Vai al contenuto principaleVai al footer

"Oggi è nato per voi un Salvatore"

  • "Oggi è nato per voi un Salvatore"

    I dipinti delle Gallerie degli Uffizi raccontano il Natale e l'Epifania

    Oggi è nato per voi un Salvatore
  • 1/23
    Introduzione

    Natale è il periodo dell’anno in cui i Cristiani celebrano la venuta al mondo di Gesù, riconoscendo in lui il Messia, cioè figlio di Dio inviato per la salvezza degli uomini. I Vangeli ci raccontano che il Bambino venne al mondo in una stalla, avendo per culla una mangiatoia, dopo che i suoi genitori, Maria e Giuseppe, erano stati respinti da ogni locanda dove avevano cercato rifugio. Questa storia ha colpito e ispirato la fantasia degli artisti di ogni tempo. E cosi la Natività, insieme all’episodio successivo dell’arrivo dei tre Re Magi - che si festeggia il 6 gennaio - è stata dipinta o scolpita, incisa, miniata in mille varianti, che assecondano il gusto del tempo in cui furono eseguite.

    La piccola selezione che segue è un viaggio dentro il tema del Natale attraverso capolavori ed opere meno note, scelte nelle collezioni delle Gallerie degli Uffizi, che contano in tutto oltre 300 opere, aventi per soggetto la Natività o l’Adorazione dei Magi.

    Una piccola mappa di approfondimenti da sperimentare, per una visita più speciale del solito. Ma anche per soffermarci tutti insieme su una immagine conosciutissima in tutto il mondo, una icona che ci stimola a riflettere in ultima analisi sul senso più profondo dell’uomo, al di là della sua condizione sociale, della provenienza o del colore della sua pelle.

     

    Nota: ogni immagine della mostra virtuale può essere ingrandita per una visione più dettagliata.

    Adorazione dei Magi
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 2/23
    Gentile da Fabriano

    Adorazione dei Magi

    1423

    Tempera su tavola, 301.5 × 283 cm

    Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture

    Inv. 1890 n. 8364

     

    Il polittico fu commissionato da Palla Strozzi, facoltoso mercante fiorentino, per la cappella di famiglia in Santa Trinita nel 1423.

    Il tema dell'Adorazione dei Magi si prestava perfettamente per la messa in scena di una sontuosa sacra rappresentazione, che celebrasse la ricchezza del committente e la competenza tecnica di Gentile da Fabriano.

    La narrazione inizia dalle lunette in alto con gli episodi dell’avvistamento della stella da parte dei Magi, del loro viaggio e dell’arrivo a Gerusalemme.

    Nella parte centrale è raffigurato il variopinto corteo, composto perfino da animali esotici (un ghepardo e due scimmie), che giunge al cospetto della Sacra Famiglia.

    La Madonna con il Bambino, circondata da due eleganti ancelle e da San Giuseppe, siede davanti ad una parete architettonica che sembra alludere alla porta d’ingresso di una città.

    Tutta la scena è pervasa da un alone fiabesco, ideato proprio per celebrare il lusso della borghesia mercantile fiorentina.

    La predella sottostante è composta da tre scomparti rettangolari che mostrano la Natività, la Fuga in Egitto e la copia della Presentazione di Gesù al Tempio che, nel 1903, fu dipinta da Gaspare Diomede della Bruna (l'originale si trova al Louvre dall’Ottocento).

    Adorazione dei Magi
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 3/23
    Gentile da Fabriano

    Di fronte a Gesù Bambino s’inginocchia, privo di corona, il più anziano dei Re Magi, ricevendo da lui un’affettuosa carezza sulla testa calva.

    Subito a ridosso vengono gli altri due saggi per porgere i loro doni, mentre uno scudiero toglie gli speroni al più giovane.

    Tutto il gruppo indossa abiti sfarzosi caratterizzati da elaborati motivi decorativi e realizzati con le stoffe più preziose, affini a quelle che lo stesso Palla Strozzi commerciava.

