Statuette raffiguranti Orientali
Manifattura Ginori, Doccia
L’avvento della porcellana in Occidente per il tramite delle Compagnie delle Indie Orientali e l’attributo conferitole di identificativo dello status sociale di chi la possedeva, ha contribuito a mutare le scelte legate all’apparecchiatura della tavola. Questa candida e rilucente ceramica fu elevata a medium principale per celebrare la magnificenza del padrone di casa agli occhi dei commensali. In conseguenza, le manifatture si orientarono verso la realizzazione di servizi finemente decorati a cui affiancarono centritavola o serie di statuette di ridotte dimensioni destinate all’abbellimento delle tavole da desserts. Le figure di orientali qui presentate ne costituiscono un esempio. Sono state realizzate dalla Manifattura di Doccia a pochi anni dalla morte del suo fondatore, il marchese Carlo Ginori (1702-1757), insieme a soggetti tratti dalla Commedia dell’Arte o a grotteschi personaggi ideati da Jacques Callot e denominati Caramogi.
Esse appartengono a un gruppo di ventitré personaggi in parte tratti dalla raccolta di incisioni dell’ambasciatore di Luigi XIV a Costantinopoli, il barone Charles de Ferriol, che nel 1714 le rese note con il Recueil de cent stampe representant differentes nations du Levant, e in parte dalle tempere eseguite da Jacopo Ligozzi di cui alcune pervennero in dono nel 1867 al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, tra le quali la tavola presa a modello per le nostre statuette ( inv. Gabinetto Disegni e Stampe 2956F). La didascalia che accompagna il disegno chiarisce i soggetti rappresentati: “Le Donne Turche sedono nelle loro case nel modo qui dissegnato, et vestono turchi”. Tuttavia, la veste floreale dell’una e quella a quadretti dell’altra tradiscono la fedele rappresentazione di un’Orientale e ci riconducono a una libera interpretazione in chiave occidentale della decorazione da parte della manifattura. La presenza di solo due esemplari nella raccolta del Museo delle porcellane, peraltro riproducenti un medesimo soggetto, è forse da ricondurre alla loro provenienza dal “Reale Palazzo di Piacenza e Parma” avvenuta nel 1867 a seguito del trasferimento dei beni nelle residenze dei Borbone di Parma a Palazzo Pitti, al Quirinale e a Palazzo Reale di Torino.