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Ercole Farnese

Arte romana

Data
 II secolo d.C.
Collezione
Scultura
Collocazione
A37. Gabinetto dei marmi
Tecnica
Marmo di Carrara
Dimensioni
151 cm (altezza)
Inventario
1914 n. 138

 L’opera raffigura Ercole in un momento di riposo dalle sue celebri dodici fatiche, appoggiato alla clava da cui pende una pelle di leone, mentre la mano destra, portata dietro la schiena, regge i pomi da lui raccolti nel giardino delle Esperidi dopo aver sorretto sulle spalle il globo terrestre passatogli da Atlante. Eroe caratterizzato da un invincibile coraggio e da una sensibilità tutta umana, raramente riscontrabile in un semidio, fu tra i personaggi mitologici più amati e replicati. Molti uomini celebri, aspiravano infatti ad essere paragonati a chi aveva saputo sconfiggere alcuni dei mostri più spaventosi del repertorio mitico classico, dalla terribile Idra al feroce Leone di Nemea. In particolare, nel periodo a cavallo tra il Quattrocento e il Settecento, l’immaginario legato alle sue mirabolanti gesta divenne oggetto di studio e approfondimento. Simbolo di forza straordinaria e minuziosa astuzia, Ercole fu così raffigurato dall’antichità ad oggi in varie fatture artistiche: sculture a tutto tondo, dipinti, rilievi e affreschi. La replica fiorentina dell’eroe risale alla metà del II secolo d.C. e fu probabilmente derivata da un originale bronzeo della fine del IV secolo a.C., oggi perduto e attribuito a Lisippo di Sicione, uno dei massimi scultori di epoca tardoclassica. Fu inventariata per la prima volta nel 1668, epoca durante la quale faceva parte della Guardaroba di Firenze, mentre nel 1825 la troviamo allestita nel Primo corridoio degli Uffizi. Nel 2015, nell’ambito della mostra “La città di Ercole. Mitologia e politica” organizzata alle Reali poste degli Uffizi, la figura di Ercole è stata debitamente celebrata soprattutto per il forte legame simbolico delle sue raffigurazioni con il periodo della Repubblica fiorentina. Da notare che tale immagine è presente anche nel sigillo del granduca Cosimo I de’ Medici.

 

Bibliografia

A. Cecchi – C. Gasparri, La Villa Médicis. Le collezioni del cardinale Ferdinando. I dipinti e le sculture, Roma 2009, p. 64, n. 51.1

Testo di
Cristiana Barandoni
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