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Erma acefala di Solone con ritratto non pertinente di Sofocle, tipo Lateranense

Arte romana

Data
Metà II secolo d.C.
Collezione
Scultura
Collocazione
Depositi
Tecnica
Marmo pentelico
Dimensioni
h. 75 cm; h. della testa 32 cm
Inventario
1914 n. 377

L’opera si compone di una testa antica montata su un’erma acefala iscritta con il nome di Solone, anch’essa antica ma non pertinente, e la sua presenza in Galleria risale al 1753. Il naso, parte del collo e alcune porzioni della barba sono stati integrati in età moderna.

Il volto ritrae un personaggio barbato con la fronte segnata da alcune rughe. I grandi occhi non presentano l’iride incisa ma hanno un dotto lacrimale pronunciato che li contorna; inoltre, a causa del profondo incavo al di sopra della palpebra superiore, essi appaiono infossati e assumono uno sguardo severo e maturo, enfatizzato dalle “zampe di gallina” sulle cui linee termina il profilo quasi metallico delle arcate sopracciliari. I capelli sono resi in ciuffi corti e sottili, portati in avanti: in particolare le ciocche sulla fronte sono ben pettinate in onde e in corrispondenza delle punte sono trattate con un rilievo più profondo per conferire volume; sulle tempie invece i capelli appaiono più disordinati e mossi, andando ad unirsi con la barba in prossimità delle orecchie. Mentre nella parte anteriore è ben evidente l’uso del trapano, sia nei capelli che nella barba, sul lato posteriore le ciocche sono rese con un rilievo minore e scolpite più sommariamente. Un nastro sottile (tenia) cinge il capo del personaggio. La barba, riccia e folta, è bipartita sul mento. I baffi e i ciuffi di peli immediatamente sotto il labbro inferiore appaiono corti e meno rilevati. La bocca, piccola, è appena dischiusa.

Nella parte superiore del fusto si osserva la presenza di una banda di stoffa che ha origine in prossimità della spalla sinistra (rispetto all’osservatore) e corre fin sulla spalla destra, dove ricade in avanti sul petto andando a coprire il lato del collo del personaggio. La resa del panno è estremamente rigida e priva di volumetria; solo osservando l’estremità della stoffa si percepisce che questa fosse ripiegata su sé stessa. Sui lati del fusto, in corrispondenza delle spalle, vi sono poi due incassi rettangolari, dei quali quello sul lato sinistro presenta una lacuna nella parte superiore.

Sul lato frontale del fusto dell’erma è presente un’iscrizione in lingua greca che riporta il nome di Solone, accompagnato dalla definizione “il legislatore”. Se si accetta l’autenticità dell’iscrizione, tramite la regolarità dei caratteri è possibile datare il fusto alla fine del I secolo d.C. Riconoscendo chiaramente l’uso del trapano nella resa della barba e la presenza di alcuni ponticelli risparmiati, è possibile datare invece il ritratto all’età antonina (II secolo d.C.).

Sull’identificazione dell’uomo ritratto la critica non sempre è stata concorde: mentre alcuni, ritenendo il fusto pertinente, sostengono si tratti di Solone, altri hanno notato la discrepanza tra le due parti che compongono l’erma e vi hanno riconosciuto – a ragione – il tragediografo Sofocle. In particolare le caratteristiche del viso e l’impostazione di barba e capelli consentono di riferire il ritratto fiorentino di Sofocle al tipo Lateranense, noto da una replica proveniente da Terracina della quale conosciamo l’aspetto originario grazie a un calco realizzato prima degli invasivi restauri. A sua volta la statua di Terracina avrebbe come modello di riferimento la statua innalzata in onore di Sofocle da Licurgo nel teatro di Dioniso ad Atene (Plutarco Vit. Dec. 841f).

Bibliografia

C.Gasparri, Il Sofocle lateranense: nuove considerazioni su un’officina di scultori di età medioimperiale, p. 139 nota 1, in “Atti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia. Rendiconti”, 78, pp. 139 – 181, 2005 – 2006; A. M. Nardon, 14. Erma acefala di Solone con ritratto non pertinente di Sofocle, tipo Lateranense in Divina Simulacra. Capolavori di scultura classica della Galleria degli Uffizi, catalogo della mostra (Firenze, Gallerie degli Uffizi, 12 dicembre 2023 – 30 giugno 2024), a cura di F. Paolucci, pp. 78 – 79, Livorno, 2023, e bibliografia precedente

Testo di
Ambra Famiglietti
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