    Molti particolari, quali le corone, le aureole e le bardature dei cavalli, dimostrano tutta l’abilità tecnica di Gentile da Fabriano, sia nella pittura che nell’arte orafa.

    Adorazione dei Magi
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 4/23
    Gentile da Fabriano

    Le due figure in posa al centro della scena sono i ritratti del committente (il distinto signore con il turbante ed il falcone) e del figlio Lorenzo (il ragazzo con il cappello rosso).

    Adorazione dei Magi
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 5/23
    Gentile da Fabriano

    Nella splendida cornice dorata sono dipinti molteplici specie di fiori, che hanno la precisione nei dettagli propria delle illustrazioni botaniche.

    Adorazione dei Magi
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 6/23
    Hugo van der Goes

    Adorazione dei pastori (Trittico Portinari)

    1478 c.

    Olio su tavola, 253 x 141 cm

    Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture

    Inv. 1890 nn. 3191-3192-3193

     

    Questa grande tavola composta da tre pannelli venne dipinta a Bruges dal celebre pittore fiammingo Hugo van der Goes su commissione del fiorentino Tommaso Portinari, banchiere a capo della filiale locale del Banco mediceo. L'opera fu trasportata per nave fino a Pisa, da cui poi risalì l'Arno per giungere a Firenze il 28 maggio 1483 ed essere collocata presso la chiesa di Sant'Egidio nell'Ospedale di Santa Maria Nuova, di antico patronato dei Portinari.

    Nel pannello centrale, occupato quasi per intero da un edificio di gusto nordico, vediamo un gruppo di pastori, ritratti in maniera realistica, che umilmente s'inginocchiano in adorazione del Bambino da cui s'irradiano raggi di luce divina. Anche Maria, imponente nel suo abito blu, lo osserva con amore mentre completano la scena San Giuseppe e una serie di angeli che si dispongono a semicerchio attorno al Bambino.

    Gli scomparti laterali del polittico continuano spazialmente quello centrale, con la prosecuzione del paesaggio punteggiato di abitazioni e castelli, rappresentati fin nei minimi dettagli (secondo una caratteristica tipica dell'arte fiamminga); vi sono raffigurati i membri della famiglia Portinari inginocchiati in preghiera e accompagnati dai rispettivi santi protettori. Il pannello di sinistra è dedicato agli uomini e vi si vede Tommaso Portinari con i due figli Antonio e Pigello, presentati da san Tommaso (con la lunga asta), e sant'Antonio Abate (nelle tipiche vesti da eremita). Il pannello di destra mostra, invece, le donne: Maria di Francesco Baroncelli, moglie di Tommaso, e la figlia Margherita, dietro le quali si ergono santa Maria Maddalena (con il vaso degli unguenti) e santa Margherita (con il libro e il dragone). Si distingue, in particolare, la Maddalena per il sontuoso abbigliamento e l'acconciatura tipica del Quattrocento, con i capelli rasati sulla fronte e raccolti in un'ampia ed elaborata crocchia.

    Sullo sfondo appaiono anche due episodi secondari del racconto sacro: a sinistra la Fuga in Egitto e a destra i Re Magi sulla via di Betlemme.

    Adorazione dei pastori con angeli e i santi Tommaso, Antonio abate, Margherita, Maria Maddalena e la famiglia Portinari (recto); Annunciazione (verso)
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 7/23
    Hugo van der Goes

    In primissimo piano troviamo una splendida natura morta, con due vasi di fiori e una fascina di frumento, che cela significati allegorico-religiosi. Infatti il frumento allude all'Ultima cena, dove Cristo istituì il sacramento dell'Eucaristia, spezzando il pane, mentre i gigli rossi simboleggiano il sangue versato durante la Passione, gli iris bianchi rappresentano la purezza e quelli purpurei (assieme all'aquilegia del vaso più piccolo) i sette dolori della Vergine. I garofani, infine, evocano la Trinità. Pertanto è come se in questa scena con la nascita di Gesù già si prefigurasse la sua morte e resurrezione. Anche un altro oggetto è da interpretare in maniera simbolica: si tratta dello zoccolo di San Giuseppe che egli si è tolto per onorare a piedi scalzi la sacralità del terreno su cui è steso il Bambino.

