Statua di barbaro prigioniero (Dace pileatus)
Arte romana
La scultura, maggiore del vero, raffigura un personaggio barbato vestito di tunica, bracae e mantello affibbiato sulla spalla destra. Sulla testa l’uomo indossa un cappello, detto pileus, che consente di identificarlo come un Dace appartenente all’élite aristocratica e sacerdotale. L’opera ha condiviso le vicende collezionistiche del suo vicino il Dace comatus, alla cui scheda si rimanda per i dettagli. Anche in questo caso, si dovrà pensare ad una scultura originariamente pensata per il decoro di un grande complesso pubblico di età traianea (verosimilmente il Foro di Traiano).Le statue di Dace conobbero una notevole fortuna in epoca rinascimentale e barocca come ornamento di palazzi, giardini e ville (De Lachenal 1987; De Lachenal 1991 pp. 609-621). A Firenze, nel Museo dell’Opera del Duomo, si conserva un precoce esempio di recupero post antico di questa iconografia su un corpo di profeta destinato alla decorazione della facciata della cattedrale già alla fine del XIII secolo. La figura, attribuibile alla bottega di Arnolfo di Cambio e posta a fianco di quella di Bonifacio VIII in trono, presentava, come altre figure di martiri e santi presenti nella decorazione della facciata (Le printemps 2013 pp. 272-273, nn. I.12, b-c ), una testa antica adattata a un corpo realizzato ex novo. Oggi non abbiamo difficoltà a riconoscere nelle fattezze del volto (caratterizzato da una pronunciata bombatura della fronte e occhi profondamente infossati) e coronato dal caratteristico turbante, un Dace “pileato”, così come ricorre frequentemente nell’iconografia ufficiale di età traianea (Capecchi 1992 p. 28-35). E’ interessante rilevare che la testa oggi conservata nel museo dell’Opera del Duomo presenta stringenti affinità dimensionali e iconografiche proprio con la testa del pileato in marmo bianco montata sul corpo porfiretico conservata a Boboli.
P. Zanker, Das Trajansforum in Rom, Archäologischer Anzeiger, 1970, p. 510; L. De Lachenal, Fortuna dei prigionieri Daci a Roma, Xenia Quaderni, 7, 1987; L. De Lachenal, I prigionieri Daci della Collezione Medici-Della Valle: nuove considerazioni archeologiche antiquarie sulle loro vicende tra Roma e Firenze, in Boboli ’90, Atti del convegno internazionale, Firenze 1991, pp. 609-621; A. M. Riccomini, Il viaggio in Italia di Pietro De Lama. La formazione di un archeologo di età neoclassica, Pisa 2003; G. Capecchi – M. G. Marzi – V. Saladino, I Granduchi di Toscana e l’antico. Acquisti, restauri, allestimenti, Biblioteca dell'Archivum romanicum, n. 352, Firenze 2008, pp. 131-179; A. Cecchi, C. Gasparri, La Villa Médicis, Le collezioni del cardinale Ferdinando, IV, I dipinti e le sculture, Roma 2009, pp. 196-197, n. 227.1; L. Velcescu, Les Daces dans la sculpture romaine. Étude d’iconographie antique, Saint Estéve 2010; M. Bormand – B. Paolozzi Strozzi (a cura di), Le printemps de la Renaissance. La sculpture et les art à Florence 1400-1460, Catalogo della mostra, Paris, Musée du Louvre (26 settembre 2013-6 gennaio 2014), Paris 2013; L. Ungaro, Il potere ritratto nel Foro di Traiano, in Traiano 2017, pp. 146-150
Dacio prigioniero
Arte romana