Battaglia di San Romano
Paolo Uccello (Pratovecchio, Arezzo 1397-1475)
PAULI UGIELI OPUS
La tavola faceva parte di un ciclo di tre dipinti che celebrava la vittoria dei fiorentini sulle truppe senesi e sull’alleanza guidata dal duca di Milano nella battaglia di San Romano (Pisa) nel 1432. Niccolò da Tolentino, a capo dell’esercito fiorentino, è raffigurato mentre con l’asta colpisce e disarciona Bernardino della Carda, il condottiero alla guida delle truppe avversarie, mentre intorno infuria la battaglia. La direzione delle aste e delle balestre, leggermente inclinate in avanti quelle impugnate dai soldati fiorentini, lievemente arretrate quelle degli avversari, presagisce l’esito della battaglia. La tavola degli Uffizi è l’episodio centrale della sequenza narrativa, che iniziava con la raffigurazione di Niccolò da Tolentino alla guida delle truppe fiorentine nel dipinto oggi alla National Gallery di Londra e si chiudeva con l’attacco di Michelotto da Cotignola, alleato dei fiorentini, illustrato nel pannello del Museo del Louvre a Parigi. Il ciclo decorativo fu commissionato da Lionardo Bartolini Salimbeni, protagonista della vita politica fiorentina della prima metà del XV secolo, per il proprio palazzo a Firenze pochi anni dopo l’epica impresa; in origine le tavole avevano la forma arcuata nella parte superiore, per inserirsi fra le arcate di una sala coperta con volta a peducci. Gli eredi di Lionardo Bartolini cedettero poi i dipinti a Lorenzo il Magnifico, che li fece collocare nel proprio palazzo di via Larga (l’odierno Palazzo Medici-Riccardi in via Cavour) facendone modificare la forma probabilmente allo stesso Paolo Uccello, autore del ciclo pittorico, che firmò la tavola oggi agli Uffizi in basso a sinistra. Le integrazioni agli angoli mostrano la raffigurazione di fronde di arance, le “mala medica” emblema della famiglia Medici. Per la resa delle armature e dei finimenti Paolo Uccello impiegò una cospicua quantità di foglia metallica, che doveva originariamente conferire al dipinto grande ricchezza e brillantezza cromatica. Virtuoso della prospettiva, il pittore dimostra la sua abilità nella costruzione dei corpi scorciati che presuppongono un punto di vista dal basso, in virtù della collocazione alta delle tavole prevista dall’allestimento nel palazzo di Lionardo Bartolini.