Dafne
Elisa Montessori (Genova 1931)
“Nel mito Daphne corre, fugge dall’ardore violento di Apollo e si trasforma in pianta di alloro. Ieri come oggi riconosco i segni di quella corsa di paura nel mio corpo. Capelli erba, braccia rami, occhi foglie. Metamorfosi come difesa e salvezza muta”.
A distanza di 55 anni dall’esecuzione, Elisa Montessori commenta con queste intense parole il suo l’autoritratto che nel 1977 segna il suo primo interessamento per la figura di Daphne. Rispetto alla rappresentazione canonica del mito – da Bernini a Luciano Fabro – la Montessori rintraccia nella ninfa una corrispondenza sensibile con il suo mondo femminile che esclude del tutto la figura di Apollo, traslando la metamorfosi su di sé: “La forma vegetale è già insita in quella corporea, perché io agisco sempre per omologazione”, sottolinea ancora.
Nel suo autoritratto composto da 36 scatti in bianco e nero, ad enfatizzare una dimensione senza tempo, i dettagli del corpo si posano infatti delicatamente, come farfalle, su morbida garza di cotone, a sottendere una ritrovata armonia con il mondo naturale, capace di infondere alla donna nuovo equilibrio e ispirazione. Il corpo dell’artista, esibito ma con poetica misura, il suo intimo sentire, si offre a noi riguardanti in una moderna metamorfosi dove è solo lei, donna, a aver scelto il suo destino, finalmente libera dall’antagonistico dualismo con il suo contrapposto maschile.
L’artista, nata a Genova nel 1931, si forma nel vivace contesto culturale romano del dopoguerra, ma calata in una dimensione di sperimentazione tecnica del tutto personale. L’incontro con la cultura orientale, avvenuto attraverso il marito, l’ingegnere italo-cinese Mario Tchou, segna in modo irreversibile il suo percorso, indirizzando il suo interesse verso una resa calligrafica dell’immagine, elegante e rarefatta, che non rinuncia tuttavia all’espressività del colore.
Anne Marie Sauzeau, Sotto il segno di Dafne. Indagine sull’opera di Elisa Montessori, Punctum, Roma 2014
Grazia Badino, Elisa Montessori, in Autoritratte. “Artiste di capriccioso e destrissimo ingegno”, catalogo della mostra (Galleria degli Uffizi, Sala delle Reali Poste, 17 dicembre 2010 – 30 gennaio 2011), Polistampa, Firenze 2010, p. 125.