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Icona Madre di Dio di Tichvin

Vasilij Grjaznov (documentato dal 1724 al 1728)

Data
1728
Tecnica
tempera su tavola
Dimensioni
31 x 25.5 cm
Inventario
1890 n. 9347
Iscrizioni

Ai lati del nimbo della Madre di Dio: «МР ΘУ»

Sopra il nimbo di Gesù bambino «IС ХС».

In basso: «ИЗОБРАЖЕНИЕ ЧУДОТВОРНАГО ОБРАЗА ПР(Е)С(ВЯ)ТОЙ Б(ОГОРО)Д(И)ЦЫ ТИХВИНСКОЙ. 1728 ГОДУ ИЮЛЯ ВЪ 16 Д(Е)НЬ ПИСАЛЪ ВАСИЛИЙ ГРЯЗНОВЪ»

(raffigurazione dell’immagine miracolosa della santissima Madre di Dio di Tichvin. 1728 a dì 16 luglio eseguì Vasilij Grjaznov)

L’icona è una replica dell’effige della Madre di Dio di Tichvin, un’icona mariana miracolosa – acheropita, oppure, secondo un’altra leggenda, dipinta dall’evangelista Luca – che da Costantinopoli sarebbe miracolosamente approdata, alla fine del XIV secolo, sul fiume Tichvina nel territorio di Novgorod. L’icona riproduce il tipo bizantino della Hodigitria, cioè di colei che mostra la via: Maria indica Gesù con la mano destra, mentre volge lo sguardo allo spettatore. Il Bambino benedice la madre e stringe nell’altra mano il rotolo delle Sacre Scritture, mentre incrocia le gambe mostrando la pianta nuda di un piede, forse in riferimento ad un passo della Genesi (3, 15). All’icona, oggi conservata nella cattedrale della Dormizione della Madre di Dio a Tichvin, sono stati attribuiti molti miracoli, fra i quali la liberazione della città di Tichvin dall’assedio degli svedesi nel 1613. Nei secoli XVII e XVIII fu tra le immagini sacre più venerate in Russia e furono realizzate numerose repliche, fra le quali si inserisce anche l’esemplare delle Gallerie degli Uffizi. L’icona fiorentina reca il nome dell’iconografo che la dipinse, Vasilij Grjaznov, e la data 16 luglio 1728; è l’unica icona firmata della collezione. La data è scritta in numeri arabi, secondo il calendario giuliano introdotto dallo zar Pietro il Grande (1672 -1725), fatto abbastanza eccezionale a questa data fra i maestri provinciali. L’apposizione della firma potrebbe rimandare ai tentativi caratteristici dell’epoca di Pietro il Grande di imporre un controllo sulla qualità della pittura di icone.

Di Vasilij Grjaznov, è nota un’altra icona mariana, datata 1724, conservata nel museo Valdimir-Suzdal a Vladimir.

L’icona è pervenuta a Firenze in epoca lorenese anteriormente al 1771.

Testo di
Daniela Parenti
Tags
Ipervisioni
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