    Adorazione dei pastori con angeli e i santi Tommaso, Antonio abate, Margherita, Maria Maddalena e la famiglia Portinari (recto); Annunciazione (verso)
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 8/23
    Hugo van der Goes

    La storia di Santa Margherita racconta che, dopo aver professato la sua fede cristiana, fu incarcerata e venne visitata in cella dal demonio, che le apparve sotto forma di drago e la inghiottì; ella, però, armata della croce, gli squarciò il ventre e uscì sana e salva. La testa di drago raffigurata da van der Goes ai piedi della santa non ha però niente della tradizionale ferocia del mostro sputafuoco, bensì ha sembianze molto più docili, tanto da sembrare un mansueto cagnolone dagli occhi lucidi.

    Adorazione dei pastori con angeli e i santi Tommaso, Antonio abate, Margherita, Maria Maddalena e la famiglia Portinari (recto); Annunciazione (verso)
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 9/23
    Hugo van der Goes

    I pannelli laterali sono chiudibili, come è tipico nelle pale d'altare nordiche, e presentano un'Annunciazione a monocromo in cui le figure emergono plasticamente all'interno di nicchie, come se fossero delle sculture di marmo.

    Adorazione dei pastori con angeli e i santi Tommaso, Antonio abate, Margherita, Maria Maddalena e la famiglia Portinari (recto); Annunciazione (verso)
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 10/23
    Amico Aspertini (attribuito)

    Adorazione dei Magi

    Fine XV sec.

    Olio su tavola, 57 x 44.8 cm

    Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina di Palazzo Pitti

    Inv. 1912 n. 341

     

    Commissionata dal ramo di Cetona della famiglia Vitelli di Città di Castello (come testimoniato dallo stemma dipinto nei due angoli in basso), questa piccola tavola entrò a far parte delle collezioni medicee nel 1675, acquistata dal Cardinale Leopoldo. Per secoli è stata attribuita a Pinturicchio o genericamente alla scuola umbra, finché, dopo il restauro del 1997, non è stata avanzata l'ipotesi che si tratti di un'opera di Amico Aspertini, eseguita a Roma sul finire del Quattrocento. Come altri lavori del pittore bolognese, infatti, anche questa Adorazione dimostra una grande verve creativa, caratterizzata dalla volontà di sperimentare nuove forme che “svecchino” la tendenza stilistica imperante all’epoca, tutta incentrata sulla ripresa un po' meccanica dei modi raffaelleschi.

    Questo è evidente nelle delicate ed esili figurine dei Re Magi che presentano i loro doni alla Sacra Famiglia, collocata sul lato destro del dipinto. Con i loro abiti contemporanei, realizzati nei tessuti più ricchi (velluti e sete dai colori vivaci, quasi cangianti) e rifiniti con preziosi particolari dorati, chiudono un corteo in cui emergono numerosi personaggi altrettanto nobili ed eleganti. Data la loro caratterizzazione fisiognomica e la posizione rilevante nella composizione, non è da escludere che alcuni di essi (ad esempio l'uomo dai capelli bianchi vestito con una tunica marrone e l'uomo con il copricapo rosso che si pongono subito alle spalle dei Re Magi) possano ritrarre persone realmente esistite, forse gli stessi committenti.

