Coppia di vasi a forma di fuso
Manifattura di Sèvres
In rosso (sotto all’esemplare inv. 931) “M. Imple / de Sèvres /data illeggibile”,
La forma dei vasi evoca quella delle anfore antiche, che l’architetto e decoratore Alexandre-Théodore Brogniart prese ad esempio quando, intorno al 1800, ne progettò il modello per la Manifattura di Sèvres, in concomitanza alla nomina del figlio Alexandre a direttore della stessa. Durante la gestione di quest’ultimo, nella fabbrica venne avviata una produzione di smalti a imitazione delle pietre dure, evidente in questi vasi, i quali ebbero particolare fortuna anche per la loro forma, come testimoniato sia dalla produzione in quattro diverse dimensioni, sia dalle varianti apportate nel corso dell’Ottocento. Il gusto classicistico di questi esemplari è rivelato inoltre dalla scelta del decoro, che con una narrazione continua si sviluppa lungo il corpo riproponendo le pitture sia vascolari, che parietali di epoca romana. Le scene si stagliano su uno sfondo a imitazione della pietra d’agata, mentre il resto della superficie è rivestito da una campitura uniforme di “blu lapis” con tocchi di doratura che riproducono l’effetto di una superficie marmorizzata. Tipico della produzione neoclassica della manifattura è anche l’inserzione di elementi in bronzo dorato, nel nostro caso le anse a forma di delfini.
Questi aspetti, preminenti nella produzione della manifattura tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, emergono anche dai documenti presenti nel suo archivio. In particolare, nelle carte datate 1806, i vasi risultano descritti con: “fregi di figure in marrone con accenti d’oro, manici in bronzo a forma di delfino [...]” e la loro decorazione con “sfondo blu lapislazzulo e agata chiara figure bassorilievo in marrone con accenti d’oro” viene riferita a Aine Perrenot, attivo in fabbrica dal 1804 al 1809 e ancora dal 1813 al 1815. Sempre i documenti rivelano che i nostri vasi facevano parte del primo gruppo di manufatti che nel 1807 Napoleone donò a Ferdinando III d’Asburgo Lorena, all’epoca granduca di Würzburg, tra cui un busto in biscuit che ritrae l’Imperatore, conservato nella Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti (inv. O.d.A. Pitti 1911 n. 486).