seta azzurro polvere, arricciata nella parte anteriore, con uno strascico ornato di merletto meccanico e balze arricciate e pieghettate. Sia il volume che gli elementi decorativi sono concentrati nella parte posteriore della gonna, come voleva la moda di questi anni che poneva l’accento sul retro della figura femminile, sia nelle acconciature sia negli abiti che godevano del loro massimo splendore proprio visti da dietro. Per la cerimonia l’abito era completato da un velo in merletto andato perduto. L’abito è di manifattura napoletana, città in cui pare che Gaetana D’Ambrosio facesse confezionare tutto il suo guardaroba, e fu indossato dalla sposa per la cerimonia in chiesa, mentre per la cerimonia civile, che in genere aveva luogo qualche giorno prima di quella religiosa e per cui si indossava un abito da mattino, pare che la sposa optò per un abito in raso bordeaux.

 

Dono di Nella De Fabritiis, Firenze.

Bibliografia

La Galleria del Costume/5, Firenze, 1993, pp 56-57

Testo di
Camilla Colombo; Vanessa Gavioli
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