    L'originalità dell'Aspertini, considerato un anticipatore del Manierismo, è evidente anche nella rappresentazione della natura sullo sfondo: difatti, egli parte da elementi tipici della tradizione paesaggistica umbra (la raffigurazione di alberi sottili e allungati con chiome fitte di minutissime foglioline e la luce chiara che sfuma leggermente i contorni sullo sfondo), ma li rielabora in maniera innovativa, conferendo ad esempio più asprezza e più contrasti chiaroscurali alle rocce che fungono quasi da quinte architettoniche al corteo in marcia.

    Adorazione dei Magi
    Galleria Palatina | Palazzo Pitti
    Scheda opera
  • 11/23
    Amico Aspertini (attribuito)

    Per accentuare la provenienza orientale del corteo dei Magi, il pittore inserisce degli animali esotici, quali una giraffa e un dromedario, resi con gusto quasi miniaturistico.

    Adorazione dei Magi
    Galleria Palatina | Palazzo Pitti
    Scheda opera
  • 12/23
    Amico Aspertini (attribuito)

    Al di là dei pali che sorreggono il tetto della capanna della Natività, è raffigurato un momento cronologicamente successivo (nella narrazione evangelica) all'Adorazione dei Magi: la Fuga in Egitto. Si vedono, infatti, Maria e il Bambino seduti sull'asino e San Giuseppe a piedi mentre, dopo essere stati avvisati dall'angelo che appare loro in cielo in un cerchio di luce purpurea, intraprendono il viaggio per sfuggire al massacro degli innocenti ordinato da Re Erode.

    Adorazione dei Magi
    Galleria Palatina | Palazzo Pitti
    Scheda opera
  • 13/23
    Albrecht Dürer

    Adorazione dei Magi

    1504

    Olio su tavola, 99 x 113.5 cm

    Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture

    Inv. 1890 n. 1434

     

    L’Adorazione dei Magi che l’artista realizza nel 1504 è un capolavoro di raffinata sintesi tra modelli nordici e citazioni italiane. Dürer a questa data aveva infatti compiuto il suo primo viaggio in Italia, conosceva quindi sia l’arte antica che quella italiana (in particolare Mantegna, Bellini, Leonardo). A Norimberga inoltre (sua città natale), il giovane Dürer aveva avuto modo di vedere stampe, monete, medaglie e opere di glittica presenti in città a causa degli intensi scambi commerciali con l’Italia settentrionale. In questa Adorazione, pur tenendo presente i modelli nordici (Dieric Bouts e David Gerard nei riferimenti alle architetture miste, agli archi spezzati e a precarie strutture lignee), il maestro si esprime con un linguaggio “all’italiana” scegliendo di rappresentare poche figure, costruite solidamente che si muovono in uno spazio ben costruito. Il re barbuto inginocchiato che con una torsione si avvicina al Bambino, rimanda ad esempio a Leonardo, in particolare al Mago e anche alla figura di vecchio che si sporge, entrambi dell’Epifania degli Uffizi recentemente restaurata ed esposta in Galleria, dopo una lunga assenza. Leonardesco è anche il re di profilo nel quale sono state rintracciate le sembianze dello stesso Dürer, un uomo con lunghi capelli biondi riccioluti che ricorda l’autoritratto conservato al Prado. L’insieme viene descritto con raffinata minuzia e ricerca del particolare: i tessuti, i broccati, le oreficerie delle corone e dei calici (di manifattura norimberghese), i rubini, le perle, il velo della Madonna, le piume, gli animali e le piante, tutto questo secondo un gusto d’oltralpe di derivazione fiamminga. Notevoli anche le scelte cromatiche: in primo piano il rosso, il verde e il blu, in lontananza l’azzurro del cielo e il blu del mare con una tavolozza che diviene chiara e luminosa aprendo ad un paesaggio un po’ fiabesco, con i cavalieri e il borgo in lontananza. La scelta iconografica si concentra sui personaggi principali: la Vergine mostra il bambino ai tre Magi, i quali recano in dono oro incenso e mirra. L’opera è datata “1504” ed è firmata con il caratteristico monogramma “AD”; firma e data che l’artista pone sulla pietra grigia collocata in primo piano vicino alla Madonna.

