Autoritratto di Abraham Costantin
Manifattura di Sèvres
Lo svizzero Abraham Costantin nel 1813 entrò a lavorare presso la Manifattura di Sèvres come miniatore e nel 1820 fu inviato a Firenze dall’allora direttore Alexandre Brongniart a copiare dal vero su lastre in porcellana i dipinti del Cinque-Seicento conservati nelle Reali Gallerie. Questa tecnica era assai complessa e richiedeva una notevole abilità: tra le maggiori difficoltà vi era quella di trasportare i manufatti in porcellana senza cuocerli, con il rischio di disperdere il pigmento non fissato alla superficie. Ciò indusse il Brongniart a chiedere aiuto alla Manifattura Ginori che mise a disposizione i propri forni a condizione che il pittore insegnasse questa tecnica ad alcuni dei pittori più promettenti di Doccia. Fu così che la conoscenza di questo tipo di decorazione arrivò in Toscana divenendo un fenomeno di gusto destinato prevalentemente ai viaggiatori e ai raffinati conoscitori della pittura dei secoli precedenti.
L’autoritratto su lastra in porcellana qui presentato è stato eseguito da Costantin stesso e trae ispirazione dalle tre versioni da lui realizzate in tela e tratte da un disegno a guazzo donatogli dall’amico Jean-Auguste-Dominique Ingres. In questa versione egli si ritrae seduto con il pennello in mano mentre è intento a riprodurre la Fornarina di Sebastiano del Piombo, capolavoro conservato agli Uffizi. Nei registri della Manifattura di Doccia per questo esemplare sono annotate ben quattro cotture, dovute probabilmente a continue correzioni pittoriche. L’opera fu donata dall’autore per la collezione di autoritratti della Galleria imperiale e reale.