Camera della Regina
Già Sala del trucco, ovvero da gioco, al tempo del Gran Principe Ferdinando de’ Medici (1663 – 1713), la Camera della Regina Margherita di Savoia offre al momento un saggio di quel ricercato disordine che - secondo l’imperante gusto eclettico tipico della fine dell’800 - consentiva di mescolare con disinvoltura mobili, oggetti, materie, epoche e generi diversi. Una propensione per il sovraccarico e il ridondante che non sconfina in un caotico bric-à-brac soltanto perché i singoli pezzi si impongono per il livello qualitativo indubbiamente alto e per la certezza delle provenienze.
All’acquasantiera a parete e all’inginocchiatoio realizzati in pietre dure e usciti dalle manifatture granducali tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, si associa il paravento in legno intagliato e laccato degli inizi dell’800 di manifattura cinese. L’esile salottino neoclassico fa corona al nuovissimo, per l’epoca, tavolino in metallo con piano in scagliola, su cui poggia un piccolo vassoio in porcellana di Meissen, montato in bronzo con un girotondo di delicati uccellini in atto di abbeverarsi. Tra gli arredi si segnalano lo scrittoio firmato e datato Giuseppe Cantieri 1841, decorato da ricercati intagli in agrifoglio, di disegno etrusco; un piccolo medagliere opera di ebanisti milanesi specializzati nell’intarsio in ottone dorato detto ‘alla Boulle’ (dal nome del celebre ebanista francese André-Charles Boulle, attivo alla corte di Luigi XV); lo stipo in ebano, avorio e porcellana, avorio e porcellana della manifattura di Dresda, frutto del lavoro dei J. A. Turpe intorno al 1850. Il tutto riposa in un’atmosfera ovattata e quasi di molle rilassatezza che più che dal letto a padiglione è conferita all’ambiente, rivestito da un parato francese blu notte, dalla poltrona da riposo settecentesca e dalla dormeuse eseguita appositamente per la regina Margherita nel 1885.