    Adorazione dei Magi
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 14/23
    Leonardo da Vinci

    Adorazione dei Magi

    1481-1482 c.

    Disegno a carbone, acquerello di inchiostro e olio su tavola; 244 x 240 cm

    Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture

    Inv. 1890 n. 1594

     

    Vedesi bene che Lionardo per l’intelligenza de l’arte cominciò molte cose e nessuna mai ne finì, parendoli che la mano aggiugnere non potesse alla perfezzione dell’arte ne le cose che egli si imaginava

    Giorgio Vasari

     

    Nel 1481 Leonardo lavorava ad un’Adorazione dei Magi per i frati agostiniani di San Donato a Scopeto presso Firenze, ma, dovendo partire per Milano, lasciò l’opera incompiuta. Rifiutata dai frati e rimpiazzata dall’Adorazione dei Magi di Filippino Lippi (anch’essa conservata agli Uffizi), rimase nel palazzo di Amerigo Benci, dove Vasari la vide nel 1568, mentre a fine Cinquecento entrò nelle collezioni medicee.

    Il dipinto dunque è rimasto sospeso nella sua esecuzione a un primo livello di abbozzo: alcuni personaggi sono quindi appena delineati, come per fermare un’idea, mentre altri risultano più rifiniti.

    Il soggetto rappresentato è l’Epifania, festa nella quale, secondo Sant’ Agostino, tutti i popoli rispondono alla chiamata di Cristo. Per questo tema Leonardo studiò una composizione molto complessa, ricca di figure, articolata in un semicerchio che ha per fulcro la Vergine col Bambino.

    Adorazione dei Magi
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 15/23
    Leonardo da Vinci

    La complessa e inconsueta iconografia trova spiegazione, oltre che nella istrionica fantasia del genio leonardesco, nel riferimento ad alcuni passi tratti dal Libro del Profeta Isaia (60, 4-7). Il testo prefigura l’avvento del Messia, colui che, in epoca di pace, avrebbe ricostruito il tempio di Gerusalemme, rappresentato a sinistra sul fondo, mentre a destra sono raffigurate scene di guerra.

    L’alberello, che un angelo indica dietro il Bambino, è simbolo del Germoglio di Jesse, ovvero Gesù stesso, giovane ma dalle radici antiche (Zaccaria 6, 12-13) e venerato da popoli provenienti da tutta la Terra.

    Adorazione dei Magi
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 16/23
    Gerrit van Honthorst, detto Gherardo delle Notti

    Adorazione del Bambino

    1619-1620 c.

    Olio su tela, 95.5 × 131 cm

    Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture

    Inv. 1890 n. 739

     

    La Natività è opera dell’olandese Gerrit van Honthorst, detto anche Gherardo delle Notti, per le caratteristiche ambientazioni “a lume di notte” che utilizza nelle sue composizioni, subendo l’influenza di Caravaggio, da lui conosciuto a Roma nei primi decenni del Seicento.

    Durante questo soggiorno italiano, l’artista entra in contatto con il granduca Cosimo II de' Medici, che nel 1620 acquista da lui alcune opere.

    È probabile che in questo nucleo si trovasse anche la tela oggi agli Uffizi, che rappresenta ai lati quattro figure: la Madonna, san Giuseppe e due angioletti, totalmente rapiti nell’adorazione del Bambino, uniti da una profonda emozione per il miracolo a cui stanno assistendo.

    Dal corpicino del neonato si sprigiona una luce quasi accecante che cattura i volti degli altri personaggi, facendoli emergere dall’oscurità dello sfondo. È la luce divina che rende ogni tratto più dolce e soffuso, accarezzando in particolare il volto della Vergine.

