Adorazione del Bambino
Gerrit van Honthorst, detto Gherardo delle Notti (Utrecht 1590-1656)
L’olandese Gerrit van Honthorst era detto in Italia Gherardo delle Notti, per le caratteristiche ambientazioni “a lume di notte” delle sue composizioni, avendo subito l’influenza di Caravaggio, da lui conosciuto a Roma nei primi decenni del Seicento. Durante questo soggiorno italiano, l’artista entrò in contatto con il granduca Cosimo II de' Medici che nel 1620 acquistò da lui alcune opere tra cui probabilmente questa Adorazione del Bambino.
La luce divina che sprigiona il bambino rende ogni tratto più dolce e soffuso, accarezzando in particolare il volto della Vergine. Sulla parte destra della tela, San Giuseppe si appoggia al suo bastone contemplando il Bambino con un’espressione mista di amore e gioia. Lo sguardo dei due angioletti a sinistra è colmo di umanissima commozione: il tenero rossore delle guance e la cascata di riccioli morbidi donano ancora più naturalezza ai loro volti fanciulleschi. I sorrisi sono spontanei come quelli di bambini ritratti dal vero, con tutta probabilità appartenenti ai garzoni di bottega che i pittori utilizzavano frequentemente come modelli. Come gli angioletti, anche il San Giuseppe sembra un ritratto dal vivo: il volto, su cui spicca una folta barba brizzolata, è segnato dalle rughe che tradiscono l’età più avanzata rispetto a quella della Vergine e la fatica del mestiere di artigiano.