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Orchidea – Genere Epipactis

Collezione
Botanica

L’origine del nome generico probabilmente deriva dal termine greco epipactis, impiegato genericamente da Teofrasto (IV sec. a.C.) e Dioscoride (I sec d.C.), e riutilizzato nel 1757 dal botanico J.G. Zinn per il genere Epipactis.
È da considerarsi un genere euroasiatico, con poche eccezioni nel nord America e in Africa centrale.
Le specie che appartengono a questo genere sono caratterizzate da un apparato radicale formato da tante piccole radici carnose, da cui possono derivare piante semplici o cespi di più individui. Questo le mette al riparo dalla predazione ad opera dei cinghiali che scavano nel terreno per nutrirsi dei bulbi più giovani. Purtroppo sono molto appetibili anche per i caprioli, che le stanno decimando cibandosi della parte aerea della pianta.
Le foglie sono distribuite lungo il fusto, i fiori si presentano penduli.
Nel fiore, il petalo mediano (labello), è distinto in due parti, l’ipochilo, di forma incavata, che contiene nettare, e l’epichilo, cuoriforme, più o meno allungato.
L’impollinazione può avvenire per mezzo di insetti, attirati dal nettare o per autoimpollinazione. Anche le specie non autoimpollinanti si servono di questo sistema in condizioni meteo avverse e anche in avanzata fioritura.
Nel Giardino di Boboli è presente Epipactis microphylla.

 

Epipactis microphylla

Il nome specifico deriva dal greco mikros = piccolo e phyllon = foglia, in riferimento alle ridotte dimensioni delle foglie.
In Italia è presente in tutto il territorio, fatta eccezione per la Valle d’Aosta, anche se non è specie comune.
La pianta, di aspetto gracile, è alta dai 15 ai 45cm, con fusto verde grigiastro, violaceo in basso e ricoperto di peluria fino quasi alla base. Le foglie possono essere da 3 a 9, piccole e dello stesso colore del fusto. I fiori sono piccoli, generalmente poco aperti, in numero da 4 a 30 ed emanano un leggero profumo speziato. Il labello è più corto di sepali e petali, di colore verdastro, talvolta soffuso di rosa, con epichilo a margini ondulati e vistosa increspatura alla base.
Si riproduce per fecondazione a mezzo di insetti, ma può autofecondarsi, talvolta anche senza che il fiore si apra.
Specie prevalentemente di sottobosco, fiorisce da maggio a luglio.
A Boboli si trova nei boschetti e al margine dei vialetti lungo il Viottolone.

 

Bibliografia

Orchidee d’Italia: Guida alle Orchidee spontanee. GIROS, Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee, Cornaredo 2016, pp. 281, 297.
Le orchidee spontanee del Cansiglio, in “I Quaderni del Cansiglio”, 2009, pp. 54-55.

Testo di
Fabrizia Petrucci, photo Rolando Romolini
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