    Sulla parte destra della tela, vi è San Giuseppe, che si appoggia al suo bastone contemplando il Bambino con un’espressione mista di amore e gioia. Sulla sinistra, appaiono i due angioletti: uno, abbigliato con una veste di colore azzurro, tiene le mani incrociate sul petto in segno di umiltà; l’altro, con una tunica di colore giallo, impreziosita da orli intrecciati di perle e chiusa da una cintola di seta rossa, ha i palmi giunti in preghiera.

    ​​​​​​​Adorazione del Bambino
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 17/23
    Gerrit van Honthorst, detto Gherardo delle Notti

    Il dipinto colpisce per la tenerezza dei due angioletti, chini sulla mangiatoia. Il loro sguardo rapito è colmo di umanissima commozione: il tenero rossore delle guance e la cascata di riccioli morbidi donano ancora più naturalezza ai loro volti fanciulleschi. Il sorriso è spontaneo come quelli di bambini ritratti dal vero, con tutta probabilità appartenenti ai garzoni di bottega che i pittori utilizzavano frequentemente come modelli.

    ​​​​​​​Adorazione del Bambino
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 18/23
    Gerrit van Honthorst, detto Gherardo delle Notti

    Come gli angioletti, anche il San Giuseppe sembra un ritratto dal vivo: il volto, su cui spicca una folta barba brizzolata, è segnato dalle rughe che tradiscono l’età più avanzata rispetto a quella della Vergine e la fatica del mestiere di artigiano.

    ​​​​​​​Adorazione del Bambino
    Pittura | Gli Uffizi
    Scheda opera
  • 19/23
    Livio Mehus

    Adorazione dei pastori

    1670-1680 c.

    Olio su tela, 73 × 88 cm

    Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina di Palazzo Pitti

    Inv. 1890 n. 3430

     

    Il dipinto, normalmente ospitato nei depositi di Palazzo Pitti, è esposto in occasione delle festività nella Galleria delle Statue (Galleria Palatina).

     

    Quest’opera, con al centro la sacra famiglia circondata da un gruppo di pastori e contadine accorsi a rendere omaggio al piccolo Gesù, ci offre un’interpretazione intima e raccolta dell’episodio evangelico. Le espressioni dolci e affettuose ed i gesti appena accennati ma eloquenti dei protagonisti richiamano la cosiddetta “poetica degli affetti”, i cui grandi modelli sono la Notte di Correggio a Dresda e la Natività di Federico Barocci al Prado di Madrid.

    Le dimensioni ridotte del dipinto lasciano pensare che si trattasse di un quadro da stanza, destinato alla devozione privata, diversamente dunque da una pala d’altare come l’Adorazione dei Magi di Luca Giordano, d’impostazione più enfatica e solenne.

    La scena è dominata dalla luce emanata dal Bambino, che irradia le figure circostanti. Questo è un esempio tipico della pittura “a lume di notte”, che trova in Correggio uno dei primi e più alti punti di riferimento.

    A differenza della Natività di Gerrit van Honthorst, dove le figure sono colte in primissimo piano e l’attenzione è tutta rivolta ai personaggi, in questo quadro c’è un maggiore interesse per l’ambientazione generale e per il paesaggio.

    Sullo sfondo si apre uno squarcio di cielo, acceso da bagliori e percorso da nubi striate, che sembrano preannunciare un temporale. Questo particolare attesta il chiaro interesse di Mehus per la descrizione naturalistica e la resa degli effetti atmosferici, temi assai cari alla tradizione pittorica nordica.

    Adorazione dei pastori
    Galleria Palatina | Palazzo Pitti
    Scheda opera
  • 20/23
    Livio Mehus

    Il fulcro della scena è costituito dalla Vergine, colta nell’atto di sollevare un lembo del lenzuolo per coprire il figlio. Questo gesto estremamente umano, così come lo strettissimo scambio di sguardi tra i due protagonisti, sono tratti direttamente dalla Notte del Correggio.

