Busto di Giuseppe Mazzini
Adriano Cecioni (Fontebuona, Firenze 1836 – 1886 Firenze)
Giuseppe Mazzini, principale teorico di quel progetto risorgimentale che condusse l’Italia all’unità e all’indipendenza, con il suo saggio “La pittura moderna italiana” (1841) aveva dimostrato apprezzamento per l’arte moderna che con la forza della sintesi superava la descrizione e l’enfasi sentimentale e retorica della pittura romantica.
Adriano Cecioni fu certo tra i principali fautori della rivoluzione antiaccademica portata avanti dagli artisti che a Firenze negli anni Sessanta si riconobbero sotto l’etichetta di Macchiaioli, e partecipò al rinnovamento del linguaggio artistico in scultura e in pittura, ma anche attraverso scritti teorici e salaci caricature. Il linguaggio adottato da Cecioni sia in scultura che in pittura, costruisce le forme per piani semplificati, evitando dettagli superflui. In questo ritratto post-mortem di Mazzini, condotto da Cecioni sulla base di una fotografia scattata un paio di decenni prima, l’espressione del grande repubblicano sembra guardare ferma ad un futuro lontano. Gli artisti macchiaioli si erano infatti infiammati per la causa risorgimentale, alcuni di loro combattendo volontari o recandosi a dipingere al fronte, ma speravano in un’Italia unita e repubblicana: l’indipendenza compiutasi sotto la monarchia sabauda per molti di loro fu motivo di profonda delusione e allontanamento dall’impegno politico.
Il busto fu acquistato da Nello Tarchiani, primo direttore della Galleria d’arte moderna di Firenze, nel 1926 dalla figlia di Cecioni, Giulia.
A. Mazzanti, L’Unità d’Italia, Firenze 2011, p. 41