Icona Natività della Madre di Dio (1890 n. 9350)
Russia centrale
Al centro della composizione, Anna giace nel letto dopo il parto con accanto la neonata Maria e il suo sposo Gioacchino. La coppia di anziani coniugi è raffigurata a destra nel momento dell’incontro presso la Porta aurea di Gerusalemme, al ritorno di Gioacchino dal deserto, in un abbraccio che rappresenta il prodigioso concepimento di Maria. A destra i due genitori sono raffigurati nell’intimità domestica con la figlioletta, scena che prende il titolo di ‘tenerezza di Gioacchino e Anna per Maria’.
Narrata nei testi apocrifi, la Natività della Vergine è una delle festività maggiori dell’anno liturgico cristiano ortodosso. La raffigurazione compare in epoca bizantina in tempi assai remoti, ma l’icona degli Uffizi denuncia la sua modernità per l’inserimento degli altri due episodi, introdotti nella pittura di icone russa solo fra XVI e XVII secolo.
L’opera si caratterizza per i marcati caratteri barocchi peculiari dell’architettura, costituita da colonne e arcate ornate da volute e motivi vegetali. Questa ricchezza di elementi decorativi barocchi non corrisponde tuttavia ad un aggiornamento in senso naturalistico del lessico architettonico, come dimostrano l’assenza dell’uso della prospettiva e le insolite basi delle colonne, più esili delle colonne stesse. L’icona non sembra accostabile a nessun altro esemplare della collezione delle Gallerie degli Uffizi, pur condividendo con molte di esse la cultura che è alla base delle caratteristiche stilistiche e iconografiche dell’icona, derivata dai modi dei maestri del Palazzo dell’Armeria del Cremlino.