    Adorazione dei pastori
    Galleria Palatina | Palazzo Pitti
    Scheda opera
  • 21/23
    Luca Giordano

    Adorazione dei Magi

    1683-1685 c.

    Olio su tela, 190 × 122.5 cm

    Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina di Palazzo Pitti

    Inv. Poggio Imperiale n. 155

     

    Il quadro risale al periodo compreso tra i due soggiorni fiorentini del pittore (1682-83 e 1685-86), periodo in cui egli aveva fatto ritorno a Napoli.

    Le grandi dimensioni e il formato verticale dell’opera sono dovuti alla sua originaria collocazione: il dipinto, infatti, era stato inizialmente concepito per ornare l’altare che il committente, ossia il viceré di Napoli, settimo marchese del Carpio, si era fatto costruire all’interno della cappella di famiglia, nella città partenopea. In seguito, la tela fu acquistata per le collezioni medicee dal granduca Cosimo III.

    Al centro della scena spiccano la Madonna col Bambino e, alle spalle, San Giuseppe. Come vuole la tradizione, egli ha le sembianze di un uomo barbuto e ormai anziano, mentre Maria appare giovanissima, quasi adolescente. Attorno a loro, si riuniscono i tre Magi, che, abbigliati con vesti sontuose, offrono a Cristo i loro doni.

    Sullo sfondo di un cielo illuminato da un bagliore dorato, si staglia un corteo di angioletti, che emergono da un vaporoso turbinio di nuvole.

    La composizione è costruita secondo un andamento ascensionale, che ha lo scopo di coinvolgere l’osservatore e di conferire all’opera un forte movimento ed un effetto scenografico e teatrale.

    L’interesse dell’artista per la pittura veneta del Cinquecento si esprime nella calda e solare luminosità che avvolge l’intera scena e nella ricchezza cromatica dei tessuti, accesi da brillanti riflessi di luce.

    Adorazione dei Magi
    Galleria Palatina | Palazzo Pitti
    Scheda opera
  • 22/23
    Luca Giordano

    In primo piano, conversando tra di loro, assistono all’evento sacro due servitori, vestiti secondo la moda del tempo: quello di destra è un moretto, mentre quello di sinistra è un nano, personaggi ricorrenti nelle corti europee dell’epoca. Con queste due figure, Giordano inserisce nel dipinto uno spaccato della vita quotidiana di allora.

    Adorazione dei Magi
    Galleria Palatina | Palazzo Pitti
    Scheda opera
  • 23/23
    Luca Giordano

    Il Re Magio Gaspare, colto di profilo di fronte alla Vergine, presenta un volto dai tratti fisionomici molto caratterizzati: è probabile che sia un ritratto, verosimilmente del committente, il cui nome era appunto Gaspar.

    Adorazione dei Magi
    Galleria Palatina | Palazzo Pitti
    Scheda opera

"Oggi è nato per voi un Salvatore"

I dipinti delle Gallerie degli Uffizi raccontano il Natale e l'Epifania

CREDITS

Coordinamento scientifico: Anna Bisceglia

Testi: Beatrice Cristini, Valentina Pantalloni, Katiuscia Quinci, Matteo Tognacci.

Traduzioni: Elisabeth Meissner (nn. 2-5, 16-23); Eurotrad Snc (nos. 1, 6-15).

Revisione traduzioni: Giovanna Pecorilla

Grafica: Andrea Biotti

Editing a cura del Dipartimento di Strategie Digitali delle Gallerie degli Uffizi

Crediti fotografici: Francesco del Vecchio e Roberto Palermo

Pubblicazione dicembre 2018

Nota: ogni immagine della mostra virtuale può essere ingrandita per una visione più dettagliata.

La Newsletter delle Gallerie degli Uffizi

Iscriviti per restare informato!
APERTURE STRAORDINARIE SERALI

Scopri gli Uffizi di sera!

Prenditi del tempo: il martedì puoi goderti arte e bellezza senza folle, in tutta calma.