Annunciazione
Leonardo da Vinci (Vinci 1452 – Amboise 1519)
Davanti ad un palazzo rinascimentale, in un rigoglioso giardino recintato che evoca l’hortus conclusus allusivo alla purezza di Maria, l’Arcangelo Gabriele si inginocchia davanti alla Vergine rivolgendole il saluto ed offrendole un giglio. La Vergine risponde, seduta con grande dignità davanti a un leggio sul quale è poggiato un libro. Il tradizionale tema sacro è collocato da Leonardo in un’ambientazione naturalistica e terrena: l’angelo ha una corporeità concreta, suggerita dall’ombra proiettata sul prato e dalla resa dei panneggi che presuppongono studi dal vero. Anche le sue ali prendono ispirazione da quelle di qualche poderoso rapace. E’ straordinaria la resa della luce crepuscolare che plasma le forme, unifica la scena e fa risaltare le sagome scure degli alberi sul lontano paesaggio dello sfondo, dominato dai toni sfumati cari all’artista. Gli elementi architettonici sono disegnati secondo le regole della prospettiva con punto di fuga centrale, ma alcune anomalie riscontrabili nella figura della Vergine, il cui braccio destro appare eccessivamente lungo, potrebbero rispecchiare precoci ricerche di ottica da parte di Leonardo, che avrebbe tenuto conto del punto di vista laterale (da destra) e ribassato determinato dalla collocazione originale della tavola dipinta, cioè sopra un altare laterale di una chiesa.
Pervenuto agli Uffizi nel 1867 dalla sagrestia della chiesa di San Bartolomeo a Monteoliveto fuori porta San Frediano a Firenze, del dipinto non si conoscono né la collocazione originaria, né la committenza. L’Annunciazione è largamente ritenuta un’opera giovanile di Leonardo da Vinci, eseguita quando il maestro era ancora nella bottega di Andrea del Verrocchio. Imita un’invenzione del Verrocchio la foggia del leggio, ispirata al sarcofago di Piero il Gottoso nella chiesa di San Lorenzo a Firenze.