Autoritratto nello studio
Michelangelo Cerquozzi (Roma 1602 - 1660)
Il dipinto è un autoritratto dall’impostazione rara e insolita: il pittore Michelangelo Cerquozzi si è raffigurato nel suo studio romano dinnanzi al cavalletto, mentre dipinge un anziano a torso nudo inginocchiato di fronte a un leggio e posto in primo piano nella pittura. La posa e gli attributi lo connotano come modello per la figura di un san Girolamo.
La descrizione dell’ambiente dello studio d’artista è di grande interesse: a terra è posato con trascuratezza un busto marmoreo che egualmente doveva essere stato utilizzato come modello; poco distante un braciere con i tizzoni ardenti riscalda e illumina la stanza spoglia; alla parete si scorgono un bozzetto su carta e una pittura a olio incorniciata con la figura crocifissa del Buon ladrone. Questa pittura è un riferimento certo all’attività artistica del Cerquozzi che dipinse più volte tale soggetto assai apprezzato dai collezionisti romani. I documenti rintracciati relativi allo studio del pittore, che era posto a Roma al Pincio, indicano che i materiali e gli oggetti in esso conservati erano all’incirca di simile tipologia, mentre le fonti storiche ricordano l’uso dell’artista di utilizzare come modelli persone scelte tra il popolo romano, secondo il costume dei pittori caravaggeschi. Si tratta perciò di un’accurata descrizione del luogo di lavoro del pittore che in esso si è voluto ritrarre aggiungendo alla visione di sè quella della sua attività e del suo abituale spazio di vita.
Dal punto di vista stilistico, le scelte luministiche e cromatiche sono quelle caratterizzanti la pittura di Cerquozzi, che assorbì i modi della pittura di genere durante il suo sodalizio col pittore Jacob De Hase detto Giacomo Fiammingo.
Sul retro la tela reca l’iscrizione antica “di Michelangelo delle Bambocciate”, presumibilmente tardo settecentesca, che fa riferimento a Cerquozzi come seguace del Bamboccio (Pieter van Laer), artista che introdusse a Roma la pittura di genere di gusto fiammingo.
L’autoritratto proviene dalla storica collezione di casa Capponi di Firenze ed è stato acquistato sul mercato antiquario dalle Gallerie degli Uffizi nel 2017.