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La Velata

Raffaello Sanzio (Urbino 1483 - Roma 1520)

Data
1512 - 1515 c.
Collocazione
Sala di Giove
Tecnica
Olio su tela
Dimensioni
82 x 60,5 cm
Inventario
1912 n. 245

Il velo posato sui capelli, da cui deriva il titolo con cui è noto questo splendido ritratto di Raffaello, indica la condizione di donna maritata, ma rimane incerta l’identità della protagonista. Secondo Giorgio Vasari (1550, 1568), che vide il dipinto quando si trovava nella casa del mercante Matteo Botti a Firenze, si tratterebbe del ritratto della donna amata da Raffaello fino alla morte, Margherita Luti detta la Fornarina, ma il sontuoso abito della donna e i gioielli portano piuttosto a supporre che si tratti del ritratto di una giovane nobildonna, eseguito da Raffaello su commissione.

La donna è posta di tre quarti, con una spalla arretrata come già aveva sperimentato per i ritratti Leonardo da Vinci, ampliando la profondità spaziale e la modulazione delle luci e delle ombre. Lo sfondo scuro fa risaltare gli incarnati rosati della giovane e la luminosità della veste chiara di seta. Il gesto che la donna compie portandosi la mano destra al cuore è forse un’espressione di devozione e amore, ma la posa dell’altro braccio che si protende in primo piano è un escamotage per mettere in risalto la ricchezza materica della manica e i raffinati giochi di luce sulle pieghe. A guardar bene, è proprio la veste che diventa protagonista della raffigurazione attraverso gli eccezionali virtuosismi pittorici di Raffaello, mentre il volto della donna, leggermente arretrato e parzialmente in penombra, ci racconta, attraverso i profondi e vibranti occhi scuri, del mondo interiore della protagonista. L’effetto complessivo è straordinario.

Eseguito da Raffaello dopo il suo trasferimento da Firenze a Roma, dove era giunto nel 1508, il dipinto costituisce uno degli apici della ritrattistica del maestro urbinate.

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