Battesimo di Sant’Acacio, Battaglia di Sant’Acacio contro i ribelli armeni, Martirio di Sant’Acacio e i diecimila compagni suoi soldati
Francesco d’Ubertino di Bartolomeo Verdi detto Bachiacca (Firenze 1494 – 1557)
Trasposte in abiti cinquecenteschi per renderle più comprensibili e familiari ai fedeli, le tre storie si svolgono in sequenza orizzontale, come fotogrammi di una pellicola, e vanno lette da sinistra verso destra. Vi si celebra Acacio, un ufficiale dell’esercito romano che si era convertito al cristianesimo. La prima scena illustra infatti il momento del suo battesimo, immaginato in maniera analoga a quello di Gesù nelle acque del Giordano. Nella seconda si consuma lo scontro tra i soldati guidati da Acacio e i ribelli armeni, vinto dalle truppe del condottiero romano grazie all’aiuto di un angelo inviato da Dio. Nell’ultima tavola Acacio, avendo rifiutato di rinnegare la sua fede cristiana, viene crocifisso con diecimila suoi compagni sul monte Ararat, per ordine dell’imperatore Adriano. Nonostante i riquadri siano interrotti dalla cornice, il paesaggio scorre in modo unitario in tutta la composizione.
In ciascun episodio Bachiacca ha ricavato spunti dalle stampe nordiche di Dürer e di Luca di Leyda, e li ha adattati alla sua pittura garbata e narrativa, cresciuta sui modelli di Perugino e Andrea del Sarto. I tre riquadri erano la predella (cioè la fascia inferiore) di una pala d’altare con la Crocifissione di Sant’Acacio, eseguita nel 1521 da Giovanni Antonio Sogliani per ordine di Alfonsina Orsini, moglie di Piero de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, che la inviò all’altare dei Martiri nella chiesa di San Salvatore a Firenze. Sui bordi esterni sono ancora presenti i due stemmi medicei.
R.G. La France, Bachiacca. Artist of the Medici Court, Firenze 2008, pp. 164-166.