Icona Resurrezione di Cristo e Discesa agli inferi, con sedici scene della storia di Cristo post-mortem
Russia centrale
Fulcro dell’icona, è l’immagine, in mezzo al riquadro centrale, di Cristo risorto sceso agli inferi per liberare Adamo, Eva e i Giusti, secondo la narrazione di un testo apocrifo, il Vangelo di Nicodemo; la scena comprende numerosi altri episodi che illustrano la storia di Cristo a partire dalla Crocifissione fino alla rappresentazione del Redentore in trono con Dio padre e lo Spirito Santo. Nei sedici riquadri disposti lungo il perimetro dell’icona, sono illustrati altrettante storie post-mortem di Cristo. Sono raffigurate, in registri orizzontali da sinistra a destra, a partire dall’alto: Apparizione di Cristo ai discepoli in Galilea; Apparizione degli angeli alle pie donne (soggetto ripetuto due volte); Pietro, Giovanni e Maria Maddalena al Sepolcro del Signore; Apparizione di due angeli a Maria Maddalena; Apparizione di Cristo agli apostoli; Condivisione del pane con i discepoli; Apparizione di Cristo agli apostoli; Incredulità di Tommaso; Apparizione di Cristo agli apostoli sul lago di Tiberiade (soggetto ripetuto tre volte); Proclamazione della missione di san Pietro (soggetto ripetuto due volte); Ascensione del Signore; Ritorno della Madre di Dio e degli apostoli dal Monte degli olivi. Per queste scene la fonte di ispirazione sono i Vangeli canonici e gli Atti degli apostoli, anche se la selezione e la sequenza dipendono dall’interpretazione offerta da vari testi liturgici. Quando lo stesso episodio è narrato da più evangelisti, il soggetto è ripetuto nell’icona.
L’icona è dipinta con ampio impiego di crisografia, cioè applicazione di foglia d’oro sulla quale erano stese velature semitrasparenti o colori coprenti poi incisi. Tenui lumeggiature rischiaravano gli incarnati olivastri delle figure. Tali caratteristiche erano diffuse nella produzione delle botteghe della Russia centrale del XVII secolo, epoca alla quale può essere riferita anche l’esecuzione di quest’opera.
Sul tergo, un’iscrizione ricorda il trasferimento dell’icona dall’Archivio segreto di Palazzo Pitti in data 8 luglio 1773.