Croce dipinta
Maestro della croce 434
Cristo, con gli occhi chiusi e la testa reclinata da un lato, è raffigurato secondo l’iconografia di “Christus patiens”, sofferente, modello che si diffuse in Italia nel XIII secolo e che pone l’accento sull’umanità del Salvatore, trasfigurato dal dolore e dalla morte. Il sangue sgorga dalle ferite nelle mani, nei piedi e nel costato.
La figura di Cristo è attorniata da sette scene con storie evangeliche. A sinistra, dall’alto, sono raffigurati Gesù davanti al sinedrio, Cristo deriso e incoronato di spine, Cristo flagellato e la salita di Cristo al Calvario. La Crocifissione al centro si inserisce nella narrazione, che prosegue nei riquadri di destra con la Deposizione di Cristo dalla croce, la Deposizione del suo corpo nel sepolcro, l’incontro delle pie donne con l’angelo che annuncia la resurrezione di Cristo, l’apparizione del Salvatore ai discepoli durante la cena a Emmaus. Altre figurazioni erano verosimilmente rappresentate nei tabelloni posti alle quattro estremità della croce, andati perduti.
La tipologia della croce, con tabellone istoriato, è piuttosto diffusa nella pittura toscana fra XII e XIII secolo. Molti degli esemplari oggi noti furono realizzati per chiese di monasteri femminili ed è possibile che l’illustrazione delle scene evangeliche fosse di supporto alla meditazione e alla comprensione delle Sacre Scritture. La provenienza della Croce degli Uffizi è sconosciuta; si trovava nei depositi della Galleria già nel 1881.
La croce dipinta è opera di un pittore attivo a Firenze nel secondo quarto del XIII secolo conosciuto col nome convenzionale di Maestro della Croce 434, dal numero di inventario del dipinto. Abile narratore, il maestro impiega forti contrasti fra luci ed ombre per suggerire la plasticità dei corpi, delineati secondo modelli convenzionali di matrice bizantini. Fra le personalità più rilevanti attive sulla scena fiorentina nella prima metà del secolo, il Maestro della croce 434 secondo alcuni studiosi potrebbe essere identificato col Maestro della Madonna di Santa Maria Primerana a Fiesole, del quale rappresenterebbe l’attività più antica, oppure con il giovane Coppo di Marcovaldo.
Stigmate di san Francesco
Maestro della Croce 434 degli Uffizi (Lucca e Firenze, secondo quarto del XIII secolo)