Lottatori
Arte romana
I ritrovamenti archeologici avvenuti nel Cinquecento hanno raramente restituito nella loro compiutezza i grandi gruppi della statuaria antica. I Lottatori rappresentano in tal senso un’eccezione. L’opera fu scoperta, al pari del celebre gruppo dei Niobidi, nel 1583 in una vigna di proprietà della famiglia Tommasini presso la romana Porta San Giovanni. I terreni erano in antico compresi negli Horti Lamiani, sontuosi giardini situati sulla sommità del colle Esquilino che allietavano la residenza del console Lucio Elio Lamia (da cui il toponimo). Nei medesimi horti furono rinvenuti tesori quali il Discobolo Lancellotti (oggi al Museo Nazionale Romano) e la Venere Esquilina (oggi ai Musei Capitolini).
Il gruppo raffigura due uomini dalle muscolature pronunciate avvinti nella lotta: la salda anatomia e le giuste proporzioni rendono la scena particolarmente realistica. L’equilibrio dei corpi è tale da non svelare l’esito della lotta. Il restauro ordinato dal Cardinale Ferdinando de’ Medici, acquirente dell’opera, integrò le teste perdute. Il gruppo, trasportato ed esposto per circa un secolo in Villa Medici a Roma, giunse a Firenze nel 1677 dove fu oggetto di ulteriori restauri che ripristinarono certamente il braccio destro del lottatore superiore. Il marmo, datato al I sec. a.C., è replica romana di un perduto originale bronzeo greco del III sec. a.C. riconducibile alla produzione di Lisippo, scultore celebre per numerose opere in bronzo e marmo, nonché in particolare per il ritratto di Alessandro Magno. Il gruppo rappresenta un esemplare unico, poiché non sono note ulteriori repliche.
Modello 3D realizzato in collaborazione con Indiana University.
Visita: http://www.digitalsculpture.org/florence/
A. Cecchi – C. Gasparri, La Villa Médicis. Le collezioni del cardinale Ferdinando. I dipinti e le sculture, Roma 2009, p. 62, n. 50
La Tribuna
Bernardo Buontalenti (Firenze 1531 - 1608)