Madonna col Bambino
Giulio Pippi, detto Giulio Romano (Roma 1499 c. – Mantova 1546)
Insieme a Perin del Vaga, Giovan Francesco Penni, Giovanni da Udine, e Polidoro da Caravaggio, Giulio Romano componeva il gruppo di allievi più dotati della bottega raffaellesca. La Madonna col Bambino si ispira ai più fortunati modelli in cui il maestro urbinate aveva esplorato il rapporto tra la Vergine e il figlio. Maria, imponente e solida come una statua antica, stringe teneramente a sé il figlioletto, lasciando temporaneamente la lettura del testo sacro. Il pittore pone particolare attenzione all’intreccio di mani intorno al mazzolino di fiori che anima la scena provocando il riso gioioso del piccolo Gesù. Alle loro spalle, la penombra disegna i tratti di un interno semplice, delimitato dal lembo di tessuto in broccato d'argento in alto a destra. Giulio Romano esegue questa tavola al tempo del soggiorno romano quando, morto Raffaello, portava avanti le commissioni lasciate incompiute dal maestro, ovvero la Sala di Costantino e la decorazione di Villa Madama, insieme ai compagni di bottega ai quali Raffaello aveva affidato ruoli autonomi nella progettazione ed esecuzione delle opere. La cultura erudita e raffinata maturata in quegli anni sarebbe stato il terreno per i futuri sviluppi che i protagonisti di quella stagione avrebbero diffuso in altre parti d’Italia, come accadde appunto nel caso di Giulio Romano che si trasferì a Mantova presso la corte del marchese Federico Gonzaga, al servizio del quale realizzò i principali rinnovamenti urbani, edificando il Palazzo Te e affrescandone le sale con spettacolari affreschi di tema mitologico.